L’impegno tanto quanto il ruolo di Microsoft nel percorso verso la sustainability transformation è noto e uno dei tanti obiettivi che ne fanno parte è quello di fare propri i titoli di carbon negative e zero waste entro il 2030 e rimuovere dall’ambiente entro il 2050 tutto il carbonio che l’azienda ha emesso, direttamente o tramite il consumo elettrico da quando è stata fondata nel 1975, attraverso l’implementazione di un piano atto a ridurre il proprio impatto ambientale, ma anche quello dei clienti e partner. Oggi, a pochi giorni dall’atteso appuntamento con la COP26, l’azienda rinnova i suoi sforzi ponendo all’attenzione di tutti importanti risultati e nuovi investimenti, volti a sostenere le politiche climatiche globali e accelerare l’innovazione, con un focus specifico sui data center, il motore di calcolo del Cloud.
Una cosa è certa: per supportare la crescente domanda di cloud nei settori pubblico e privato, è fondamentale dedicare risorse alla ricerca di soluzioni creative e innovative alle sfide operative e ingegneristiche dei data center che la alimentano, per poter raggiungere ambiziosi obiettivi di sostenibilità. La missione però, come spiega Noelle Walsh – Corporate vice president, Cloud Ops and Innovation, non consiste solo nell’individuare le modalità atte a migliorare il modo in cui si costruiscono e si opera nei data center, quanto condividere queste conoscenze con il più ampio settore del cloud e dell’ambiente costruito. “Insieme ai partner e clienti, possiamo raggiungere lo zero netto e creare il percorso verso la negatività di carbonio. Ma per arrivarci, dobbiamo condividere le nostre conoscenze e i nostri progressi e creare nuovi strumenti e soluzioni per operare confronti sul dove eravamo ieri e dove siamo arrivati oggi, misurare i nostri progressi e renderli ampiamente disponibili”.
Nuovi strumenti di carbon accounting su Microsoft Cloud for Sustainability
Tra le novità presentate, figura il rilascio della preview pubblica per clienti e partner di Microsoft Cloud for Sustainability, soluzione che aiuta le aziende a registrare, monitorare e ridurre in modo efficace l’impatto ambientale, supportandole nei percorsi di sviluppo sostenibile. Il mondo ha bisogno di standard globali – una base comune per garantire che le emissioni di carbonio siano misurate in modo accurato, coerente e affidabile a livello globale – e soluzioni tecnologiche innovative per ridurre le emissioni di carbonio e l’impatto ambientale.
In qualità di partner principale della COP26, dichiara Brad Smith, Microsoft President “useremo la nostra voce per incoraggiare nuovi standard di carbon accounting e li implementeremo per raggiungere i nostri impegni”. Per ottenere risultati reali e sostenibili, Microsoft crede che la risposta arrivi in tre parti.
- Primo, non possiamo gestire il carbonio a meno che non lo possiamo misurare. Dobbiamo tutti parlare la stessa lingua e misurare le emissioni e la rimozione di carbonio in modo coerente e accurato. In breve, dobbiamo adottare un approccio standardizzato alla “contabilità del carbonio”.
- In secondo luogo, ogni azienda deve adottare nuovi standard di carbon accounting e utilizzarli per registrare e riportare le proprie emissioni di carbonio.
- Terzo, non possiamo misurare nulla su larga scala a meno che non possiamo automatizzarlo. Abbiamo bisogno di una nuova tecnologia digitale per creare gli strumenti e costruire un nuovo ecosistema per collegare le fonti di emissioni e consentire una nuova generazione di rapporti sul carbonio accurati e poco costosi.
Data center che usano meno acqua e che sostengono l’ecosistema locale
Continuano spediti gli investimenti per raggiungere l’obiettivo di diventare water positive entro il 2030: l’azienda ha sviluppato un piano per ridurre del 95% l’uso di acqua nei suoi data center raffreddati per evaporazione entro il 2024. Inoltre, l’azienda sta portando avanti la ricerca sul raffreddamento a liquido in rapporto all’overclocking, scoprendo che, per alcuni chipset, le prestazioni possono aumentare del 20% attraverso l’utilizzo di questo tipo di raffreddamento. Tutto ciò permette non solo di perseguire gli obiettivi di sostenibilità, altresì di generare chip più performanti che operano a temperature di raffreddamento maggiori, senza la necessità di utilizzare acqua.
Inoltre, visto e considerato che Microsoft possiede diversi data center localizzati in tutto il mondo, ognuno inserito in contesti diversi, lo scopo è quello di rinnovare e far rivivere l’area circostante alla struttura, così da creare valore per la comunità locale e l’ambiente circostante: per farlo, l’azienda studierà come si comportano gli ecosistemi locali. Uno dei primi progetti che si muovono in questo senso riguarda il data center nella regione di Amsterdam, attorno al quale verrà costruita un’area boschiva, notoriamente umida, al fine da ripristinare le prestazioni dell’ecosistema fino al 75%.
Entro la fine dell’anno, Microsoft inaugurerà una delle regioni cloud più sostenibili in Svezia, che utilizzerà la prima soluzione di monitoraggio energetico orario creato con il partner Vattenfall, permettendo di utilizzare il 100% energia rinnovabile per ogni ora di consumo.
Ridurre l’impatto ambientale dalla fase di progettazione al rapporto con partner e fornitori
Stando alle stime della Global Alliance for Buildings and Construction, le emissioni associate ai materiali e ai processi di costruzione di un edificio o un’infrastruttura rappresentano almeno l’11% delle emissioni globali di gas serra. Per questo motivo, Microsoft ha deciso di adottare uno strumento chiamato Embodied Carbon in Construction Calculator (EC3) sviluppato dall’organizzazione no-profit Building Transparency, allo scopo di identificare e scegliere materiali a basso impatto ambientale.
La mission supera la volontà di adottare questi materiali in prima persona, e si propone di cambiare l’approccio di tutto il settore investendo nella ricerca di nuovi materiali sostenibili. Un esempio è il lavoro svolto insieme al Carbon Leadership Forum (CLF), un’organizzazione industriale-accademica no-profit dell’Università di Washington, con la quale Microsoft ha pubblicato uno studio che analizza ed esplora l’uso di materiali a basse emissioni come ad esempio tubi strutturali di micelio (fungo). L’azienda sta inoltre conducendo un progetto di ricerca Project Zerix focalizzato sulla plastica biodegradabile e biocemento per tutte le fasi del ciclo di vita di un datacenter.
Infine, l’azienda ha consolidato la collaborazione con la Supply Chain Cloud per ridurre le emissioni Scope 3, ovvero le emissioni indirette: secondo i dati dell’ultimo report del Carbon Disclosure Project (CDP) partner e fornitori hanno ottenuto una riduzione dell’impatto ambientale pari a 21 milioni di tonnellate di CO2 risparmiando un totale di 1,47 miliardi di dollari. Un successo che ha portato l’azienda, nell’ultimo anno fiscale, ad estendere il numero dei fornitori all’interno di questo programma e rafforzare ulteriormente l’impegno nella riduzione delle emissioni indirette. Nel prossimo anno estenderà il modello a tutte le risorse di cloud computing sulla strada per raggiungere il 90% di riutilizzo.