Spesso nel momento in cui si parla di sostenibilità in termini generali si è portati a considerare primariamente il raggiungimento di obiettivi ambientali a cui progressivamente si aggiunge una crescente attenzione alle persone e alle comunità sia all’interno sia all’esterno delle organizzazioni. In concreto si parte dalla “E” di ESG per poi aggiungere la “S”. Spesso, nel linguaggio comune, c’è un tema che non viene sufficientemente evidenziato ma che sta assumendo un ruolo sempre più importante nell’ambito della Governance delle imprese e riguarda i temi della sicurezza, in tutte le sue possibili declinazioni e come attenzione alle logiche di Risk management. Un tema questo che è assolutamente rilevante e significativo nel momento in cui si guarda alla trasformazione sostenibile nel mondo della sanità.
Sanità e sostenibilità: quali sono i punti di riferimento
La sostenibilità è certamente una priorità anche per il mondo della sanità pubblica e privata e la strada maestra per raggiungere questi obiettivi è rappresentata dall’innovazione tecnologica e del digitale in modo particolare, ma più che in altri settori i target di decarbonizzazione devono essere il frutto di un piano che sia nello stesso tempo in grado di ridurre le emissioni e di garantire e aumentare il livello di sicurezza e qualità dei servizi.
Se si guarda poi al concetto di One Health, ovvero al principio olistico in base al quale la salute delle persone è il frutto della interconnessione tra la salute umana, la salute animale e la salute degli ecosistemi nei quali vivono le persone stesse, ecco che il tema della creazione di una sanità più sostenibile assume un ulteriore valore.
Nella prospettiva One Health per riuscire a garantire la salute delle persone è necessario riuscire ad agire per garantire anche la salute dell’ambiente e degli animali. In questo senso tra i vari punti chiave del principio One Health dobbiamo considerare i temi legati a un uso sostenibile delle risorse naturali che si devono saldare a quelli dell’Interconnessione tra salute umana, animale e ambientale; della collaborazione interdisciplinare, della Prevenzione e controllo delle malattie, della Sicurezza Alimentare, della Resistenza agli Antibiotici e dell’Educazione e Sensibilizzazione.
Il mondo della sanità si trova dunque nella duplice condizione di richiedere la creazione e il mantenimento di ecosistemi ambientali più sostenibili e di svolgere un ruolo importante a sua volta per realizzarli.
Consumi energetici al centro del rapporto tra sanità e sostenibilità
Come si evince dai dati pubblicati da Statista nella tavola evidenziata nell’apertura del servizio il mondo della sanità è al terzo posto in Europa per quanto riguarda il consumo di energia per metro quadrato immediatamente dopo il mondo dell’ospitalità (Hotel e strutture alberghiere) e al mondo Retail. Un dato che indica come i temi dell’efficienza energetica possano trovare spazio di intervento per contribuire fattivamente a una più corretta ottimizzazione.
Nello stesso tempo si può osservare in questa analisi sempre di Statista come il mondo Lifescience e Healthcare sia nelle prime posizioni tra i settori nell’integrazione delle strategie di sostenibilità (settore preceduto solo dal mondo Energy & Utilies) mentre la stessa tavole mostra che in relazione al ruolo dell’utilizzo dell’innovazione digitale il settore sia invece nelle ultime posizioni. Tanto spazio dunque di miglioramento soprattutto nella possibilità di sfruttare le potenzialità dell’innovazione digitale nell’ambito della sustainability strategy.
Un altro dato altrettanto rilevante riguarda il contributo del mondo healthcare in generale in termini di emissioni globali. Se si guarda allo studio “The carbon footprint of healthcare settings: A systematic review” (qui per accedere alla documentazione completa n.d.r.) si può notare che i sistemi sanitari nel loro complesso rappresentano una quota tra il 4% e il 5% delle emissioni di gas serra a livello mondiale. Il macrodato che emerge da questa ricerca riguarda il ruolo dei consumi energetici che rappresentano appunto la quota a cui va attribuita la più importante “responsabilità” per quanto attiene le emissioni del settore.
Alla ricerca di un rapporto sempre più diretto tra sanità e sostenibilità
Come accennato nell’introduzione il tema del rapporto tra sanità e sostenibilità ha bisogno di essere focalizzato con un’attenzione e una sensibilità specifici che sono differenti da quelli di qualsiasi altro settore.
Sino ad oggi il tema dell’impatto ambientale del mondo healthcare, per quanto importante, è stato posto in seconda istanza rispetto ai temi legati alla sicurezza e alla qualità dei servizi.
Nello stesso tempo non si può non considerare che la quota di spesa destinata al mondo della sanità arriva a rappresentare il 9% circa del PIL relativamente ai paesi OCSE e nel processo decisionale di questa spesa sta crescendo la consapevolezza che tra i fattori che determinano questa spesa, oltre alla già citata componente energetica, ci sono tante altre componenti sulle quali è necessario agire perché la sanita possa contribuire a migliorare le condizioni ambientali dell’ecosistema sanitario.
