Cosa c’è di nuovo? Se ci si pone questa domanda nella Giornata mondiale della Terra e se la risposta arriva da una realtà come Samsung che ha l’innovazione digitale come missione e la sostenibilità come cultura aziendale, ci si deve aspettare una svolta, un passo in avanti. E la risposta che arriva dalla prima edizione del ciclo di eventi What’s Next lanciato dalla società ci dice che siamo davanti a un passaggio dove la sostenibilità non è più una moda, ma diventa uno stile di vita e un modello di business. E What’s Next ha permesso anche di capire come stanno cambiando le prospettive nel rapporto tra innovazione e sostenibilità con la visione e le esperienze di Nando Pagnoncelli e Andrea Alemanno, rispettivamente presidente e senior client officer di Ipsos, di Oscar Farinetti, fondatore e presidente di Eataly e Green Pea, di Enea Roveda, Ceo di LifeGate e con Massimo Bullo, Head of Division, Digital Transformation & MarCom Areas, Francesco Cordani, Head of MarCom e Daniele Grassi, Vice President Home Appliances Division.
I driver della sostenibilità nell’analisi di Ipsos
La sostenibilità non è più una “parola magica ” – sottolinea Nando Pagnoncelli – ma anzi ha vissuto e vive un’impannata di consapevolezza da parte dei cittadini. Nel 2011 solo il 7% delle persone interpellate nelle nostre ricerche dichiarava una conoscenza del concetto di sostenibilità, oggi il 37% ha una conoscenza approfondita e si arriva al 72% aggiungendo anche chi ne ha una conoscenza più superficiale”. Se poi si va in profondità e si analizzano i livelli di conoscenza in merito agli obiettivi degli SDG e dell’agenda 2030 ecco che arrivano altri segnali importanti: “il 25% della popolazione ha una conoscenza qualificata e un altro 21% è sensibile e attento a questi temi”. Ma per capire il nuovo valore della sostenibilità secondo Pagnoncelli occorre guardare a tre grandi fattori: “c’è un tema di etica e di attenzione all’ecologia che era già presente nel nostro paese che ha accentuato ed esteso la dimensione legata al miglioramento del rapporto con l’ambiente e con le altre persone. Il secondo driver della sostenibilità è poi costituito dalla paura. C’è un timore per il futuro del pianeta e per il futuro dei nostri figli che aiuta ad adottare comportamenti virtuosi. Ma il tema forse più forte che sta cambiando il rapporto verso la sostenibilità è quello della qualità. Mentre un tempo i prodotti sostenibili erano considerati, per certi aspetti, più poveri e quindi meno appetibili, oggi la sostenibilità è anche qualità. Un prodotto sostenibile è un prodotto che porta anche una serie di vantaggi in termini di qualità”. Ma la conclusione dell’analisi di Pagnoncelli è legata al rapporto tra sostenibilità e crescita, è forse su questo punto che si segna un distacco e un passaggio forte rispetto al passato. “La sostenibilità è collegata al concetto di crescita economica basata su nuovi paradigmi, comprendendo nell’ambito della sostenibilità non solo gli aspetti ambientali, ma anche quelli sociali”. Un ruolo sempre più importante poi è affidato ai brand che sono chiamati a svolgere un ruolo più attivo in questa sfida.
Sostenibilità: si capisce che c’è un problema ma non è ancora chiaro come risolverlo
A sua volta Andrea Alemanno, senior client officer di Ipsos presentando il Report annuale “Earth Day” di IPSOS sulle principali tendenze sulla sostenibilità sottolinea che siamo in una situazione in cui “ci sentiamo un po’ tutti responsabili, ma siamo in una situazione in cui si capisce che c’è un problema ma non è ancora chiaro come risolverlo”. Alemanno mette in evidenza che il consenso su questi temi è molto importante così come appare chiaro che è sempre più importante il ruolo che possono svolgere le aziende. Peraltro, i cittadini si rendono conto che sono parte del problema e vogliono essere parte della soluzione.
“Ci sono spinte molto positive che però si scontrano con i freni di cambiamenti lenti. – osserva – Non è che di colpo tutti sono ambientalisti, e se si guarda alla costruzione di comportamenti virtuosi serve tempo. Ma certamente il Covid ha spinto a una maggiore sensibilità e a un atteggiamento diverso.
Da un modello lineare a uno “elicoidale”, dalla compensazione alla rigenerazione
Alla domanda su cosa possiamo attenderci per il futuro Alemanno risponde che occorre passare dalla moda allo stile, che “la sostenibilità deve diventare uno stile, la moda cambia ma lo stile resta soprattutto se diventa uno stile di vita”. C’è poi una riflessione più concreta sul metodo: “sino ad oggi abbiamo ragionato in compensazione – precisa – adesso bisogna cambiare modello e passare alla rigenerazione“. Un passaggio che non deve essere letto necessariamente come una evoluzione da una economia lineare a una economia circolare, ma che appare più complesso e ricco: “Occorre pensare quasi a un modello elicoidale, a una forma di circolarità che porta avanti, che alimenta lo sviluppo, che porta progresso e crescita. Per fare questo – prosegue Alemanno -. Servono “pionieri” che sappiano includere la diversità, per vedere le cose in maniera nuova e farle meglio”.
