Sviluppo sostenibile significa adottare modalità di lavoro capaci di rispondere ai bisogni del presente, conciliando salute ambientale, equità sociale e vitalità economica per creare comunità fiorenti, sane, diversificate e resilienti. Questa nuova direzione etica della società deriva dalla crescente consapevolezza dell’impatto che industrie e città hanno sulla vita delle persone e del pianeta. Per non compromettere il nostro oggi e il nostro domani alle aziende pubbliche e private è richiesta una visione di lungo periodo.
Sviluppo sostenibile: mission e best practices
Partendo dal presupposto che le risorse che usiamo per lavorare e per vivere sono limitate, utilizzarle in modo prudente e saggio abilita uno sviluppo sostenibile nel tempo.
Da concetto a modello, per ogni organizzazione la sostenibilità presuppone un nuovo senso di responsabilità e riscopre la rilevanza del ruolo sociale del fare impresa.
La mission? Mettere in pratica modalità di sviluppo e di crescita per costruire un percorso volto a integrare, in maniera sempre più pervasiva, principi e azioni di sostenibilità a livello strategico e nelle attività quotidiane.
Perseguendo un miglioramento continuo, questo si traduce in un impegno costante non solo da parte delle risorse aziendali interne, ma anche da parte di tutti gli stakeholder e i partner di filiera.
Nel rafforzamento delle performance di business, tutti gli operatori devono essere coinvolti in un processo economico capace di coniugare sviluppo sostenibile e crescita sostenibile, raggiungendo obiettivi virtuosi in campo ambientale e sociale.
Le best practice dello sviluppo sostenibile, infatti, supportano la salute e la vitalità ecologica, umana ed economica.
Economia circolare e sviluppo sostenibile
In estrema sintesi, lo sviluppo sostenibile è un approccio che fa bene alle imprese, alle persone e all’ambiente e, in questo momento, rappresenta un’importante transizione ecologica verso un nuovo ecosistema costituito da fonti energetiche sostenibili e non dipendenti da idrocarburi e i materiali rinnovabili.
L’economia circolare è un framework di soluzioni che affrontano sfide globali come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento, fondamentali in un periodo come quello attuale, se si considera che secondo la Nasa il 2023 è stato il quinto anno più caldo mai registrato, con una temperatura media globale superiore di 1,11 gradi Celsius ai livelli preindustriali.
Disaccoppiando l’attività economica dal consumo di risorse limitate, l’economia circolare chiede alle aziende di ripensare al modo in cui gestiscono le risorse, realizzano e utilizzano i prodotti, risolvendo in maniera più funzionale anche il loro smaltimento.
Solo così sarà possibile creare una fiorente economia circolare entro i limiti del nostro pianeta. Il fulcro dell’economia circolare è una modalità di progettazione e produzione basata sulla rigenerazione e correlate a uno sviluppo sostenibile secondo 3 direttive:
- Azzerare i rifiuti e l’inquinamento
- Valorizzare il product lifecycle management, includendo in modo nativo (ovvero fin dalla fase di ideazione e progettazione) anche la fase di ri-condizionamento e ricircolo di prodotti e materiali
- Rigenerare la natura
Agenda 2030: iniziative governative per favorire la sostenibilità
Nel settembre 2015 più di 150 leader internazionali si sono incontrati alle Nazioni Unite per contribuire allo sviluppo sostenibile globale, promuovere il benessere umano e proteggere l’ambiente.
In questa occasione è stata approvata l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, i cui elementi essenziali sono i 17 obiettivi (OSS/SDGs, Sustainable Development Goals) e i 169 sotto-obiettivi che riprendono aspetti di fondamentale importanza per lo sviluppo sostenibile quali l’affrontare i cambiamenti climatici e costruire società pacifiche entro l’anno 2030 cercando di porre fine alla povertà, lottare contro l’ineguaglianza e promuovere lo sviluppo sociale ed economico.
A ruota, la Commissione Europea (Svizzera inclusa), ha stabilito un’agenda ambiziosa per favorire in zona UE un’economia circolare e garantire la coerenza tra la politica industriale e quella ambientale, climatica ed energetica.