Perché la sicurezza energetica condiziona il rapporto tra sanità e sostenibilità
Il tema della sicurezza in generale e della sicurezza energetica in particolare rappresenta uno dei fattori che hanno guidato e guidano le scelte di gestione del mondo healthcare. Le organizzazioni e le strutture ospedaliere sono realtà con consumi energetici molto consistenti. Se in questo caso si prende come punto di riferimento il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica 2023 di ENEA (qui per la consultazione n.d.r.) in particolare per quanto attiene all’analisi relativa al settore dei servizi si osserva che il consumo energetico nel 2021 ha segnato una crescita del 5,5% rispetto all’anno precedente. La sanità in generale ha segnato una crescita del 3,8% in termini di consumi energetici su questo periodo. In generale la sanità pubblica rappresenta poi la principale fonte di consumi energetici nell’ambito della Pubblica Amministrazione e da alcune ricerche emerge che il fabbisogno energetico in un contesto ospedaliero è circa il triplo di quello necessario nel mondo housing.
Le ragioni che rendono la sanità “così energivora” sono da ricercare appunto nella necessità di garantire primariamente la sicurezza energetica a fronte di avere la massima garanzia ad esempio a livello di continuità del servizio 24 ore al giorno tutti i giorni dell’anno, di condizioni ambientali, di sicurezza delle facility e di condizioni di funzionamento di attrezzature che, oltre ad essere spesso energivore, necessitano di operare in condizioni di temperatura ottimali.
Strutture ospedaliere al centro del percorso di decarbonizzazione
Inoltre se si guarda alle strutture ospedaliere a tutti gli effetti come a delle grandi comunità si devono considerare le condizioni speciali in cui devono gestire tante e diverse esigenze che caratterizzano questa comunità di persone. In queste strutture convivono tante e diverse dimensioni, quella dalla cura, delle analisi e degli strumenti per effettuare diagnosi o interventi con la camere operatorie, con le apparecchiature diagnostiche per le indagini radiologiche, per risonanze e TAC e altre strumentazioni con specifiche esigenze in termini di gestione energetica come possono essere quelle per le terapie intensive. Ci sono poi i servizi legati alla degenza ospedaliera che sono per certi aspetti assimilabili ai servizi del settore alberghiero, a cui si devono aggiungere anche in questo caso maggiori livelli di sicurezza nell’erogazione di ogni singolo servizio. Ci sono poi altre attività che spesso coincidono, anche se non sempre e non necessariamente, con le strutture ospedaliere come possono essere servizi dedicati a una degenza riabilitativa, a strutture dedicate alla ricerca medica e al mondo universitario.
Climatizzazione, pulizia e qualità dell’aria, massima garanzia di continuità operativa anche a fronte di rischi di blackout sono alla base di una importante richiesta di energia che non ammette compromessi per quanto riguarda il risk management, ma che offre, sul piano nazionale, importanti spazi di miglioramento dal punto di vista dell’ottimizzazione, dell’efficientamento e dunque della decarbonizzazione.
Decarbonizzazione nella sanità: sicurezza e ottimizzazione dell’energia
I fattori che possono aiutare il mondo della sanità a contribuire a sua volta alla creazione di un ecosistema più sostenibile e dunque compatibile con i principi One Health sono tanti e diversi, alcuni riguardano una evoluzione della sanità indirizzata allo sviluppo della telemedicina o comunque di modalità di erogazione di servizi, come il Fascicolo Sanitario Elettronico, la cartella clinica digitalizzata e tutti i processi di dematerializzazione che contribuiscono ad aumentare l’efficienza delle organizzazioni sanitarie e di ridurre la pressione in termini di presenza fisica di pazienti e personale dedicato a servizi che non sono necessariamente collegati all’assistenza e alla cura. Una innovazione ed una evoluzione che presenta evidentemente anche un impatto sulla gestione delle strutture ospedaliere.
Al netto di questi fenomeni i temi chiave che possono contribuire alla sostenibilità della sanità pubblica e privata senza in alcun modo affrontare compromessi con i temi della sicurezza, passano in larghissima misura dall’innovazione tecnologica e dal digitale in modo particolare.
Così come nel settore industriale con le logiche dell’Industry 4.0 prima e dell’Industry 5.0 successivamente si sta concretizzando da tempo un approccio data driven, espressamente e chiaramente guidato dai dati così dovrebbe avvenire nel mondo della sanità dove ai dati deve essere affidato primariamente l’obiettivo di garantire che qualsiasi forma di efficientamento energetico, di ottimizzazione delle risorse, di ripensamento dei processi in chiave sostenibile non vada a svantaggio della sicurezza e della continuità dei servizi. La logica data driven nel rapporto tra sanità e sostenibilità deve infatti essere primariamente nel segno della sicurezza e della qualità dei servizi prima di tutto.