Governance, formazione e cultura, infrastrutture, strumenti economici, strumenti normativi, strumenti di misurazione, eco-progettazione e consumo circolare, mercato dei sottoprodotti e riciclati, pianificazione integrata e gestione urbana-territoriale. Fare dell’economia circolare la leva strategica per la ripresa post pandemia è possibile grazie alle 9 priorità strategiche, tutte in chiave ESG, che Icesp, la Piattaforma italiana per l’economia circolare gestita da Enea, ha individuato nel documento redatto con il contributo di oltre 550 esperti, in rappresentanza di 200 organizzazioni.
Il piano, che vede come primi destinatari i Ministeri dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dello Sviluppo Economico, è stato presentato a dicembre, nel corso della terza conferenza annuale della Piattaforma. L’appuntamento ha visto un raddoppio dei partecipanti, tra i quali esponenti di istituzioni – i ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente – imprese, associazioni di categoria, della società civile e del mondo della ricerca – tra cui Confindustria, Unioncamere, grandi gruppi quali Eni, Enel e Novamont e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Alla conferenza ha partecipato anche la rappresentante della Commissione europea che ha auspicato una continuità del ruolo di Icesp nel panorama europeo, quale riferimento per la promozione di istituzioni analoghe nei vari Paesi europei.
Coinvolgere attivamente i consumatori
Tra i fattori strategici di una ripresa post Covid è emersa la necessità di orientare i sistemi di produzione e consumo verso nuovi modelli circolari che coinvolgano attivamente anche i consumatori, potenziando il diritto di accesso a informazioni e servizi trasparenti anche attraverso la digitalizzazione e l’IoT.
“L’Italia deve dotarsi di una strategia nazionale per l’economia circolare e di un piano di azione con chiari target e step di realizzazione e di un istituto di coordinamento dell’economia circolare, sfruttando competenze e strutture esistenti, con principale ruolo di supporto a Pa centrale e locale, alle imprese e ai cittadini”, sottolinea Roberto Morabito, direttore del dipartimento Enea di Sostenibilità dei sistemi produttivi e Territoriali e presidente Icesp. “Il piano di azione deve essere basato su un approccio sistemico fondato su multidisciplinarietà e collaborazione tra tutti gli attori, dalle istituzioni alle imprese, dai centri di formazione e ricerca ai cittadini, in grado di intersecare trasversalmente diversi ambiti e settori della vita sociale ed economica nazionale e di aumentare la sostenibilità del Paese e la competitività delle nostre imprese”.
“Sarà fondamentale avviare un vero e proprio cambiamento culturale, intervenendo in modo trasversale a livello di educazione primaria, secondaria, accademica e aziendale allo scopo di creare nuove figure professionali, sia nel pubblico che nel privato”, aggiunge Morabito.
Trasformare città e territori, ma serve un cambio di paradigma
Un altro aspetto emerso durante la conferenza è la trasformazione di città e territori in modelli circolari con la cruciale partecipazione attiva di tutti gli stakeholder che possano favorire processi decisionali partecipativi, iniziative di citizen science e la costituzione di una cabina di regia nelle amministrazioni locali con azioni su obiettivi ambientali, sociali ed economici.
“La transizione dall’economia lineare all’economia circolare implica un cambio di paradigma che necessita di un cambiamento anche drastico dei sistemi e mezzi di produzione di beni e servizi, del nostro modo di consumare, delle politiche e degli approcci culturali relativi e del modo di consumare”, conclude Morabito.
Nata il 31 maggio 2018 come piattaforma italiana dell’iniziativa europea Ecesp (European circular economy stakeholder platform), Icesp è stata promossa da Enea e da altri importanti attori nazionali per promuovere “the Italian way for a circular economy”.
Il testo completo del documento può essere consultato a questo link.