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Zero waste to landfill: cos’è, a cosa serve e perché è importante

Man mano che gli obiettivi di sostenibilità si fanno spazio nelle aziende, l’obiettivo dello “Zero waste to landfill”, che presuppone almeno il 99% dei rifiuti deviati dalle discariche, sta diventando sempre più importante a livello globale

Pubblicato il 30 Ago 2022

zero waste to landfill

Il concetto di produzione responsabile e pulita è diventata un’aspettativa tanto per i clienti quanto per gli stakeholder all’interno delle industrie. La deviazione dei rifiuti dalle discariche rappresenta uno sforzo importante per dimostrare l’attenzione alla sostenibilità ambientale. Inoltre, a causa della natura interconnessa della sostenibilità, la riduzione degli sprechi, che è il primo passo per gestire al meglio l’emergenza rifiuti, aiuta a ridurre l’impatto climatico delle operazioni aziendali. Ciò significa che con un po’ di creatività le aziende possono ridurre la loro impronta di carbonio. “Zero waste to landfill” ​​è un termine comunemente usato nel settore della gestione dei rifiuti che racchiude una filosofia rispettosa dell’ambiente volta a ridurre la quantità di rifiuti che finisce in discarica. Numerose sono le ragioni per cui la discarica costituisce una soluzione di smaltimento dei rifiuti indesiderabile e perché una politica “Zero rifiuti in discarica” può risultare vantaggiosa per le imprese. Tuttavia, raggiungere questo obiettivo non è un’impresa da poco.

Zero waste to landfill: che cos’è

Zero waste to landfill significa intraprendere azioni per ridurre progressivamente la produzione di rifiuti al punto da non inviare più rifiuti in discarica. L’interpretazione comune è che le aziende mirano a ridurre significativamente il loro utilizzo delle discariche, con almeno il 99% dei rifiuti deviati dalle stesse. Attraverso l’esplorazione di soluzioni alternative di smaltimento o di riutilizzo innovativo, l’iniziativa aiuta i produttori di rifiuti a comprendere e valutare meglio i propri. Inoltre, deviare i rifiuti dalle discariche e massimizzarne il potenziale può aiutare le aziende a ridurre i costi e aumentare l’efficienza dei processi. Raggiungere il target Zero waste to landfill è più una filosofia su cui le aziende lavorano, tuttavia sono disponibili certificazioni, come il Carbon Trust Standard for Zero Waste to Landfill.

Zero waste to landfill vs. Zero waste

Zero waste to landfill rappresenta una chiara spinta a deviare il maggior numero possibile di rifiuti dalle discariche ed è un obiettivo realizzabile che le aziende assumono. Le iniziative Zero Waste, d’altra parte, descrivono un impegno a lungo termine per ridurre drasticamente la produzione di rifiuti nel tempo fino a quando l’azienda non creerà alcun spreco. Questo obiettivo è meno raggiungibile e comporta una rivalutazione totale dei processi aziendali per prevenire la creazione di rifiuti.

Per Zero Waste si indica una strategia di gestione dei rifiuti che si propone di riprogettare la vita ciclica dei rifiuti considerati non come scarti, bensì come risorse da riutilizzare come materie prime seconde, contrapponendosi alle pratiche che prevedono necessariamente processi di incenerimento o discarica, e tendendo ad annullare o diminuire sensibilmente la quantità di rifiuti da smaltire. Il processo si basa sul modello di riutilizzo delle risorse presente in natura.

Le principali differenze risiedono dunque nel periodo di completamento ma anche nella fase di creazione dei rifiuti: Zero Waste si concentra sulla creazione di rifiuti, mentre Zero waste to landfill riguarda principalmente il modo in cui vengono gestiti i rifiuti.

Zero waste to landfill: a che punto siamo in Italia?