Nel corso del 2021, i principali attori in Asia, tra cui Cina, Giappone e Corea del Sud, hanno seguito l’esempio. Ora, più di 193 Paesi hanno fissato obiettivi concreti per raggiungere la neutralità climatica da qui ai prossimi anni.
Bilancio di sostenibilità: che cos’è e perché fa la differenza
Perseguire la sostenibilità aziendale non è un’idea nuova. Ma, per dare concretezza agli intenti, in passato mancavano delle linee guida condivise.
Per gli obiettivi che puntano al contrasto ai cambiamenti climatici, ad esempio, fino a qualche anno fa gli sforzi compiuti dalle organizzazioni non avevano un quadro standardizzato e basato sull’evidenza.
Da parte delle aziende definire parametri incrementali significativi per misurare i progressi era molto complicato. La premessa, infatti, è che non c’è sviluppo sostenibile senza trasparenza.
La direttiva europea Csrd
La direttiva 2022/2464/UE (c.d. Corporate Sustainability Reporting Directive, abbreviato Csrd) si inquadra nell’ambito del Green Deal Europeo e ha lo scopo di promuovere la trasparenza e la divulgazione di informazioni da parte delle imprese riguardo agli impatti ambientali, sociali e legati alla governance (ESG) delle loro attività, attraverso un rafforzamento degli obblighi di reporting da parte delle imprese.
L’obiettivo perseguito con la Csrd è quello di consentire l’accesso da parte di investitori e stakeholders ad un’informativa sulla sostenibilità, per singola impresa o gruppo, maggiormente dettagliata, chiara e quanto più possibile standardizzata ed esaustiva, con evidenti conseguenze positive per il mercato finanziario in termini di completezza informativa, trasparenza e comparabilità dei dati.
La direttiva Csrd è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 16 dicembre 2022 ed è entrata in vigore il 5 gennaio 2023, mentre il recepimento da parte degli Stati Membri – compresa l’Italia – dovrà avvenire entro il 6 luglio 2024.
L’entrata in vigore del recepimento della Corporate Sustainability Reporting Directive si colloca in diversi momenti a seconda della tipologia di imprese coinvolte, e per la precisione:
- 1° gennaio 2024: per le grandi imprese e per le imprese madri di grandi gruppi con oltre 500 dipendenti (anche su base consolidata) che sono enti di interesse pubblico, ossia per i soggetti già tenuti all’obbligo di pubblicare la dichiarazione non finanziaria ai sensi del regime previgente;
- 1° gennaio 2025: per tutte le grandi imprese e società madri di grandi gruppi diverse da quelle di cui al punto precedente;
- 1° gennaio 2026: per le piccole e medie imprese con strumenti finanziari ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati, enti creditizi piccoli e non complessi, e le imprese di assicurazione captive e le imprese di riassicurazione captive;
- 1° gennaio 2028: per imprese di paesi terzi.
Tecnologie a supporto dello sviluppo sostenibile
Rispetto al digital transformation journey le aziende non hanno fatto grandi investimenti tecnologici per supportare le iniziative di sostenibilità.
Secondo gli osservatori, rispetto allo slancio sotteso a questo tipo di trasformazione, il divario tra dedizione teorica e implementazione pratica degli strumenti digitali potrebbe diventare una grave vulnerabilità per le aziende che intendono pianificare le loro iniziative di sostenibilità in futuro.
Solo un quarto (26%) degli intervistati ha affermato che le proprie organizzazioni utilizza sistemi dedicati per gestire le prestazioni di sostenibilità. Allo stato attuale, la maggior parte delle organizzazioni sta utilizzando dei fogli di calcolo, inserendo manualmente i dati senza integrare strumenti dedicati a livello di processo.
La maturità delle aziende sostenibili secondo gli analisti
Da più parti sta maturando una nuova cultura aziendale orientata a un senso di responsabilità e di condivisione di valori più alti.
Il moltiplicarsi dei bilanci di sostenibilità da parte delle aziende conferma un impegno nuovo e significativo di come le aziende stiano lavorando per centrare gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile.
