“Una task force tra Banca Mondiale e privati per affrontare il climate change“; “Se si riesce ad avere l’appoggio dei capitali privati nella lotta al cambiamento climatico, ci si accorge che non ci sono vincoli finanziari. Le disponibilità del settore privato, delle grandi istituzioni finanziari internazionali, le banche, ammontano a decine di trilioni di dollari“; “Per mobilitare questi investimenti è necessario che il settore pubblico aiuti le imprese private a suddividere il rischio. Ci sono investimenti con gradi di rischio di diversa entità, che non posso essere sopportati dal solo settore privato”.
Alcuni stralci dell’intervento del Primo Ministro Mario Draghi alla conferenza stampa COP26 World Leader Summit sottolineano, con un forte orientamento a considerare in termini sempre più propositivi, il ruolo che può essere svolto dalla finanza in generale per sostenere gli impegni economici che permettono di attuare la transizione ecologica per raggiungere obiettivi di sostenibilità. Peraltro lo stesso Premier italiano nel corso del G20 si era fatto promotore di un intervento volto ad aumentare da 100 a 150 i Miliardi di $ da mettere a disposizione delle economie in via di sviluppo per favorire la transizione energetica. Una proposta che è stata poi accantonata del documento finale del G20 di Roma, ma che conserva il suo significato, non solo simbolico, volto ad attribuire anche alla finanza un ruolo chiave per questa sfida, in particolare in termini di indirizzo e di sostegno finanziario verso progettualità che sia realmente sostenibili. E sui tavoli del COP26 questo messaggio è oggetti di discussione e al centro di tante iniziative.
La conferenza stampa del Premier italiano Mario Draghi: sulla necessità di impegnare i capitali privati, le banche il mondo finanziario sui temi della sostenibilità
Green Horizon Summit
COP26 è anche lo scenario del Green Horizon Summit una serie di incontri nei quali si affrontano i temi legati alle azioni che possono favorire lo sviluppo di un flusso di capitali e di investimenti che siano “nativamente” concepiti per essere in linea con gli obiettivi che vengono fissati a livello politico. Una filiera che si “accorcia” e che grazie alle logiche ESG punta ad accelerare la trasformazione dei sistemi finanziari in modo da consentire la valutazione degli investimenti sempre più completa rispetto alla capacità delle imprese di migliorare e misurare le performance ambientali.
Green Horizon Summit è organizzato con la collaborazione di City of London Corporation e vede una ricca serie di interventi finalizzati, nello spirito espresso dal Premier Draghi e da altri capi di stato e ministri, a creare le condizioni affinché arrivino alle aziende virtuose e innovative sui temi ambientali cospicui flussi di capitali da una parte con adeguate forme di controllo e di verifica dei risultati e delle performance. Da sottolineare come il co-hosting dell’iniziativa da parte della City of London Corporation sia evidenziata, anche nelle comunicazioni di Green Horizon Summit stessa come la volontà della capitate britannica di affermare un proprio primato sui temi della finanza green. Un segno di “competizione” che può aiutare a rendere sempre più appetibili l’impegno su modelli di finanza ESG.
Istituzioni finanziarie e assicurazioni internazionali impegnate contro la deforestazione
“Ciascuno deve fare la sua parte“. Anche questo è senza dubbio uno dei messaggi che più si sentono ripetere nei report che arrivano dai tanti tavoli di confronto alla COP26 di Glasgow e la “parte” che spetta alla finanza appare appunto ogni giorno sempre più chiara. Se da una parte ci sono macroobiettivi che devono essere fissati e condivisi a livello politico è sempre più diffusa la consapevolezza che sono obiettivi raggiungibili grazie all’impegno delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni che devono attuare le trasformazioni necessarie per ristabilire un equilibrio tra utilizzo e delle risorse e ambiente con progetti che hanno un costo importante che deve essere finanziato. Spetta anche alle organizzazioni finanziarie e al mondo della banche sostenere e stimolare progetti imprenditoriali di trasformazione o progetti di creazione di valore in modo sostenibile.
In questo senso vanno letti una serie di messaggi alcuni particolarmente significativi come l’accordo raggiunto per proteggere e ripristinare le foreste della Terra e per porre fine alla deforestazione e per la protezione di ecosistemi che assumono un ruolo oggi sempre più determinante per il futuro del pianeta. Questa iniziativa, oltre al consenso di oltre 100 paesi, prevede una serie di round di finanziamenti per un valore che si avvicina ai 20 miliardi dollari. In questo scenario si colloca la scelta di 30 imprese finanziarie e del mondo insurance che hanno fatto proprio l’impegno di escludere dai propri portafogli di investimenti tutte le realtà imprenditoriali che prevedono attività con un impatto diretto e indiretto a livello di deforestazione. Un approccio che rientra a tutti gli effetti nell’ambito delle logiche di posizionamento ESG.