Il percorso verso la sostenibilità, ambientale e sociale, così come quello legato alla possibilità di sviluppare una gestione delle organizzazioni e delle imprese ispirata a criteri di etica, di fiducia e di trasparenza sta trovando uno straordinario supporto nel ruolo che sta svolgendo l’innovazione digitale. La sostenibilità è un valore che può essere messo in diretta e strettissima relazione con i valori della conoscenza e dunque della capacità di disporre di dati e di informazioni e di metterli in relazione in modo sempre più efficace e sempre più sicuro. In particolare, ci siamo abituati a considerare la blockchain come una tecnologia che aiuta a portare fiducia all’interno di ecosistemi popolati da soggetti, persone, imprese, organizzazioni che condividono una logica di relazione di tipo decentralizzato. Con il contributo di William Nonnis, Full Stack & Blockchain Developer – Ministero della Difesa* si affrontano alcuni degli ambiti che mettono in relazione l’innovazione digitale con i temi della sostenibilità ambientale e sociale.
Credo fermamente che il digitale e le tecnologie innovative disruptive (cioè di rottura rispetto al contesto in cui siamo abituati a vivere da anni), possano dare realmente un grande supporto socio-economico ai cittadini, alle Aziende e alla PA, attraverso una valutazione analitica dell’impegno e dei risultati in termini di sostenibilità e di responsabilità sociale, prendendo principalmente in esame le diverse fasi della loro catena di valore. In particolare questo valore si esprime in alcuni ambiti come Fintech, Sanità, Istruzione, Giustizia, Energia (comprendendo nell’Energy la gestione dei rifiuti, il settore idrico, le gestione delle fonti come gas).
Vediamo queste prospettive in termini specifici a partire dal Fintech
La transizione verso una finanza eco-sostenibile e in generale verso un sistema finanziario sostenibile si può attuare si se crea e trasferisce Asset in modo tale da promuovere il benessere di un’economia inclusiva nel lungo termine. Ciò significa garantire servizi finanziari a “miliardi di persone e milioni di piccole imprese che oggi ne sono esclusi”. In questo percorso, una spinta decisiva può arrivare appunto dal fintech, il settore che fonde finanza e tecnologia. Oggi la maggior parte delle piattaforme digitali viene utilizzata principalmente attraverso un semplice smartphone; queste piattaforme permettono di aprire la platea dei servizi finanziari a popolazioni povere e permettono di arrivare anche in aree remote dove l’offerta di servizi basata su “asset fisici” appare insostenibile. Questo riguarda principalmente un nuovo modello di sviluppo: l’espansione di piattaforme di microcredito e prestiti peer-to-peer non è possibile senza internet. Le nuove tecnologie, quali la blockchain, consentono di trasferire risorse in pochi secondi, a costi ridotti/irrisori e in qualsiasi parte del mondo.
Affrontiamo un tema che è purtroppo diventato di strettissima attualità a causa della pandemia: l’innovazione digitale per la salute e per la sanità. In quale misura può contribuire a raggiungere obiettivi di sostenibilità?
In ambito sanitario, soprattutto nell’attuale situazione di emergenza che stiamo vivendo, il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) su scala, non è riuscito ad incidere in maniera strutturata ed organizzata nei confronti dei cittadini. Anche per questo motivo la tecnologia Blockchain (quella vera, cioè: pubblica e permissionless), ha un’influenza profonda sulla vita dei cittadini, sulle aziende e sulla PA. Ad esempio, se fino ad oggi la storia clinica di un paziente è stata affidata ad archivi parzialmente digitali, oppure ad archivi cartacei frammentati e deteriorabili, con la conseguente discontinuità di diagnosi, terapie e di trasporto, è ora possibile far ricorso ad una chiave di accesso digitale che in tempo reale ci restituisca tutto il percorso del paziente: dalle scelte meno complesse, come il cambio del medico di medicina generale, a ricerche più approfondite sullo stato di salute, fino ad arrivare a complessi studi epidemiologici, flussi sanitari, mappature della distribuzione di malattie croniche o infettive. La rivoluzione digitale che stiamo attraversando può e deve essere il volano di una semplificazione e di una umanizzazione, non solo delle cure, ma anche un percorso di sviluppo e di distribuzione equo delle possibilità.
C’è un altro tema che è purtroppo oggetto di un grande dibattito in relazione alle limitazioni imposte dal Covid 19 e riguarda il mondo dell’istruzione. Che ruolo può svolgere la blockchain?
