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Costruire un’industria tessile più sostenibile, resiliente e circolare. Il contributo del progetto RESTART alle aziende tessili italiane



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Il ruolo del progetto RESTART finanziato dal PNRR per permettere alle aziende del settore tessile di misurare la propria circolarità e agire nella costruzione di supply chain più resilienti e sostenibili

Pubblicato il 15 mar 2024



La moda sostenibile sta svolgendo un ruolo sempre più importante nel raggiungimento di obiettivi di sostenibilità

Nonostante gli impegni delle aziende per la sostenibilità e la European Textile Strategy 2030, la produzione tessile e il relativo impatto ambientale continua a crescere. Con il progetto RESTART finanziato dal PNRR, le aziende del settore tessile possono misurare la propria circolarità e agire per migliorarla e costruire supply chain più resilienti e sostenibili.

L’insostenibile impatto ambientale del tessile

La produzione globale di fibre tessili continua a crescere: da 58 milioni di tonnellate nel 2000, ha raggiunto 109 milioni di tonnellate nel 2020 e le stime prevedono che entro il 2030 raggiungerà 145 milioni di tonnellate. Nell’Unione Europea il settore tessile rappresenta attualmente la quarta maggiore causa degli impatti negativi sull’ambiente e sui cambiamenti climatici e si colloca al terzo posto per quanto riguarda l’uso delle risorse idriche e del suolo. Soprattutto a causa del fenomeno del fast fashion.

Questo modello di business ha aumentato i consumi e ridotto il ciclo di vita medio dei prodotti tessili. L’UE stima che i cittadini europei acquistino ogni anno quasi 26 kg di prodotti tessili e ne smaltiscano circa 11 kg. Gli indumenti scartati vengono in genere esportati al di fuori dell’UE e nella maggior parte dei casi (87%) inceneriti o portati in discarica, dove decomponendosi rilasciano ulteriori emissioni nell’ambiente e microplastiche nelle falde acquifere. Meno dell’1% dei materiali usati nella produzione di abiti viene riciclato per la realizzazione di nuovi prodotti tessili. La catena del valore tessile è tra le più complesse e globalizzate e questo ostacola l’adozione di politiche ambientali efficaci.

Figura: Value chain tessile

Il ruolo fondamentale per il Made in Italy

Le aziende di questi settori, tuttavia, sono uno dei capisaldi del “Made in Italy” e garantiscono lavoro a un numero molto importate di persone. La sopravvivenza e la crescita di queste aziende, attraverso una transizione sostenibile e circolare, è quindi un prerequisito per preservare una parte importante della produzione italiana.

Il progetto RESTART mira ad aiutare queste aziende nella loro transizione circolare e sostenibile. Per cercare di limitare l’impatto ambientale del settore tessile è necessario, infatti, intraprendere un percorso mirato a rendere circolare il settore stesso. Si stima infatti che l’adozione di modelli di business circolari nel settore tessile possa consentire una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di circa il 25%.

Potete aderire al progetto RESTART per valutare il livello di circolarità e sostenibilità, le relazioni di filiera e per confrontarvi con le altre aziende del settore (clicca qui per partecipare all’indagine)

Il progetto RESTART (REsilient, SusTainable and circulAr leatheR and Textile supply chains), parte di MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, è un Partenariato Esteso tra Università, Centri di Ricerca e Imprese finanziato dal MUR – Ministero dell’Università e della Ricerca, grazie ai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea nell’ambito del programma NextGenerationEU (PNRR).

Il progetto RESTART è realizzato dai gruppi di ricerca delle Università di Firenze, Brescia, Bergamo e del Consiglio Nazionale delle Ricerche – istituto STIIMA CNR.

I risultati attesi:

  • delineare uno stato dell’arte sui temi della sostenibilità e della circolarità nei settori del tessile e della pelle e inquadrare le relazioni di filiera all’interno di questi settori;
  • sviluppare linee guida per la riprogettazione delle filiere tessili e della pelle al fine di migliorarne il livello di sostenibilità economica, ambientale e sociale, aumentando resilienza e circolarità;
  • sviluppare modelli di simulazione per valutare gli impatti economici, ambientali e sociali delle iniziative di riprogettazione delle filiere;
  • sviluppare strumenti di supporto alle decisioni per facilitare il processo decisionale degli operatori e dei responsabili politici in relazione alle decisioni sulla configurazione della catena di fornitura.

La ricerca si rivolge alle aziende tessili del territorio italiano: le aziende partecipanti alla prima fase di assessment, oltre a ricevere i risultati complessivi della ricerca e l’invito all’evento di presentazione, potranno confrontare il loro posizionamento relativo rispetto alle altre aziende del campione relativamente a circolarità, sostenibilità e relazioni di supply chain.

Per partecipare alla ricerca, le aziende del settore tessile possono accedere al questionario.

Per maggiori informazioni sul progetto di ricerca RESTART (REsilient, SusTainable and circulAr leatheR and Textile supply chains)      

Altre fonti con ulteriori dettagli sono accessibili qui e qui

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