RICERCHE

Innovazione e sostenibilità: nasce l’Osservatorio Digital & Sustainable



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Con la presentazione del framework, degli obiettivi e del team prende vita un percorso di studio sulle cosiddette twin transition che mette a disposizione una “mappatura” dei principali punti di intersezione e di integrazione tra i trend dell’innovazione digitale e le tre grandi dimensioni della sostenibilità: ambientale, sociale e governance

Pubblicato il 17 apr 2024

Mauro Bellini

Direttore Responsabile ESG360.it, EnergyUP.Tech e Agrifood.Tech



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La presentazione di una nuova iniziativa rappresenta sempre un momento speciale, in particolare quando la missione e l’obiettivo del percorso che si intraprende è nel segno della conoscenza e della condivisione. Nel caso poi del nuovo Osservatorio Digital & Sustainable del Politecnico di Milano c’è qualcosa di più, proprio per le prospettive e aspettative che una ricerca su due fenomeni così importanti come l’innovazione digitale e la sostenibilità alimenta presso istituzioni, aziende e presso tutti noi come cittadini.

Una percezione che trova una conferma nelle parole di Alessandro Perego, Vice Rettore allo Sviluppo sostenibile e impatto del Politecnico di Milano e Responsabile Scientifico, Osservatorio Digital & Sustainable, quando sottolinea come “l’attenzione alla sostenibilità aiuta e stimola tutti ad alzare lo sguardo“. E se è ben chiaro da tempo che il digitale rappresenta uno strumento fondamentale anche per questo tipo di percorsi appare più che mai necessario capire come interpretarlo, affinché si dimostri a tutti gli effetti come un fattore di trascinamento e si possano intercettare, comprendere e limitare i fattori di rischio.

Una attenzione più completa al ruolo del digitale per comprendere tutti i temi della sostenibilità

Ricordando le prospettive che hanno portato allo sviluppo di questo Osservatorio Perego sottolinea l’importanza di portare l’attenzione non solo sull’utilizzo del digitale, ma anche sui principi che animano la progettazione stessa dell’innovazione. “Chi progetta è chiamato a interrogarsi sullo scopo e sugli obiettivi del progetto tenendo sempre più in considerazione anche le dimensioni della sostenibilità”.

Un percorso dunque, che punta ad approfondire e comprendere il rapporto sempre più stretto tra innovazione e sostenibilità ma con la massima attenzione – come spiega Perego – ai fattori di contesto che influenzano, talvolta in modo determinante, questo rapporto: vale a dire agli aspetti culturali, l’educazione, l’evoluzione delle normative, e tutte le complessità che scaturiscono dalle criticità geopolitiche. Insomma, una relazione quella delle cosiddette transizioni gemelle, che deve essere affrontata senza “steccati” e senza pregiudizi.

Digitale e sostenibilità come fattore di coesione e collaborazione

Tra le motivazioni che hanno spinto all’avvio del nuovo Osservatorio, Alessandro Perego tiene a precisare che occuparsi di sostenibilità significa “prendersi cura” e rappresenta “un tema strategico che porta con sé un invito a leggere e a interpretare lo sviluppo delle organizzazioni in un modo più completo” avendo ben chiara la consapevolezza che questo rapporto costituisce, nello stesso tempo, “un potente strumento di coesione, di dialogo tra le persone con il quale instaurare nuove forme di collaborazione”.

Il nuovo Osservatorio nasce peraltro in un contesto che ha visto nel 2023 il lancio del Piano strategico di sostenibilità del Politecnico di Milano sviluppato in stretta relazione con il piano strategico di ateneo. Alessandro Perego osserva poi come la scelta di focalizzare lo studio sull’intreccio sempre più rilevante tra innovazione digitale e sostenibilità sia anche il frutto di uno studio che è già in corso da lungo tempo e che appartiene a molti dei 50 Osservatori attivi nei quali i temi della sostenibilità sono presidiati e analizzati in funzione di specifici trend tecnologici o di processo. Con l’Osservatorio Digital & Sustainable queste conoscenze vengono ordinate e inquadrate all’interno di una cornice unitaria. Il tutto con la consapevolezza che l’innovazione digitale non è neutra, anzi va guidata e quella della sostenibilità è una straordinaria occasione per stabilire degli indirizzi condivisi.

Il ruolo di Assolombarda

Un ruolo chiave per un Osservatorio con questo respiro è rappresentato dagli stakeholder e in particolare da Assolombarda, partner del progetto e rappresentata da Stefano Rebattoni nella sua veste di Vice-Presidente con delega a Transizione Digitale e Innovazione Tecnologica.

Rebattoni mette in evidenza la doppia valenza con cui Assolombarda guarda al binomio sostenibilità e innovazione digitale, ricordando che l’associazione conta su due vicepresidenze che si rivolgono, con un approccio complementare, ai temi della sostenibilità. Una vicepresidenza è espressamente dedicata ai temi della sostenibilità di Assolombarda che nel 2023 ha presentato il primo bilancio di sostenibilità di associazione. Accanto a questa vicepresidenza c’è poi quella dedicata a transizione digitale e innovazione tecnologica che incorpora una serie di attività di stimolo e supporto sull’innovazione per i 7.000 associati che rappresentano, come afferma Rebattoni, il 14% per PIL del paese e sono una dorsale economica di sviluppo fondamentale per il paese. Uno sviluppo che sta diventando sempre più sostenibile anche grazie al digitale.

