Si può parlare di una visione della città in chiave ESG? Ovvero si possono applicare criteri di misurazione e di “rendicontazione” di valori legati alla sostenibilità (in tutte le sue declinazioni ambientale, sociale di buon governo) a un piano di sviluppo urbanistico?
Questa domanda può essere oggi in qualche modo associata ai temi di un ampio dibattito nel quale rientrano le prospettive di un modo di abitare, di vivere e di svolgere attività professionali che intende porsi in modo coerente con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, ossia con gli SDGs delle Nazioni Unite.
Perché questo possa avvenire non basta costruire edifici con minori emissioni, non basta fare efficientamento energetico o aumentare la quota di rinnovabili, non basta ridisegnare la mobilità e incentivare l’elettrico, solo per citare alcuni dei temi che certamente contribuiscono a creare città sostenibili, ma che rispondono solo in modo parziale a questa prospettiva, e quindi solo ad alcune delle tante dimensioni della sostenibilità.
Una città che si sviluppa nel segno della sostenibilità e dell’ESG
La prospettiva di un nuovo modo di abitare e vivere la città deve essere figlia di un ridisegno degli spazi, delle infrastrutture e dei servizi tale da stimolare e sostenere una trasformazione nelle abitudini, nei comportamenti, negli stessi stili di vita e nel modo di sviluppare e fare crescere la attività professionali. In altre parole, serve una visione più olistica e completa per una trasformazione urbanistica che pone al centro le logiche della sostenibilità in tutte le sue declinazioni e che è ben rappresentata dagli obiettivi ESG.
Non c’è peraltro niente di più efficace che guardare a questa prospettiva osservando un caso concreto che ci arriva dal grande progetto di sviluppo urbanistico dell’Area ex EXPO di Milano che si propone come luogo di eccellenza in chiave ESG, ovvero come contesto abitativo, professionale e di sviluppo per le imprese e per il mondo universitario e delle ricerca con performance di sostenibilità che siano misurabili secondo le metriche ESG.
I progetti MIND, Merlata Bloom Milano e UpTown
Il progetto raccoglie il testimone da EXPO Milano che ha portato il capoluogo lombardo all’attenzione di tutto il mondo e che ha aperto la strada a un ripensamento urbanistico dell’area con prospettive che uniscono i temi dell’innovazione, della sostenibilità, dell’affermazione di nuovi modelli di sviluppo in grado di contribuire sia alla crescita dell’area milanese sia a quella nazionale.
In realtà si tratta di un insieme di progetti che fanno riferimento a MIND, Merlata Bloom Milano e UpTown, sviluppati rispettivamente da Arexpo e Lendlease, Nhood ed EuroMilano. In questo insieme di progettualità si innesta un ripensamento profondo dell’area e della stessa città che è stato reso possibile grazie a una collaborazione innovativa tra pubblico e privato che ha visto un investimento pari a sette miliardi di euro di cui cinque in capo ai privati e due pubblici e una comune visione dello sviluppo urbanistico.
Dal punto di vista geografico, il progetto si estende su un’area ex EXPO per circa due milioni di metri quadri sulla quale hanno lavorato tre operatori privati della rigenerazione urbana come sono appunto EuroMilano, Lendlease e Nhood unitamente a un soggetto come Arexpo a maggioranza pubblica con una forma di sviluppo che ha visto l’applicazione dei criteri ESG in tutte le opere di progettazione e riqualificazione.
In particolare, la certificazione di sostenibilità GBC Quartieri Gold al distretto di UpTown, prima in Italia, è anche la testimonianza di come un approccio alla misurabilità e alla certificazione permetta di misurare e di rendicontare le performance di sostenibilità come una forma di garanzia per i cittadini e per tutti coloro che vivono o che scelgono di vivere in questi territori dal punto di vista professionale. Una garanzia che, proprio in chiave ESG, riguarda anche tutti coloro che indirizzano i loro investimenti in progetti che hanno tra i propri target, obiettivi di sostenibilità.
Università, abitazioni, attività commerciali e terziario avanzato nell’area ex EXPO
Dal punto di vista operativo Arexpo, Lendlease, Nhood ed EuroMilano hanno voluto creare un progetto che unisce diverse dimensioni, da quella residenziale a quella del terziario avanzato, dalle attività commerciali alla ricerca e alle attività scientifiche, dal mondo della formazione universitaria alle attività culturali. Un insieme di spazi, di attività e di servizi con i quali creare e sostenere una nuova centralità urbana con il supporto di quelle infrastrutture necessarie per garantire una connessione completa, fisica e digitale con tutti i principali fattori di sviluppo.
In questo quadrante di sviluppo urbano l’area ex EXPO che copre l’area Nord Ovest di Milano, il progetto prevede di ospitare qualcosa come 15.000 persone e già oggi sono oltre 6.000 coloro che hanno scelto questa dimensione. In questo contesto poi molti progetti stanno arrivando a compimento, come ad esempio l’apertura dell’ospedale Galeazzi, l’arrivo di oltre 50 aziende e startup attive in questo centro, mentre è in programma l’apertura nel secondo semestre 2023 di un grande lifestyle center con 210 negozi, nei quali rientrano anche 43 innovativi concept food & beverage. Tutti progetti e investimenti privati che sono stati disegnati per essere in linea con gli standard ESG che attengono sia al mondo economico che a quello finanziario.