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Rischio climatico e banking: analisi e raccomandazioni della BCE

Dal rapporto “The state of climate and environmental risk management in the banking sector” della Banca Centrale Europea arriva una analisi della situazione delle banche europee in relazione alla loro esposizione a rischi climatici e ambientali, un invito a una maggiore attenzione verso questi rischi e uno stimolo a intraprendere azioni adeguate per affrontare anche i rischi di transizione

Pubblicato il 10 Dic 2021

Fonte: European Central Bank, The state of climate and environmental risk management in the banking sector. Novembre 2021

A novembre dello scorso anno la Banca Centrale Europea pubblicava la “Guida sui rischi legati al clima e all’ambiente  in cui invitava a mappare e gestire i rischi direttamente e indirettamente correlati al clima in generale per avviare una gestione sicura e prudente dell’impatto del climate change (climate-related and environmental: C&E) sulle attività bancarie.  A quel report ha fatto seguito a giugno 2021 il rapporto La gestione e la supervisione dei rischi ESG per gli istituti di credito e le imprese di investimento” e a luglio un piano di azione specifico relativo alla politica monetaria espressamente indirizzato a includere il cambiamento climatico nelle strategie di politica monetaria.  Il tutto in uno scenario di valutazione e gestione dei rischi legati al clima da parte delle istituzioni bancarie e finanziarie che ha preceduto e che sta seguendo gli impegni di COP26.

Il nuovo report sul rapporto tra banche e rischi ambientali e climatici 

Nella Guida sui rischi legati al clima e all’ambiente la Banca Centrale Europea formulava delle indicazioni e delle aspettative in merito alle misure con cui gli enti avrebbero dovuto considerare i rischi “Climate-related and Environmental: C&E”  nel momento in cui affrontavano e attuavano la loro strategia aziendale e veniva indica una serie di pratiche (per la precisione 13) da adottare in merito alla governance, al risk management e alle prove di stress relativi ai “fattori ambientali”. L’obiettivo era quello di aumentare la conoscenza verso quei fattori di rischio, di indirizzare scelte in grado di comprendere e gestire i rischi più conosciuti e aumentare nello stesso tempo la trasparenza in tutte le attività soggette a questi rischi.

A distanza di quasi 12 mesi da quell’intervento arriva sempre dalla BCE un altro report che questa volta esamina i risultati di quelle raccomandazioni e mette in relazione i rischi climatici con le attività effettivamente svolte dal mondo bancario attraverso il report “The state of climate and environmental risk management in the banking sector”.

Banking e climate change: 112 banche europee sotto esame

In questa ricerca vengono prese in considerazioni 112 banche e il risultato dell’analisi appare preoccupante in termini di gestione del profilo di rischio associato al climate change. La maggior parte degli istituti di credito europei ha infatti ancora molto da fare in termini di adeguamento alle prassi indicate dalla BCE.

Fonte: European Central Bank, The state of climate and environmental risk management in the banking sector. Novembre 2021

In particolare nella guida del novembre 2020 sui rischi legati al clima e all’ambiente la BCE aveva appunto indicato 13 supervisory expectations e il report si pone ora l’obiettivo di capire se e come quelle indicazioni sono state recepite e attuate. I risultati indicano che purtroppo nessuna delle istituzioni è veramente vicina all’allineamento completo delle proprie pratiche con le aspettative di vigilanza. In alcuni casi ci sono importanti passi in avanti nella gestione dei rischi C&E, ma gran parte degli istituti è ancora nelle prime fasi di sviluppo anche se è peraltro diffusa una ampia consapevolezza del problema da parte della maggior parte istituti stessi che dichiarano come il 90% delle loro pratiche sia solo parzialmente o in alcuni casi per nulla allineato con le aspettative di vigilanza della BCE. Dal canto suo la BCE osserva che i temi legati all’integrazione dei rischi ambientali e climatici nelle strategie, nella governance e nel risk management bancario sono a loro volta in evoluzione.

Banche ancora poco allineate alle 13 supervisory expectations, ma è alta la consapevolezza sull’impatto dei rischi climatici

Tornando al report appare molto forte anche la consapevolezza sul valore e sull’impatto dei rischi climatici attuali e futuri. Tutte le istituzioni che hanno partecipato al report dichiarano di attendersi una crescita del peso e dell’impatto dei rischi climatici sui profili di rischio di ciascuna banca nei prossimi 3 – 5 anni. La metà delle banche prevede in particolare che questi rischi si faranno sentire già nel breve-medio termine.

Fonte: European Central Bank, The state of climate and environmental risk management in the banking sector. Novembre 2021

Un’attenzione speciale ai Rischi di Transizione

Da evidenziare poi che alcune istituzioni hanno iniziato a misurare e monitorare, con il supporto di appositi indicatori, l’allineamento specifico dei propri portafogli agli obiettivi correlati ai principali framework internazionali dai quali dipendono percorsi e processi di transizione e trasformazione economica, come l’adeguamento agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, per  avviare una adeguata gestione di quelli che vengono definiti nello specifico come i rischi di transizione, ovvero i rischi che considerano sia l’impatto dei cambiamenti climatici sia i rischi che devono affrontare le imprese nel loro percorso di trasformazione. (In questo senso sarà interessante vedere, magari in una prossima versione del report, come vengono recepiti i rischi di transizione legati al percorso Fit for 55 della Commissione Europea per tutto il settore automotive, ovvero un esempio molto concreto di transizione già ampiamente tracciata, anche se al momento ancora in discussione n.d.r.). Per le banche, come viene indicato nel report, si tratta di pianificare una specifica analisi che sappia unire tutti questi fattori per evitare un eccessivo accumulo tra i rischi legati ai cambiamenti climatici e i rischi di transizione.

Fonte: European Central Bank, The state of climate and environmental risk management in the banking sector. Novembre 2021

In generale poi il report mette in evidenza che le banche hanno avviato la raccolta di dati e lo sviluppo di competenze adeguate a valutare e gestire tutti questi “nuovi” rischi e per affrontare la complessità dei rischi di transizione, ma solo poche lo stanno facendo prendendo in considerazione fattori di rischio associati a specifiche variabili come la perdita di biodiversità (o come fenomeni come l’agrobiodiversità che impattano in modo molto rilevante su alcune industrie come il food anche a livello di diminuzione della sicurezza alimentare) o come forme specifiche di inquinamento.

Il report completo è disponibile in forma gratuita direttamente QUI

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