La prospettiva di azzerare la quantità di rifiuti che approdano in discarica nel nostro paese è ancora lontana, ma ci si sta avvicinando. Nel periodo 2012 – 2020 si è registrata una riduzione vicina al 50% grazie alle misure legate alla raccolta differenziata e alle tante e diverse attività finalizzate a una diversa gestione dei materiali. In parallelo, nello stesso periodo, ma con un tasso di sviluppo meno incisivo, è cresciuta la quota di rifiuti riciclati.

Fonte: STATISTA 
Description: The volume of municipal waste collected to be sent to landfill in Italy totaled 5.8 million metric tons in 2020. The volume of waste collected for landfill has fallen considerably in recent years, having totaled approximately 12 million metric tons in 2012. As of
2019, the number of municipal waste landfill sites in Italy stood at 131. Read more
Note(s): Italy; 2012 to 2020; *Figures have been rounded. Figures prior to 2015 are taken from previous reports Read more
Source(s): ISPRA
Fonte: STATISTA 
Description: The recycling rate of municipal waste in Italy was 51.3 percent in 2019. This is the highest rate of recycling the country has reported, and a considerable increase from the 31 percent recycling rate reported in 2010.R ead more
Note(s): Italy; 2009 to 2019
Source(s): Eurostat

Perché è importante?

La discarica è stata a lungo utilizzata come metodo di smaltimento; tuttavia, non è una soluzione mantenibile a lungo termine a causa della riduzione dello spazio disponibile e dei suoi effetti ambientali negativi in ​​termini di inquinamento. Per questo, le discariche dovrebbero essere l’ultima opzione per il trattamento dei rifiuti. D’altro canto, è la pratica meno costosa e non presuppone la necessità di separare i rifiuti. Le discariche sono però responsabili delle emissioni di gas a effetto serra; della deforestazione e distruzione degli ecosistemi naturali; e delle sostanze chimiche tossiche che potrebbero penetrare nel terreno e inquinare le fonti d’acqua.

Secondo Eurostat, nel 2018 sono state generate 5,2 tonnellate di rifiuti per abitante dell’UE. Il 38,5 % dei rifiuti è stato collocato in discarica e il 37,9 % è stato riciclato. Ciò può avere effetti pericolosi sulla salute umana e sull’ambiente. La generazione di percolato può contaminare le acque sotterranee e il metano prodotto, è un potente gas serra. Inoltre, quando i rifiuti riciclabili vengono collocati in discarica, i materiali vengono inutilmente persi dall’economia europea.

Zero waste to landfill: i vantaggi

Utilizzando i materiali in modo più efficace e più a lungo, le aziende possono beneficiare di risparmi sui costi, inclusa la gestione dei rifiuti e la rotazione dei materiali. Inoltre, la tassa sulle discariche è aumentata per scoraggiarne l’uso. Spinte da tasse e regolamenti, le imprese con problemi ambientali dovrebbero mirare a ridurre i rifiuti nelle discariche.

Per non dire che il marketing dovrebbe essere un fattore trainante delle decisioni aziendali, senza dubbio le credenziali ambientali attraggono i consumatori. È possibile, quindi, che un’attività venga scelta rispetto a un’altra perché dimostra il forte impegno per l’obiettivo “Zero rifiuti in discarica”.

Il cambiamento climatico e l’azione contro di esso sono diventati una questione politica con gli organismi legali che spesso stabiliscono regolamenti e inaspriscono i controlli sui processi, inclusa la gestione dei rifiuti. Garantire che l’attività rimanga conforme alla legislazione più recente e aiuti l’ambiente seguendo la legislazione porta a una migliore gestione dei rifiuti e a una minore dipendenza dalle discariche.

Come ottenere zero rifiuti in discarica?

Per quanto le aziende possano provare, non è sempre possibile ottenere “zero” rifiuti in discarica. Ad esempio, i metodi di recupero energetico possono creare cenere o alcuni rifiuti pericolosi potrebbero finire in discarica. Ove possibile, dovrebbero essere esplorati metodi di trattamento alternativi. Il modo principale per farlo è attraverso la Gerarchia dei rifiuti, un modello di gestione dei rifiuti di cui parleremo tra pochissimo.

