È iniziato con un messaggio diretto all’Ucraina, e nello specifico a Olena Zelenska, moglie del presidente Volodymyr Zelens’kyj, presente in sala, il discorso di Ursula Von der Leyen, Presidente della Commissione Europea al World Economic Forum di Davos.
Un messaggio di incoraggiamento e di supporto, tradotto poi in concreto con il varo di un pacchetto di sostegno da 18 miliardi di euro per il 2023, da destinarsi al pagamento degli stipendi e a garantire il funzionamento di ospedali, servizi abitativi e scuole.
Ma nel prosieguo del suo discorso, Von der Leyen ha spostato la propria attenzione sui temi caldi del momento, e in particolare sulla crisi energetica e sulla transizione ecologica.
E se da un lato la Presidente della Commissione ha sottolineato con positività quanto fatto nel corso di quest’anno per superare la dipendenza dai combustibili fossili russi, dando prova della “forza della sua volontà collettiva”, dall’altro sottolinea, in piena continuità con il messaggio di Klaus Schwab, presidente del WEF, sui rischi globali, come l’energia sia sempre di più utilizzata come un’arma, per altro in uno scenario che segna il ritorno di una geopolitica conflittuale e nel quale “il cambiamento climatico ha già un costo enorme”.
Ecco dunque che al centro del suo messaggio c’è proprio la transizione verso un’economia pulita.
C’è un senso di urgenza, nelle parole di Von der Layen: non c’è più tempo da perdere.
Ma c’è anche un richiamo alla consapevolezza: se entro i prossimi 30 anni l’Europa deve raggiungere gli obiettivi Net Zero è necessario sviluppare e utilizzare un’intera gamma di nuove tecnologie pulite in tutti i settori economici: trasporti, edilizia, manifatturiero, energia…
Il focus sul comparto delle Cleantech
Nel prossimo decennio, preconizza Von der Leyen, assisteremo alla più grande trasformazione industriale dei nostri tempi. Una trasformazione nella quale protagonisti saranno coloro che svilupperanno e produrranno la tecnologia.
Per questo, è il primo messaggio forte, è necessario “rafforzare la nostra base industriale e rendere l’Europa più favorevole agli investimenti e all’innovazione”.
L’attenzione oggi è tutta sul comparto delle “Cleantech”, che rappresenta oggi il settore di investimento in più rapida crescita non solo in Europa, ma anche nelle altre grandi economie, ha sottolineato Von der Layen citando gli action plan di Giappone, India, Regno Unito, Canada e gli Stai Uniti.
In particolare, l’Inflation Reduction Act americano è un piano di investimenti cleantech da 369 miliardi di dollari: “Ciò significa che, insieme, l’Europa e gli Stati Uniti da soli stanno mettendo a disposizione quasi 1 trilione di euro per accelerare l’economia dell’energia pulita”, sono state le sue parole.
Attenzione, però. È importante questi programmi di incentivi siano “equi e reciprocamente rafforzati”, così che tutti possano beneficiarne, promuovendo dunque la creazione di economie di scala attraverso l’Atlantico e standard comuni.
C’è una call to action importante nelle parole della Presidente della Commissione: “Noi europei dobbiamo migliorare nel far crescere la nostra industria delle tecnologie pulite”.
La finestra temporale è stretta.
Ma “abbiamo un bisogno impellente di effettuare la transizione Net Zero senza creare nuove dipendenze”.
E se da un lato il faro è rappresentato dal Green Deal, dall’altro l’obiettivo dichiarato è quello di fare dell’Europa la patria del cleantech e dell’innovazione industriale sulla strada verso Net Zero lavorando su contesto normativo; finanziamenti; competenze; commercio.
Il Net Zero Industry Act e il Critical Raw Materials Act
Bisogna creare condizioni favorevoli per i settori cruciali dell’economia europea, per raggiungere l’obiettivo Net Zero.
Von der Layen parla dunque di un nuovo Net Zero Industry Act, che identificherà gli obiettivi per il cleantech europeo, concentrando e accelerando gli investimenti sui progetti strategici, e facilitando anche l’accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese.
Parallelamente al Net-Zero Industry Act sarà necessario lavorare anche sul Critical Raw Materials Act.
Per le terre rare l’Europa dipende al 98% dalla Cina, mentre il 90% della produzione di litio è concentrata in tre soli Paesi. In questo scenario la supply chain è a rischio costante, così come lo è la competitività della nostra economia.
Per questo è importante migliorare la raffinazione delle materie prime in Europa e, parallelamente, mettere in atto nuovi accordi commerciali che superino i monopoli esistenti.
E anche qui è vitale la collaborazione con partner affini, come gli Stati Uniti, per lavorare sul rafforzamento delle supply chain e la diversificazione.
Soluzioni ponte e nuove regole per favorire la competitività delle Cleantech europee
Ma ancora non basta.
Se è vero che il piano industriale aumenterà gli investimenti nella produzione cleantech, “per mantenere l’attrattività dell’industria europea ed è necessario essere competitivi con le offerte e gli incentivi attualmente disponibili al di fuori dell’Unione europea. Per questo proporremo di adeguare temporaneamente le nostre regole sugli aiuti di Stato, secondo logiche di velocizzazione e semplificazione, varando aiuti mirati, per impianti produttivi e filiere strategiche cleantech, per contrastare i rischi di delocalizzazione”.
Von der Leyen propone dunque al WEF non solo azioni di più ampio respiro, ma anche soluzioni ponte, necessarie per fornire all’industria europea un supporto rapido e mirato.
Ma ci sono due ulteriori nodi da superare: da un lato lo sviluppo delle competenze necessarie per tenere il passo con lo sviluppo tecnologico, dall’altro la promozione di commercio aperto ed equo, che porti vantaggi a tuti.
“Abbiamo bisogno di un’agenda commerciale ambiziosa, sfruttando gli accordi commerciali esistenti, ad esempio con il Canada o il Regno Unito, e chiudendone nuovi con Messico, Nuova Zelanda, Australia e Indonesia. […] Il commercio internazionale è fondamentale per aiutare la nostra industria a ridurre i costi, creare posti di lavoro e sviluppare nuovi prodotti. Ma allo stesso modo, laddove il commercio non è equo, dobbiamo rispondere in modo più deciso”, sono le parole di Von der Layen, che stigmatizza le pratiche anticoncorrenziali della Cina.
“È l’ora della rivoluzione cleantech”, sono le parole conclusive della presidente: “La storia di un’economia cleantech può essere una storia di costruzione creativa con il giusto supporto e incentivi per le aziende a innovare. Con la giusta attenzione alle competenze e alle persone. Con l’ambiente giusto per ottenere il massimo dalla nostra capacità di innovazione leader a livello mondiale. L’Europa ha tutto. Talento, ricerca, capacità industriale, investimenti. L’Europa ha un progetto per il futuro. Ed è per questo che credo che la storia dell’economia cleantech sarà scritta in Europa”.