Anche le più piccole: il 73% delle piccole e medie imprese ha avviato almeno un’iniziativa di sostenibilità in campo ambientale e il 63% una in campo sociale (Fonte: BVA Doxa in occasione de Forum per la Finanza Sostenibile 2019). Secondo le ultime ricerche, oggi 7 aziende su 10 (70%) ha reso pubbliche le informazioni circa la propria sostenibilità e oltre 6 aziende su 10 (62%) ha affermato che le proprie organizzazioni hanno fissato e comunicato obiettivi di sostenibilità.
Un altro terzo degli intervistati (34%) afferma che gli sforzi per la sostenibilità aiutano a ottimizzare i processi, promuovere l’innovazione, aumentare la produttività, migliorare l’efficienza della catena del valore e creare valore del marchio (Fonte: Snapshot of Sustainability Maturity – Sphera 2021).
Gli obiettivi nobili di uno sviluppo sostenibile
Per le aziende la sostenibilità non è più solo un bonus a livello di marketing. Le pratiche sostenibili creano valore nel lungo termine e aiutano le organizzazioni a competere nell’economia globale.
I 17 obiettivi fissati da Agenda 2030 di sviluppo sostenibile OSS (Sustainable Development Goals SDGs) e i 169 sotto-obiettivi ad essi associati costituiscono il nucleo vitale del documento guida per la sostenibilità in Europa. Tengono conto in maniera equilibrata delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, ossia economica, ecologica e sociale:
OBIETTIVI ECONOMICI Agenda 2030
- Costruire un’infrastruttura resiliente, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e sostenere l’innovazione;
- Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili;
- Garantire l’accesso all’energia a prezzo accessibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti;
- Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena occupazione e il lavoro dignitoso per tutti;
- Rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.
OBIETTIVI ECOLOGICI Agenda 2030
- Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità;
- Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze;
- Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti;
- Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine;
OBIETTIVI SOCIALI Agenda 2030
- Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili;
- Promuovere società pacifiche e inclusive orientate allo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli;
- Garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti
- Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età;
- Sradicare la povertà in tutte le sue forme e ovunque nel mondo;
- Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile;
- Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze;
- Ridurre le disuguaglianze all’interno dei e fra i Paesi;
Gli effetti di uno sviluppo sostenibile durante il biennio di Pandemia
In generale, le aziende più sensibili alle tematiche ecologiche hanno dimostrato una maggiore resistenza alla crisi pandemica.
Tra quelle che hanno effettuato investimenti per la sostenibilità, il 16% è riuscito ad aumentare il fatturato contro il 9% delle aziende non sostenibili.
Un vantaggio competitivo che si conferma anche in termini occupazionali (assume il 9% delle aziende con gestione sostenibile contro il 7% delle altre) e di export (con aumenti del 16% contro il 12%).
Nonostante l’incertezza che grava sul futuro, le imprese dimostrano di credere nella sostenibilità ambientale: quasi un quarto del totale conferma eco-investimenti per il triennio 2021-2023 (Fonte: rapporto GreenItaly 2020).
Sostenibilità nella nuova normalità secondo i consumatori
Durante il biennio di Pandemia da Covid-19, le persone hanno imparato a vedere le aziende sotto un’altra luce.
Il regime di continui stop&go dovuto ai lockdown li ha spinti a considerare nuove scale di valore e a modificare sia la domanda che le aspettative nei confronti dei brand.
Quasi la metà dei consumatori ha dichiarato di essere pronta a smettere o ha già smesso di acquistare tanto abbigliamento, calzature e mobili in nome della sostenibilità (Fonte: Accenture “Fjord Trends online” settembre 2021).
9 clienti su 10 (90%) afferma che il modo in cui un’azienda si comporta durante una crisi ne rivela l’affidabilità, con un 78% dei clienti che vede in questi ultimi tre anni grandi opportunità di rinnovamento e miglioramento del business (Fonte: Salesforce “The state of connected customer” 2021)
Nella mente dei consumatori 2 delle 5 priorità che li condizionano nella scelta di un brand sono orientate a uno sviluppo sostenibile:
- 60% Affidabilità
- 55% Pratiche ambientali
- 50% Servizio e supporto
- 46% Prodotti
- 45% Pratiche sociali
Lo sviluppo sostenibile richiede alle aziende standard più elevati
Come si evince dai dati, perseguire uno sviluppo sostenibile per le aziende oggi è ancora più importante, con oltre la metà dei consumatori (56%) che conferma di avere rivalutato il ruolo sociale delle aziende nel 2021 tra cui:
- trattamento dei dipendenti,
- azioni contro le ingiustizie razziali ed economiche,
- coinvolgimento della comunità,
- minaccia esistenziale del cambiamento climatico.
