Aruba Point of View

Aruba allineata agli obiettivi del Patto per la neutralità climatica dei Data Center

Aruba conforme al Climate Neutral Data Center Pact (CNDCP), dimostrando il suo impegno per l’efficienza energetica e le rinnovabili, che si riflette anche nelle scelte dei clienti

Aggiornato il 18 Ott 2023

Immagine di Gorodenkoff da Shutterstock

Il Climate Neutral Data Center Pact (CNDCP) è un patto auto-regolamentato firmato nel 2021 da oltre 80 provider di infrastrutture cloud e operatori di data center con la missione di trainare l’industria europea verso un’economia neutra dal punto di vista climatico entro il 2030, in linea con il target fissato dal Green Deal.

Per raggiungere questo scopo, i firmatari hanno definito obiettivi misurabili per il 2025 e il 2030 che affrontano i temi dell’efficienza energetica, della transizione alle energie rinnovabili, dei principi dell’economia circolare e dell’uso sostenibile dell’acqua, affinché si possa promuovere un cambiamento positivo nel settore dei data center.

I pilastri per la neutrality dei data center

Sono sostanzialmente cinque le aree attorno a cui sono stati fissati questi obiettivi:

  • Il primo riguarda l’efficienza energetica dei data center che deve rispettare determinate soglie misurate attraverso il monitoraggio e la registrazione dei dati relativi al calcolo del PUE (Power Usage Effectiveness).
  • Un altro goal riguarda la necessità di incrementare le percentuali di energia da fonti rinnovabili e carbon-free storicizzate tramite la conservazione dei registri e/o le copie dei certificati dei contratti di acquisto di energia elettrica.
  • Altrettanto importante è la conservazione dell’acqua attraverso il calcolo del WUE (Water Use Efficiency) e la registrazione delle letture dei contatori dell’acqua in ingresso per ciascun data center.
  • L’economia circolare attuabile tramite programmi di riutilizzo e riciclo dei server, i quali prevedono che le aziende si dotino di piani di implementazione e di meccanismi di asset management che consentano il riciclo, la rivendita o il riutilizzo di apparati IT.
  • In questo senso, occorre investire anche nell’energia circolare attraverso controlli periodici utili a valutare implementazioni per la possibilità di recupero e riutilizzo del calore.

Per assicurare che l’impegno di questi attori si spingesse oltre la mera dichiarazione di intenti è stato messo a punto un framework – il Pact Auditing Framework – che include una procedura di audit, condotta quindi da agenzie di auditing esterne, che assicurano metriche obiettive e misurabili rispetto agli obiettivi stabiliti dal CNDCP.

Aruba: la sostenibilità dei data center è certificata

Aruba ha superato con successo l’audit relativo alla conformità di un primo data center condotto da Bureau Veritas. Il principale cloud provider italiano e leader nei servizi di data center, web hosting, e-mail, PEC e registrazione domini  propone alla filiera di partner e clienti di potersi affidare senza ombra di dubbio ad un fornitore che pone la sostenibilità in cima alle sue priorità.

Altro traguardo raggiunto da Aruba nel percorso di aderenza alle disposizioni del Climate Neutral Data Centre Pact, è il soddisfacimento dei requisiti richiesti dall’applicazione della SRI Self Regulatory Initiative.

La dichiarazione dell’operatore ha attestato l’esistenza di politiche e procedure di monitoraggio e di una metodologia di calcolo per la raccolta e l’archiviazione dei dati. Per le grandi aziende del settore, è necessaria una verifica da parte di un ente terzo indipendente, mentre per le piccole e medie imprese basta una dichiarazione autonoma.

Bureau Veritas, ente certificatore indipendente, ha verificato e approvato le procedure e i metodi di calcolo per i Data Center di Aruba, riguardo ai valori di PUE, WUE, energia pulita, economia ed energia circolare, in conformità ai criteri del Patto.

Questi importanti traguardi dimostrano che Aruba è in linea con il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Patto per il 2030: termine in cui tutti i data center europei saranno neutrali dal punto di vista climatico; quelli esistenti raggiungeranno gli stessi obiettivi (capacità totale in climi freddi, obiettivo PUE annuale di 1,3; piena capacità in climi caldi, PUE annuale di 1,4) dei nuovi data center; e la domanda di elettricità sarà accompagnata dal 100% di energia rinnovabile o da energia oraria senza emissioni di carbonio.