In ogni caso, le fasi iniziali per raggiungere lo Zero waste to landfill implicano la raccolta di dati sui rifiuti e la comprensione dei rifiuti creati e di come possono essere gestiti. Analizzando i rifiuti creati e il ciclo di vita che subiscono, puoi trovare aree in cui il potenziale potrebbe essere massimizzato. Poiché Zero rifiuti in discarica è un’affermazione forte, è necessario disporre di documentazione comprovabile a supporto dell’affermazione, possibilmente comprese note sul trasferimento dei rifiuti o rapporti sulla gestione dei rifiuti.

Un’altra caratteristica fondamentale per ottenere Rifiuti Zero in discarica è la coerenza; se non adeguatamente mantenuti e valutati, i sistemi di gestione dei rifiuti potrebbero non essere mantenuti e i sistemi di deviazione delle discariche potrebbero essere trascurati. Per creare un impatto duraturo e sostenibile, mantenere la filosofia è fondamentale.

La gerarchia dei rifiuti: il triangolo capovolto

La Gerarchia dei rifiuti, stabilita nella direttiva quadro sui rifiuti dell’UE, è essenzialmente la linea di base per le iniziative Zero Waste to Landfill, poiché stabilisce un ordine di preferenza per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti prima di finire in discarica.

Il modello, un triangolo capovolto, descrive cinque metodi dal più favorevole al meno favorevole, partendo dalla prevenzione e finendo con la discarica, che si presenta come ultima risorsa possibile. Nel complesso, l’obiettivo del modello è incoraggiare i creatori di rifiuti e i fornitori di servizi di gestione a esplorare soluzioni alternative e ottenere il massimo dai rifiuti.

Prevenire i rifiuti è l’opzione preferita e l’invio dei rifiuti in discarica dovrebbe essere l’ultima risorsa.
  • Prevenzione

Il modo migliore per deviare i rifiuti dalle discariche è semplicemente non crearli. Durante la prevenzione, un’azienda può esplorare processi alternativi per ridurre gli sprechi o creare imballaggi rispettosi dell’ambiente.

  • Prepararsi per il riutilizzo

Il riutilizzo dei materiali trasforma i rifiuti da antieconomici a preziosi e utili. Un semplice esempio sono i sacchetti di plastica, spesso doppiati monouso ma in grado di essere riutilizzati più e più volte.

  • Riciclare

Per trasformare i prodotti di scarto in nuovi oggetti, i rifiuti devono essere riciclati. Molti materiali possono essere riciclati, ad esempio cartone, vetro, metallo, legno e altro, contribuendo a ridurre i rifiuti nelle discariche e molte volte senza perdere qualità.

  • Recupero

Attraverso una varietà di processi, dall’incenerimento alla digestione anaerobica, i materiali di scarto vengono trasformati in energia. Sebbene questo esaurisca il materiale e non possa essere riutilizzato, il processo si traduce nel beneficio della creazione di energia.

  • Smaltimento

Smaltimento significa spedire i rifiuti in discarica o incenerirli senza guadagnare energia. Attraverso questo metodo, non viene creato alcun nuovo prodotto e non si trae alcun vantaggio dalla distruzione dei rifiuti. Inoltre, le discariche contribuiscono all’inquinamento; ad esempio, i rifiuti non trattati inquinano i corsi d’acqua e i rifiuti alimentari rilasciano metano.

La direttiva UE sulle discariche

La direttiva sulle discariche del 1999 stabilisce rigorosi requisiti operativi per le discariche con l’obiettivo di proteggere sia la salute umana che l’ambiente. In particolare, mira a prevenire, o ridurre il più possibile, qualsiasi impatto negativo delle discariche sulle acque superficiali, sotterranee, suolo, aria e salute umana. Lo fa introducendo rigorosi requisiti operativi e tecnici.

