Monitorare con precisione il ciclodi vita dei rifiuti pericolosi, per proteggere l’ambiente e la salute delle comunità. E’ questo l’obiettivo del Registro Elettronico Nazionale per il tracciamento dei rifiuti, istituito dal decreto 4 aprile 2023 numero 59, che ha messo le basi per la digitalizzazione della tracciabilità nel campo dei rifiuti industriali. Un’opportunità in più per semplificare i complessi processi documentali e facilitare la condivisione di informazioni tra i principali attori del settore, tra cui produttori, trasportatori e smaltitori.
I vantaggi della digitalizzazione
“L’obiettivo del Rentri – spiega Loris Marchiori, corporate communication director di Archiva Group, team di aziende presenti in 3 Paesi europei, nato dalla 30ennale esperienza in ambito di digitalizzazione e conservazione digitale a norma di Archiva – è di creare un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti completamente basato sul digitale. Questo porta a una maggiore efficienza, semplifica i processi burocratici e richiede la condivisione obbligatoria di documenti digitali, in modo simile a quanto avvenuto con l’introduzione della fattura elettronica nel 2019”.
Questo passaggio di innovazione, secondo l’analisi di Marchiori, che prevede il superamento della carta, è fondamentale non soltanto per migliorare l’efficienza ma anche “per evitare errori, omissioni, correzioni successive e possibili manipolazioni che, nel campo delle normative ambientali – spiega – possono comportare sanzioni significative per le aziende e gli individui coinvolti. La conformità normativa è un tema centrale in questo contesto”.
Le complessità del tracciamento dei rifiuti
Ma rispetto alla già citata fatturazione elettronica il sistema di tracciambilità dei rifiuti è più complesso e rende più difficile la fase di transizione: “Le aziende coinvolte, tra cui quelle che producono rifiuti pericolosi con più di 50 dipendenti, enti e imprese che trattano rifiuti e trasportatori – sottolinea Marchiori – hanno un periodo di 18 mesi per adeguarsi alle nuove regole. Per i produttori di rifiuti speciali pericolosi con meno di 10 dipendenti, il termine viene esteso fino al 13 febbraio 2026. Dato il livello di complessità del sistema e i rischi associati, è fondamentale iniziare fin da subito ad affrontare questa transizione”.
Il superamento della carta
Se si dovesse fotografare il comparto della traccaibilità dei rifiuti oggi la caratteristica più importante che salterebbe agli occhi è il fatto che il sistema sia completamente basato sui documenti cartacei. “I documenti principali includono il Formulario di identificazione del Rifiuto (Fir), il Registro di carico e scarico e il Modello unico di dichiarazione ambientale (Mud). Questi documenti sono prodotti in copie cartacee – sottolinea Marchiori – e l’intero processo richiede una notevole quantità di documentazione cartacea, dalle firme fino alle verifiche. Questo sistema è complesso, costoso e poco ecologico”.
La soluzione di Archiva Group
Per dare una risposta alle criticità del sistema Archiva Group ha integrato all’interno dell’ecosisitema Requiro Cloud la nuova app chiamata “Rifiuti Smart”, progettata per rispondere alle esigenze del Rentri.
“L’approccio di Archiva si basa sull’idea di creare un ecosistema completo, in cui Rifiuti Smart rappresenta solo una parte – spiega Marchiori – Questo ecosistema comprende anche la conservazione documentale a norma, tecnologie di firma digitale e sistemi di gestione delle Poste Elettroniche Certificate (Pec). La chiave del successo è l’integrazione di questi strumenti digitali, che consentono alle aziende di gestire in modo conforme l’intero ciclo di vita dei rifiuti. Questo approccio è particolarmente importante per garantire la conformità normativa, ridurre il rischio di errori e semplificare i processi”.