Dichiarazione di conformità al Codice di Condotta (CoC) per l’efficienza energetica dei data center

L’impegno di Aruba per ridurre al minimo l’impatto ambientale della propria rete di Data Center è testimoniato anche dal fatto di aver ricevuto la dichiarazione di conformità dei Data Center del campus tecnologico di Ponte San Pietro (Bergamo) al Codice di Condotta europeo per l’Efficienza Energetica dei Data Center (CoC), a seguito dell’audit condotto sempre da Bureau Veritas.

Il Codice di Condotta per l’efficienza energetica dei data center è un’iniziativa della Commissione Europea che mira a informare e motivare gli operatori del settore a ridurre il consumo energetico dei propri data center in un modo che sia vantaggioso in termini economici e dunque, senza compromettere la loro funzionalità critica.

Attraverso l’adozione delle migliori pratiche in aree chiave come utilizzo, gestione e pianificazione, IT, raffreddamento, alimentazione, costruzione e monitoraggio, Aruba dimostra la propria conformità alle linee guida definite dal Joint Research Centre europeo per ridurre in modo tangibile il consumo energetico.

La dichiarazione di conformità al CoC ottenuta rappresenta al contempo un vantaggio competitivo per i clienti perché, insieme alla certificazione ISO 14001 che specifica i requisiti di un sistema di gestione ambientale, garantisce il rispetto del principio DNSH (Do No Significant Harm) che sottolinea l’impegno delle aziende a preservare l’ecosistema, senza arrecare danni significativi all’ambiente ed è una prerogativa per accedere ai finanziamenti del PNRR.

Un modello di sostenibilità per l’industria dei data center

Costruito nell’area dove sorgeva un’ex fabbrica tessile, il Global Cloud Data Center di Aruba a Ponte San Pietro è un perfetto esempio di come sia possibile adottare un approccio di sostenibilità a lungo termine anche in un’industria particolarmente energivora.

Ha spiegato Giorgio Girelli, General Manager di Aruba Enterprise

Appena acquisita l’area, ci siamo subito resi conto della sua idoneità rispetto a questo tipo di campus per due motivi. Anzitutto, la presenza di una centrale idroelettrica ci permette di produrre energia in modo ecosostenibile. In secondo luogo, possiamo utilizzare l’acqua di falda per il raffreddamento dei data center attraverso un sofisticato sistema a circuito chiuso. Ciò garantisce che l’acqua venga costantemente restituita alla falda, anche se a una temperatura leggermente più alta nei termini consentiti. L’intero campus è stato sviluppato tenendo presente questa filosofia, incluso anche, ad esempio, l’installazione di pannelli fotovoltaici installati sui tetti e sulle facciate meglio esposte al sole.

NetApp, partner tecnologico e sostenibile di Aruba

L’obiettivo è comune anche ad un partner tecnologico come NetApp, che ha contribuito al successo di questo modello. Di fatto anch’esso è impegnato attivamente in termini di sostenibilità, in particolare, a ridurre del 50% le emissioni Scope 3, che comprendono tutte le emissioni indirette prodotte all’interno della catena del valore di un’azienda, e del 42% quelle Scope 1 e 2 (emissioni dirette e una quota di raffreddamento ed elettricità) entro il 2030, attraverso l’adozione di un obiettivo scientificamente fondato.

Ha osservato Davide Marini, Country Manager Italia di NetApp

 In NetApp, il nostro obiettivo principale è semplificare la gestione dell’infrastruttura a supporto dei dati, dando priorità alla sostenibilità, alla sicurezza e al risparmio sui costi, in particolare a livello di data server e data management. Per questo, lavoriamo su due fronti: da un lato, miglioriamo e integriamo l’hardware attraverso una costante ricerca e sviluppo; dall’altro a livello software offriamo strumenti che consentono di ridurre al minimo l’archiviazione di file e dati non necessari, che rappresentano un enorme spreco di energia e un impatto ambientale significativo.

In sintesi, lo stesso obiettivo per entrambi le aziende, partendo dal minor impatto a livello ambientale, passando per l’efficientamento energetico, grazie all’utilizzo di rinnovabili e produzione di energia pulita e all’impiego di componenti ad alta efficienza energetica. Se l’impegno è condiviso tra i diversi attori e a livello di filiera, un modello di sostenibilità a lungo termine per l’industria dei data center è possibile.

Articolo originariamente pubblicato il 25 Lug 2023

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Maria Teresa Della Mura
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