In breve, le aziende sono tenute a standard più elevati e in aree che i CDA prima non hanno mai preso realmente in considerazione.
Come sottolineano gli analisti, sebbene molti possano presumere che questi sentimenti esistano solo tra le generazioni più giovani, in realtà sono pervasivi in tutte le fasce d’età.
Innovazione, sostenibilità ed eco-compatibilità
In passato l’implementazione di innovazioni tecnologiche e industriali è stata considerata come una delle principali cause di consumo delle risorse naturali.
Oggi si sta comprendendo da più parti che innovazione e sviluppo sostenibile sono un binomio indissolubile.
Questo perché le persone, il Pianeta e i profitti sono strettamente correlati. Creare un ambiente imprenditoriale ottimale per uno sviluppo sostenibile ed eco-compatibile spiana la strada all’innovazione e alla creazione di novi posti di lavoro.
Per le aziende, questo significa che la sostenibilità non è più solo un bonus di marketing. Le pratiche sostenibili sono una posta in gioco per creare valore a lungo termine e competere nell’economia globale.
Secondo il rapporto “Future of Nature and Business” di Accenture, lo sviluppo sostenibile aprirà nuove opportunità commerciali per un valore di 10mila miliardi di dollari, trasformando i tre sistemi economici responsabili di quasi l’80% del degrado del Pianeta, ovvero cibo, infrastrutture ed energia.
Sostenibilità delle supply chain e rigenerazione
Più in generale la connessione tra sostenibilità e rigenerazione alza il sipario su un nuovo modello di business detto rigenerativo.
Sostituire il tradizionale modello “prendere, produrre, smaltire” con un approccio orientato all’economia circolare significa esplorare nuove pratiche come prezzi dinamici, microfabbriche e produzione iper-localizzata.
In un momento in cui le catene di approvvigionamento sono diventate più fragili a seguito della pandemia, le aziende possono verificarne la circolarità e trovare tutti i possibili luoghi di rigenerazione.
Le attività rigenerative variano per dimensioni, modello e forma, creando un mondo migliore nel modo di fare business e bilanciando l’adattamento agli ecosistemi naturali con l’essere produttivi per le persone.
3 esempi di aziende che sono impegnate nello sviluppo sostenibile
#1 Lidl: con il progetto Prevented Ocean Plastic ricicla la plastica
Recentemente Lidl ha intrapreso un progetto, chiamato Prevented Ocean Plastic, per riutilizzare i rifiuti di plastica oceanici in un nuovo materiale di confezionamento che ha migliorato la riciclabilità dei suoi imballaggi di pesce fresco incorporando contenuto riciclato.
#2 General Mills: è impegnata nell’agricoltura rigenerativa
Altri principi aziendali rigenerativi includono la ridistribuzione delle risorse per migliorare l’ecosistema del pianeta. General Mills, ad esempio, sta lavorando per far progredire l’agricoltura rigenerativa su un milione di acri entro il 2030. L’azienda si è impegnata a ridurre le emissioni assolute di gas serra del 30% lungo la sua filiera nel prossimo decennio.
#3 H&M
Nella moda, il gruppo H&M ha stretto una partnership con la piattaforma di noleggio di abbigliamento Gemme Collective per mettere in affitto a Stoccolma le collezioni dei loro marchi Weekday e & Other Stories. I noleggi di moda di lusso non sono nuovi ma questo modello è interessante in quanto proviene da marchi di moda con un modello di business basato su consumatori che sostituiscono frequentemente i loro vestiti in risposta alle tendenze stagionali.
Sviluppo sostenibile e diritto alla riparazione
Perché i comportamenti sostenibili si consolidino nel tempo, i brand devono pensare in modo diverso Product Lifecycle Management e Customer Service.
Nell’era della disruption, ad esempio, riscoprire la cultura della riparazione a quella della sostituzione contribuisce a potenziare lo sviluppo sostenibile.