Per sostenere la transizione dell’UE verso l’economia circolare, la direttiva sulle discariche:

  • introduce restrizioni al collocamento in discarica di tutti i rifiuti idonei al riciclaggio o ad altri materiali o al recupero di energia a partire dal 2030
  • limita la quota di rifiuti urbani collocati in discarica al 10% entro il 2035
  • introduce norme sul calcolo del conseguimento degli obiettivi in materia di rifiuti urbani e impone ai paesi dell’UE di istituire un efficace sistema di controllo della qualità e tracciabilità per i rifiuti urbani collocati in discarica
  • impone alla Commissione europea, insieme all’Agenzia europea dell’ambiente, di redigere relazioni di allerta precoce 3 anni prima di ogni scadenza per individuare le carenze nel raggiungimento degli obiettivi e raccomandare azioni da intraprendere
  • consente ai paesi dell’UE di utilizzare strumenti economici e altre misure per incoraggiare l’applicazione della gerarchia dei rifiuti

La direttiva stabilisce requisiti operativi specifici quali l’autorizzazione, l’accettazione dei rifiuti, i requisiti tecnici nelle fasi operative e post-trattamento e la comunicazione

  • I paesi dell’UE devono attuare strategie nazionali per ridurre progressivamente la quantità di rifiuti biodegradabili inviati in discarica
  • le strutture di discarica non possono accettare pneumatici usati o rifiuti liquidi, infiammabili, esplosivi o corrosivi, o provenienti da ospedali e studi medici e veterinari
  • solo i rifiuti trattati possono essere collocati in discarica
  • le autorità nazionali devono garantire che il prezzo praticato dagli operatori per lo smaltimento dei rifiuti copra tutti i costi connessi dall’apertura alla chiusura definitiva del sito

Gli orientamenti UE sul controllo gas in discarica non sono vincolanti

I paesi dell’UE devono inviare ogni tre anni alla Commissione europea relazioni sull’attuazione della direttiva sulle discariche. Questi devono essere basati su un questionario specifico.

Nel 2018 è stata pubblicata una revisione sull’attuazione della legislazione dell’UE in materia di rifiuti (compresi i rifiuti inviati in discarica).

Gli orientamenti dell’UE sul controllo dei gas di discarica non sono vincolanti e mirano a:

  • aiutare le autorità competenti a migliorare la raccolta del metano attraverso l’applicazione dei requisiti della direttiva sulle discariche
  • fornire chiarezza sui requisiti di controllo dei gas di discarica nel contesto dei requisiti tecnici e normativi della direttiva sulle discariche
  • stabilire i criteri più importanti per garantire la raccolta, il trattamento e l’uso efficaci del gas di discarica

Entro il 31 dicembre 2024 la Commissione riesamina l’obiettivo del 10% per il 2035 al fine di

  • mantenerlo o, se del caso, ridurlo
  • considerare l’obiettivo quantitativo pro capite in caso di collocamento in discarica
  • che introduce restrizioni al collocamento in discarica di rifiuti non pericolosi diversi dai rifiuti urbani

L’esempio di Horizon Europe per lo Zero Waste

Nell’ambito del Cluster 6 di Horizon Europe sono state definite attività che puntano a ridurre il degrado ambientale, arrestare e invertire il declino della biodiversità sulla terra e nelle acque interne e marine e gestire meglio le risorse naturali attraverso cambiamenti trasformativi nell’economia e nella società.

Questo Cluster numero 6 di Horizon Europe guarda al ruolo dell’economia circolare con progetti che possono essere presentati tra il 17 ottobre 2023 e il 22 febbraio 2024. che potranno accedere a 120 milioni di euro sotto forma di sovvenzioni per progetti circolari. QUI per maggiori informazioni

Articolo aggiornato il 1 ottobre 2023

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Claudia Costa

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