La sostenibilità premia anche il business
L’altro grande aspetto riguarda i risultati della sostenibilità che smentiscono il retaggio del passato che portava a vedere le attività sostenibili come più sfortunate dal punto di vista dei risultati di business. “La realtà non è così – afferma Alemanno, citando una ricerca di Fondazione Symbola e Unioncamere – le imprese che hanno investito in progetti sostenibili sono quelle che presentano migliori risultati anche dal punto di vista dei risultati di business”.
In conclusione Alemanno sottolinea che l’innovazione tecnologica è l’elemento forte che consente di pensare il futuro in maniera “elicoidale”, per “andare avanti nel rispetto dell’ambiente”. “La tecnologia – osserva – consente di includere tutte le esperienze che fanno pensare in modo diverso, permette di ottimizzare il presente e pianificare il futuro. La tecnologia è anche fondamentale per l’inclusione, per considerare come forze attive anche risorse fragili che allargano gli spazi e le forme della creatività”.
Da una sostenibilità come dovere a una sostenibilità come piacere
Per Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e Green Pea la sostenibilità è nella condizione di vincere una sfida culturale, vale a dire quella di passare dal “senso di dovere al piacere“, “From duty to beauty – osserva – è una evoluzione fondamentale soprattutto in un contesto come quello della società dei consumi dove dipende da noi, da quello che consumiamo e dal modo in cui lo consumiamo, che passa la salvezza del pianeta” Farinetti ricorre a un’espressione colorita che qualifica il senso di questo passaggio: “dobbiamo rendere “figo” il comportamento sostenibile, deve diventare un atteggiamento e un modello di cui andare fieri che non è più un dovere ma un piacere”.
Non è un passaggio semplice, per arrivare a sostenere questo cambiamento, che è poi il motto di Green Pea. “Dobbiamo avere la consapevolezza che iamo noi i grandi protagonisti di questo secolo, dobbiamo riequilibrare il rapporto tra persone, risorse e natura lavorando per cambiare i consumi e per farlo occorre far crescere la conoscenza, occorre studiare e occorre trasformare il modo di produrre energia. Non ultimo occorre impegnarsi concretamente anche per la terra con progetti di riforestazione.
È stato più volte sottolineato il ruolo che può svolgere il mondo dell’industria e in questo senso si colloca il progetto di Samsung nel Green Pea di Torino, il Green Retail Park con il quale si punta a dimostrare la possibilità di creare condizioni di armonia tra lo sviluppo e l’attenzione della risorse del pianeta “senza rinunciare al bello”. Da leggere a questo proposito il servizio Riutilizzo “creativo” degli imballaggi, Samsung al Green Pea di Torino
La sostenibilità al centro di una fase che segna il passaggio da brand equity a social brand equity
Per Samsung quella della sostenibilità è un impegno prioritario sia in termini di innovazione sia nell’ambito sociale e per questo come mette in evidenza Massimo Bullo, Head of Division Digital Transformation & MarCom Areas Samsung Electronics Italia. “Accanto alla sensibilità verso i valori della sostenibilità le persone chiedono un maggior impegno alle imprese, un impegno su quale si giocano valori di reputazione, di innovazione, di responsabilità sociale e che segnano il passaggio da brand equity a social brand equity contrassegnato dal valore sociale che la marca intende svolgere”
C’è la necessità di agire di essere sempre più rilevanti per comprendere e rispondere a questi nuovi valori e per sviluppare con i consumatori un rapporto diretto sempre più personale e sempre più coinvolgente in termini di partecipazione attiva agli obiettivi della sostenibilità vissuti come obiettivi comuni. Bullo ricorda inoltre che questa è una unicità che rendere l’innovazione ancora più democratica e che la mette a tutti gli effetti in condizione di portare un miglioramento costante alla quotidianità.
Riduzione emissioni, ripensamento di prodotti e azzeramento degli sprechi
In questo senso Samsung ha scelto di definire il proprio impegno sulla sostenibilità con obiettivi misurabili e con un’azione che si muove su diversi piani a partire dalla riduzione delle emissioni per arrivare alla gestione del ciclo di vita dei prodotti, al loro riutilizzo in modalità e forme di diverse, dagli interventi a livello di value chain al design di prodotti concepiti nel segno della sostenibilità
Per Daniele Grassi, Vice President Home Appliances Division Samsung Electronics Italia questa sfida e questo cambiamento passa attraverso tre grandi passaggi: rendere la sostenibilità rilevante per il consumatore sociale, alzare il livello da un pensiero individuale a uno collettivo e poi occorre anche uno “scatto” sul piano normativo da normative locali a trans-nazionali. Con queste condizioni si può accendere un meccanismo virtuoso in cui la sostenibilità è sempre più direttamente correlata con i risultati economici”.
Tra i programmi Samsung che sostengono questo percorso verso la sostenibilità troviamo il “Going Green“, una serie di attività per abbattere gli sprechi, per ridurre il consumo energetico dei prodotti e per ripensare i processi produttivi in chiave sostenibile. C’è poi il progetto upcycling che permette la realizzazione di soluzioni innovative per la casa grazie al riciclo degli imballaggi in cartone ecologico delle TV. A sua volta il programma Galaxy Upcycling at Home riduce l’impatto dei rifiuti elettronici permettendo una riconversione degli smartphone Galaxy nella veste di device da utilizzare all’interno di soluzioni per la smart home, come sensori, come rilevatori di presenza, come telecamere. In concreto il ciclo di vita è una sorta di trasformazione in apparati Internet of Things.
Immagine fornita da Shutterstock