Un esempio è la creazione di servizi che prolungano la vita di un prodotto, piuttosto che effettuare aggiornamenti incrementali che spingano i clienti a scartare un articolo in condizioni decenti per una nuova versione analoga anche se apparentemente più desiderabile.
Oggi la mancanza di soluzioni convenienti per la riparazione significa che per il cliente è più facile acquistare il nuovo che manutenere il vecchio. Per contrastare l’obsolescenza programmata o pianificata dei dispositivi tecnologici, ad esempio, sta nascendo un movimento per il diritto alla riparazione.
Nel Regno Unito, ad esempio, il diritto alla riparazione impone legalmente ai produttori di mettere a disposizione i pezzi di ricambio per le persone che acquistano elettrodomestici.
La Commissione Europea ha proposto una norma che obbliga i produttori di elettronica a fornire i piccoli dispositivi elettronici e gli smartphone entro il 2024 di ricarica universale USB-C in modo da incoraggiare il riutilizzo dei caricabatterie esistenti e ridurre gli sprechi e i rifiuti RAEE.
ESG: servizi di consulenza per la sostenibilità
Sostenibilità & Advisory sono un altro binomio strategico che aiuta le imprese a scalare il rating ESG (Enviroment Social Governance). Il mercato è in grande crescita, con un CAGR del 17% nel periodo tra il 2022 e il 2027 e destinato a superare i 16 miliardi di dollari.
L’accelerazione del trend è legato all’evolutiva delle normative in arrivo che saranno la bussola di molte scelte aziendali legate a fattori di compliance relativi alla trasformazione energetica ed ecologica ma anche alle politiche degli incentivi come, ad esempio, i Piani di Ripresa e Resilienza PNRR europei, con percorsi di sviluppo che portano benefici sia sul PIL sia su progettualità specifiche legate alla transizione ecologica.
Le misure di incentivazione fiscale incluse nel Piano Transizione 4.0 sono un tassello fondamentale di una strategia complessiva tesa ad aumentare la produttività, la competitività e la sostenibilità delle imprese italiane. Dal lato dell’offerta, tale strategia prevede il potenziamento della ricerca di base e applicata e la promozione del trasferimento tecnologico.
PNRR: i finanziamenti in Italia per la green economy
Il Piano Nazionale di Pripresa e Resilienza ha tra i suoi assi portanti il finanziamento di una rivoluzione verde e di una transizione ecologica finalizzata a rendere sostenibile, anzi sostenibilmente competitivo il sistema Paese.
Questa voce, infatti, ha ottenuto la fetta più corposa dei finanziamenti: 68,6 miliardi, di cui 59,3 dal dispositivo per la ripresa e la resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo complementare.
Gli aggiornamenti del Pnrr
Nel corso del tempo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha visto diversi aggiornamenti recenti relativi allo sviluppo sostenibile rispetto alla versione originaria del 2021. Tra i principali è stata data una maggiore enfasi al tema della transizione ecologica, con risorse aggiuntive per promuovere l’efficienza energetica, le energie rinnovabili e la mobilità sostenibile, incrementando ad esempio il budget per la riqualificazione energetica degli edifici e per l’installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine di ricarica per veicoli elettrici. Sono state inoltre rafforzate le misure per la tutela del territorio e la biodiversità, con particolare attenzione agli interventi per la gestione sostenibile delle foreste, la protezione delle aree costiere e la valorizzazione del patrimonio naturale, con la previsione della creazione di nuove aree protette e l’avvio di programmi di rimboschimento. Quanto all’economia circolare, sono stati stanziati fondi per promuovere la rigenerazione urbana, il riciclo dei rifiuti e la produzione di beni e servizi sostenibili. Nalle sua ultima versione, inoltre, il Pnrr pone maggiore attenzione all’inclusione sociale e alla lotta alle disuguaglianze, con misure per garantire che i benefici dello sviluppo sostenibile siano distribuiti equamente tra tutti i cittadini, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili della popolazione.