Rebattoni ricorda che dopo diversi mesi di lavoro congiunto proprio sull’intersezione delle transizioni gemelle è nato un progetto che ha come finalità l’applicazione e la valorizzazione del digitale per il reale, ovvero una innovazione espressamente focalizzata nell’affrontare e risolvere problemi ed esigenze concrete e quotidiane. E in questo contesto si colloca anche la collaborazione con l’Osservatorio Digital & Sustainable con la convinzione che le tecnologie digitali, e in particolare quelle di frontiera, possono rappresentare una risorsa speciale per risolvere i grandi temi legati alla sostenibilità ambientale e sociale e per contribuire allo sviluppo di forme di impresa sempre più ispirate a modelli generativi e non più solo estrattivi.

Un framework per comprendere il rapporto tra innovazione digitale e sostenibilità

Valentina Pontiggia, Direttrice, Osservatorio Digital & Sustainable ha presentato e spiegato l’impegno dell’Osservatorio nell’impostare un framework originale in grado di comprendere le potenzialità del rapporto tra innovazione digitale e sostenibilità con un metodo che ha analizzato alcuni dei framework di riferimento disponibili, a partire dagli SDGs, dai Rating ESG e dalle Doughnut economics.

Modelli naturalmente fondamentali, che non rappresentano però quell’incrocio diretto con i temi del digitale sul quale si è attivato il lavoro dell’Osservatorio. Un lavoro che ha portato alla creazione di uno specifico framework che, come spiega a sua volta Giorgia Dragoni, Direttrice, Osservatorio Digital & Sustainable, è impostato su tre macrocategorie: ambientale, sociale e governance, alle quali afferiscono 14 declinazioni tematiche che permettono identificare in modo preciso i punti chiave dell’incrocio con i trend tecnologici e di processo più rilevanti in questo momento.

Un modello per identificare i punti di intersezione tra i temi della sostenibilità e i trend tecnologici

Nella categoria relativa all’ambiente si collocano i 4 temi di sottolivello del cambiamento climatico, dell’inquinamento, della biodiversità e delle risorse; nella categoria legata alla componente sociale il dettaglio guarda a sei temi di secondo livello relativi all’accesso alle risorse, all’educazione, a lavoro e reddito, a salute e sanità, ai diritti umani e alla sicurezza e infine nella categoria della Governance si affrontano le quattro dimensioni di secondo livello dell’Etica, del lobbying e dei contributi politici, della comunicazione e della gestione del rischio.

Il framework è di fatto concepito per permettere di creare una mappa con l’intersezione tra queste 14 categorie della sostenibilità e i 14 principali trend di innovazione digitale presidiati e analizzati dagli Osservatori di Digital Innovation. “Naturalmente non abbiamo affrontato tutti i temi coperti dagli Osservatori – precisa Pontiggia – ma ci siamo concentrati su quelli più rilevanti in questo momento per le implicazioni dirette o indirette sui temi della sostenibilità“.

Il framework restituisce 14×14 punti di relazione che definiscono appunto la relazione tra digitale e sostenibilità con una grande versatilità proprio perché focalizzando l’attenzione su questo incrocio tra temi di innovazione e sostenibilità è possibile osservare diverse evidenze, come la numerosità dei progetti, le modalità di utilizzo dell’innovazione per il raggiungimento di uno specifico obiettivo o i temi legati al calcolo e alla misurazione dell’impatto di una determinata innovazione su specifiche dimensioni della sostenibilità ambientale, sociale o sulla governance.

Il framework si presta poi a una doppia chiave di lettura: da una parte consente di rispondere a come l’innovazione digitale viene adottata per raggiungere obiettivi di sostenibilità o, con una diversa prospettiva, permette di analizzare come un obiettivo di sostenibilità possa indirizzare una strategia di innovazione.

In concreto, il framework capitalizza il patrimonio di conoscenza costruito con le ricerche degli osservatori per consentire, come indicato nelle premesse, di “alzare lo sguardo sino a comprendere appieno tutti i temi rilevanti dell’impatto in relazione alle innovazioni tecnologiche più importanti“. Una visione che si completa anche con la possibilità di osservare e analizzare il fenomeno dell’interdipendenza tra le diverse relazioni, ovvero per quanto attiene alle numerose interconnessioni tra diversi obiettivi e i diversi strumenti digitali che possono contribuire al loro raggiungimento.

Un solo esempio concreto per tutti per avere una idea di quanto sia importante e costruttivo disporre di una intersezione tra sostenibilità e digitale per costruire e abilitare modelli di trasformazione sostenibile. “Due giorni a settimana di smart working – osserva Giorgia Dragoni – consentono di evitare a ciascuno di noi l’emissione di 480 Kg di CO2e all’anno, un dato riconducibile a una serie di variabili come la diminuzione delle necessità di commuting, un minor utilizzo delle risorse negli uffici, ma anche un aumento delle emissioni domestiche che vengono prodotte in più lavorando da casa”. Un framework e uno strumento di conoscenza dunque fondamentale per valutare e indirizzare con la migliore consapevolezza possibile le strategie di innovazione e sostenibilità.

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