L’educazione non può che assumere un ruolo da protagonista in qualità di strumento di trasformazione sostenibile di ambiente, economia e società con le tecnologie digitali a disposizione. Occorre, quindi:
- rafforzare nei ragazzi il rapporto con l’ambiente, con le risorse e con le diversità naturali e socioculturali del territorio;
- trasmettere la complessità e l’interdipendenza delle sfide globali per poter agire consapevolmente nella vita quotidiana e promuovere la transizione sostenibile;
- insegnare a valutare criticamente i comportamenti, individuali e collettivi, e a saper riconoscere le esperienze virtuose e il reale contributo dell’innovazione e della tecnologia.
Sicuramente la tecnologia Blockchain offre la possibilità di effettuare la storia formativa dello studente, diventando un Asset imprescindibile da utilizzare per far evolvere l’intero ecosistema dell’istruzione. Grazie all’utilizzo del Wallet, si potranno verificare le certificazioni delle competenze personali, verificabili in real time e senza confini geografici. Ad esempio, l’automazione dei processi di gestione delle informazioni tra le scuole secondarie e l’università, o di abilitazione dei programmi di studio all’estero e il conseguente riconoscimento dei crediti formativi.
C’è poi il tema legato anche al mondo della giustizia, che valore può arrivare dalla blockchain?
Anche le scienze giuridiche, economiche e dell’organizzazione saranno rivoluzionate dall’applicazione della Blockchain, così come il mondo produttivo e gli scambi commerciali. Ad oggi la giustizia non riesce ad esercitare e a smaltire attività quotidiane, nonostante la Piattaforma (PST – Giustizia), che permette di depositare, con non poche difficoltà, gli atti giudiziari.
La blockchain, grazie al suo potenziale, tecnico e strutturale, può dare un supporto importante a tutti gli attori coinvolti, ad esempio in relazione agli Arbitrati dove si può decidere con i token, oppure con gli Smart contract di risolvere le controversie, supportando e implementando le soluzioni di sicurezza informatica che ad oggi molto spesso vengono sottovalutate in maniera inconsapevole.
Ma uno dei campi in cui è più rilevante questo ruolo è rappresentato dal settore dell’energia. Qui forse più che altrove il tema della sostenibilità ambientale può essere affrontato in modo diretto?
Nel mondo dell’energia e delle utility in senso ampio, comprendendo il waste management, il settore idrico, la distribuzione di gas, la tecnologia blockchain si diffonde dal basso, quindi dai cittadini ed è in grado di garantire certezza sotto molti aspetti: per esempio, dando l’esatta misura di consumo energetico del singolo, oppure ridistribuendo la produzione delle rinnovabili di ogni cittadino. È quanto avviene già in Australia, dove una startup ha sviluppato una soluzione che permette ad ogni cittadino, che sia possessore di un impianto fotovoltaico o di altra fonte rinnovabile, di redistribuire l’energia superflua, utilizzando solo una parte residua di quanto prodotto. È stato istituito un portale energetico pubblico, frutto di un accordo tra governo e fornitore nazionale, stabilendo che la rivendita energetica rinnovabile da parte di utenti privati deve avere una soglia massima di costo. In pratica, sul portale viene dichiarata la quota di energia che ognuno decide di rivendere ad un prezzo stabilito, creando le basi per un’economia circolare, altrimenti detta tokenizzazione, la conversione dei diritti di un bene in un token digitale registrato su una Blockchain, dove il bene reale e il token (una sorta di “gettone virtuale”) sono collegati da uno smart contract.
È possibile impiegare il token per pagare la bolletta o le tasse, per fare acquisti di beni di prima necessità; in Australia ci sono aziende private distributrici di energia che, in base al tipo di area in cui avviene il peer-to-peer energetico, hanno installato colonnine di ricarica per i veicoli elettrici del quartiere. Così la Blockchain può dare certezza a un consumo reale di energia, combattendo anche la dispersione e favorendo l’efficienza energetica. Questo modello energetico sicuramente può essere replicato anche per gas, acqua e rifiuti, educando ed incentivando i cittadini ad un utilizzo corretto sia della tecnologia, che, soprattutto, ad una maggiore accortezza dell’impatto ambientale, all’ecosostenibilità e al benessere che si ripercuote su loro stessi.
Le organizzazioni decentrate e distribuite stanno sorpassando quelle centralizzate e gerarchiche grazie ai benefici apportati da una nuova ondata di tecnologie e di comunicazione globale. La distribuzione delle informazioni è una caratteristica rivoluzionaria della tecnologia blockchain.
L’elemento innovativo, rispetto ad altri sistemi tecnologici, è che non esiste più una logica di centralizzazione, anche nelle sue forme evolute decentralizzate, ma una forma distribuita ed orizzontale delle informazioni. Un sistema centralizzato, tanto per chiarire, è un computer connesso a un server centrale, dove è possibile recuperare informazioni. Quello decentralizzato è esemplificabile con un sistema bancario che è tenuto ad inviare alla Banca Centrale Europea le transazioni svolte nella giornata.