La strategia nazionale di sviluppo sostenibile
a “Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile” (SNSvS) in Italia rappresenta il quadro di azione orientato alla promozione di uno sviluppo che armonizzi aspetti economici, sociali e ambientali, declinando per il contesto nazionale gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delineati dall’ONU. La SNSvS – si legge sul sito del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica – intende integrare i principi dell’Agenda 2030 nel tessuto socio-economico e politico italiano, “offrendo una road map per affrontare sfide pressanti come il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali e la promozione di un’economia circolare. Istituita per garantire un futuro prospero e resiliente per le generazioni attuali e future, la Strategia coordina le iniziative a livello nazionale e locale, promuovendo collaborazioni tra enti governativi, organizzazioni non governative, aziende e cittadini, al fine di sviluppare soluzioni innovative e sostenibili. L’obiettivo finale è quello di creare una società più equa e inclusiva, dove ogni individuo possa godere di un alto livello di benessere senza compromettere le risorse e le opportunità per le future generazioni”.
La SNSvS rappresenta lo strumento di coordinamento nazionale che assume i 4 principi guida dell’Agenda 2030: integrazione, universalità, trasformazione e inclusione.
Nella sezione “5 P” ci sono gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Italia, organizzati sulla base delle 5 P dell’Agenda 2030 – Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partnership. SDG e target dell’Agenda 2030 non sono ripresi tal quali nella SNSvS, che lavora piuttosto sulle interconnessioni tra gli SDG, identificando Scelte Strategiche a loro volta articolate in Obiettivi Strategici Nazionali. Valori obiettivo sono associati, ove disponibili, a scelte e obiettivi strategici nazionali. Un sistema di monitoraggio integrato è stato definito per monitorare valori obiettivo e indicatori a essi associati.
Nella sezione “Vettori di sostenibilità“: sono intesi quali elementi necessari e condizioni abilitanti per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile a livello nazionale e territoriale. I tre vettori di sostenibilità sono: la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile (PCSD), la cultura per la sostenibilità, la partecipazione per lo sviluppo sostenibile.
Parte integrante della SNSvS, spiega ancora il Mase, sono infine i suoi due allegati: il Programma di Azione Nazionale per la Coerenza delle Politiche per lo Sviluppo Sostenibile, esito della collaborazione tra MASE, OCSE, DG Reform della Commissione Europea con il supporto del “sistema di attori” della SNSvS, e il rinnovato Regolamento del Forum per lo sviluppo sostenibile.
Le opportunità offerte dalla transizione
In linea con la Strategia europea, infatti, anche il PNRR italiano punta a una piena sostenibilità ambientale, che riguarda anche il miglioramento della gestione dei rifiuti e dell’economia circolare, l’adozione di soluzioni di smart agriculture e bio-economia, la difesa della biodiversità e il rafforzamento della gestione delle risorse naturali, a partire da quelle idriche.
Come si legge a pagina 23 del documento: “Il Governo intende sviluppare una leadership tecnologica e industriale nelle principali filiere della transizione (sistemi fotovoltaici, turbine, idrolizzatori, batterie) che siano competitive a livello internazionale e consentano di ridurre la dipendenza da importazioni di tecnologie e creare occupazione e crescita. Il Piano rafforza la ricerca e lo sviluppo nelle aree più innovative, a partire dall’idrogeno. Nel pianificare e realizzare la transizione, il governo intende assicurarsi che questa avvenga in modo equo e inclusivo, contribuisca a ridurre il divario Nord-Sud e sia supportata da adeguate politiche di formazione. In particolare, il Piano vuole favorire la formazione, la divulgazione, e più in generale lo sviluppo di una cultura dell’ambiente che permei tutti i comportamenti della popolazione, valorizzando la filiera italiana nei settori dell’agricoltura e dell’alimentare, migliorando le conoscenze dei cittadini riguardo alle sfide e alle opportunità offerte dalla transizione“.
Tecnologia e innovazione per uno sviluppo sostenibile
L’era digitale ha inaugurato nuovi orizzonti per l’innovazione e la tecnologia, offrendo strumenti potenti per affrontare alcune delle sfide più pressanti legate allo sviluppo sostenibile. Nell’ambito della ricerca di soluzioni per la sostenibilità, la tecnologia si posiziona come un catalizzatore essenziale per l’attuazione di pratiche eco-compatibili, efficienti e inclusive.