Nel sistema distribuito tutti i partecipanti alla rete di servizi hanno la possibilità di effettuare mining (modo utilizzato dal sistema Bitcoin e dalle criptovalute in generale per emettere moneta) o validazioni. Questo tipo di caratteristica permette di responsabilizzare il singolo individuo su tutte le operazioni che svolge in ambito Digitale impattando nella nostra quotidianità. Il corretto uso dello strumento dipende sempre dalla consapevolezza e volontà dell’essere umano, che in questo caso va istruito con formazione e informazione per l’utilizzo delle tecnologie. L’obiettivo è quello di far coesistere le regole e i regolamenti che privilegiano le soluzioni ad oggi consolidate, con l’adozione di quelli nuovi e potenzialmente più efficaci. Soltanto abbracciando il cambiamento e testando soluzioni rapide che incorporano nuovi approcci, l’organizzazione emergente sarà in grado di creare società sostenibili e resilienti.
I settori della filiera o Supply chain sono sicuramente interessati all’utilizzo della Blockchain. Il settore agroalimentare, ad esempio, presenta molteplici punti deboli e sue criticità: la contraffazione (600 miliardi di dollari complessivi, 65 miliardi di dollari per «Italian Sounding»); gli sprechi e l’inefficienza della supplychain (1,3 miliardi di tonnellate di sprechi); la cyber security; la mancanza di trasparenza, le controparti ignorano dove si trovano le merci, il loro trasporto e relativa qualità; la mancanza di fiducia, il venditore desidera ricevere il pagamento prima di spedire la merce ma anche il compratore desidera ricevere la merce prima di effettuare il pagamento; l’utilizzo costante del cartaceo, tutti i documenti giustificativi come la descrizione delle merci, la spedizione e il finanziamento sono cartacei; i tempi di lavorazione, tutti i processi di lavorazione attualmente, nonostante l’evoluzione e disponibilità tecnologica, non hanno permesso l’accelerazione e la semplificazione di queste procedure.
La Blockchain da parte sua può risolvere tali criticità prevenendo innanzitutto le frodi, perché gran parte dei dati di conformità viene attualmente verificata da terze parti e archiviata su carta o in un database centralizzato. Ma i database sono estremamente vulnerabili per inaccuratezze informative, hacking, errori intenzionali motivati da corruzione e comportamenti fraudolenti. La Blockchain invece opera in modo anonimo, i record vengono mantenuti permanentemente, quindi gli errori sono riconducibili ai singoli colpevoli e questa funzione non è affatto banale per la ricerca delle responsabilità e per la soluzione delle crisi.
Quali sono i vantaggi, in termini di creazione di un contesto più sostenibile, che portano vantaggi ai cittadini e ai consumatori?
Con la Blockchain avremmo sicuramente una serie di vantaggi per il consumatore e per la sua salute, eccone alcuni:
Altro aspetto fondamentale nel settore Supply Chain e nell’Agrifood in particolare è l’ausilio dato da dispositivi IoT (sensori di temperatura, pressione, umidità che con i relativi dati verranno associati alla transazione del prodotto, con un eventuale monitoraggio costante da parte di chi invia e riceve lo stesso) dai droni e dai satelliti. L’utilizzo di questi sussidi permetterebbe, infatti, di conoscere come avviene l’intero processo della coltivazione, controllando quanti e quali eventi atmosferici hanno accompagnato una data piantagione, il tipo di coltivazione effettuata per la crescita, ma soprattutto, andrebbe a garantire la reale bontà e qualità del prodotto, dando dei parametri corretti e incorruttibili al cliente finale.
La blockchain risponde con un sistema che è by-design: non c’è un’autorità che certifica la sicurezza dei dati e l’attendibilità delle transazioni (cosa che peraltro si ripercuote positivamente anche sui costi di implementazione); è il sistema stesso, grazie alla natura distribuita, alla crittografia e anche alla particolare concatenazione dei blocchi, ad essere sicuro e ad infondere quel trust su cui si può fondare un business efficiente e produttivo.
*William Nonnis, Full Stack & Blockchain Developer del Ministero della Difesa
Classe 1982, da oltre vent’anni si occupa di sviluppo software, siti web e web application, dal 2012 studia, progetta e sviluppa Blockchain, Smart Contract, Token, DLT e le principali caratteristiche delle Cryptocurrency, riconducibili al protocollo Blockchain. Riconosciuto tra i 10 Top Influncer Blockchain Developer per MondoCrypto, si definisce un “purista della Blockchain”.
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