Intelligenza artificiale e big data per l’ambiente
L’intelligenza artificiale e l’analisi dei big data stanno rivoluzionando il modo in cui comprendiamo e interagiamo con l’ambiente. Dall’ottimizzazione delle risorse idriche alla previsione di eventi climatici estremi, queste tecnologie offrono soluzioni innovative per affrontare le sfide ambientali. Ad esempio, sistemi basati sull’IA sono stati sviluppati per monitorare la deforestazione in tempo reale, consentendo interventi rapidi e mirati. Inoltre, l’analisi predittiva dei big data sta aiutando le città a diventare più resilienti ai cambiamenti climatici, attraverso la pianificazione urbana e la gestione delle emergenze basate su dati.
Energia pulita e tecnologie di efficienza energetica
Le tecnologie legate all’energia pulita, come i pannelli solari fotovoltaici e le turbine eoliche, continuano a migliorare in termini di efficienza e costi. Questi progressi sono essenziali per accelerare la transizione verso un mix energetico a basse emissioni di carbonio. Parallelamente, le innovazioni nell’efficienza energetica – dagli edifici intelligenti ai dispositivi IoT per il monitoraggio del consumo energetico – stanno riducendo il fabbisogno energetico globale e minimizzando l’impronta ecologica delle attività umane.
Economia circolare e tecnologie di riciclo avanzate
L’adozione di un modello economico circolare è fondamentale per ridurre lo spreco di risorse e minimizzare l’impatto ambientale. In questo contesto, le tecnologie emergenti giocano un ruolo chiave. Ad esempio, nuovi processi di riciclo chimico stanno trasformando i rifiuti plastici in preziose risorse riutilizzabili, mentre le piattaforme digitali per l’economia condivisa stanno promuovendo il riutilizzo e la riduzione dei rifiuti. Queste innovazioni non solo contribuiscono alla sostenibilità ambientale ma aprono anche la strada a nuove opportunità economiche.
Mobilità sostenibile e veicoli elettrici
La mobilità sostenibile è un altro ambito in cui tecnologia e innovazione stanno facendo la differenza. I veicoli elettrici (VE), insieme alle infrastrutture di ricarica intelligenti e ai sistemi di trasporto pubblico a basso impatto, stanno riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e migliorando la qualità dell’aria nelle città. Inoltre, l’adozione di tecnologie avanzate per la gestione del traffico e la mobilità condivisa sta ottimizzando i modelli di spostamento e riducendo le emissioni di gas serra. Una sfida rilevante, se si considera che il sesto rapporto di valutazione (AR6) dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) mostra che le emissioni globali di gas serra hanno raggiunto un massimo storico di 53,6 gigatonnellate di CO2 equivalente nel 2020.
L’impatto del conflitto in Ucraina e le sue conseguenze per lo sviluppo sostenibile
Il conflitto in Ucraina ha avuto un impatto significativo sugli sforzi globali per lo sviluppo sostenibile. L’interruzione delle catene di approvvigionamento, l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime e lo spostamento di milioni di persone hanno esacerbato le sfide esistenti, come la povertà, la fame e l’insicurezza alimentare. Inoltre, il conflitto ha aumentato le preoccupazioni per la sicurezza energetica e ha ostacolato gli sforzi per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Il ruolo delle città nello sviluppo sostenibile
Le città svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo sostenibile. Concentrano una grande parte della popolazione mondiale e sono responsabili di una significativa quota del consumo di energia e delle emissioni di gas serra. Allo stesso tempo, le città sono anche centri di innovazione e cambiamento e possono essere incubatori di soluzioni per affrontare le sfide globali, come i cambiamenti climatici, la povertà e le disuguaglianze.
Promuovere città più sostenibili richiede un approccio olistico che consideri aspetti come la pianificazione urbana, la mobilità, l’efficienza energetica, la gestione dei rifiuti e l’accesso a servizi di base come l’acqua pulita e i servizi igienici. Investire in infrastrutture sostenibili e in tecnologie innovative può contribuire a ridurre l’impatto ambientale delle città e migliorare la qualità della vita dei residenti. Inoltre, è fondamentale coinvolgere le comunità locali nel processo decisionale e promuovere pratiche di consumo e produzione sostenibili.
Articolo originariamente pubblicato il 30 Ago 2022