NORMATIVE

Corporate Sustainability Due Diligence Directive: arriva l’approvazione del Parlamento UE



Indirizzo copiato

Con il voto favorevole di Bruxelles alla direttiva CSDDD arrivano nuove regole per le aziende che dovranno minimizzare l’impatto negativo delle loro operazioni su ambiente e diritti umani. Il “dovere di diligenza” riguarderà società, franchising e partner commerciali che raggiungono determinate soglie di fatturato nell’UE

Pubblicato il 25 apr 2024

Mauro Bellini

Direttore Responsabile ESG360.it, EnergyUP.Tech e Agrifood.Tech



Europa

Il Parlamento ha votato con una larga maggioranza l’approvazione delle nuove regole definite nell’ambito della Corporate Sustainability Due Diligence Directive CSDDD che obbligano le aziende a controllare, gestire e minimizzare il loro impatto negativo sull’ambiente e sui diritti umani. La CSDDD aveva passato l’esame del Consiglio d’Europa il 15 marzo scorso (come abbiamo spiegato nell’articolo La CSDDD passa, ma con tanti compromessi n.d.r.)

Il Dovere di Diligenza da attuare lungo la Catena del Valore

Con 374 voti a favore, 235 contrari e 19 astenuti, il Parlamento europeo ha ratificato la direttiva CSDDD sul dovere di diligenza con un documento, frutto di un complesso accordo con il Consiglio dell’UE e che impone alle imprese e ai loro partner lungo la catena del valore di prevenire, arrestare o mitigare gli effetti negativi delle loro operazioni su ambiente e diritti umani. Un impegno che riguarda tutte le imprese, incluse quelle coinvolte nell’approvvigionamento, nella produzione e nella distribuzione di beni. 

La direttiva fa esplicito riferimento a esempi concreti di pratiche e situazioni che si intende azzerare come situazioni di schiavitù, lavoro minorile, sfruttamento dei lavoratori, perdita di biodiversità, inquinamento e distruzione del patrimonio naturale.

Le aziende interessate: dimensioni e struttura organizzativa

Le disposizioni della CSDDD si applicheranno alle società madri e alle imprese dell’area UE con più di 1.000 dipendenti e con un fatturato globale superiore a 450 milioni di EURO e ai franchising che operano nell’Unione con un fatturato superiore a 80 milioni di EURO, di cui almeno 22,5 derivanti da diritti di licenza.

Saranno coinvolte dalla Corporate Sustainability Due Diligence Directive anche le società madri, le imprese e i franchising di paesi terzi che raggiungono le stesse soglie di fatturato nell’UE. In tutti questi casi le imprese saranno obbligate a incorporare il dovere di diligenza nelle loro strategie di governance, dovranno effettuare investimenti specifici e si dovranno impegnare per ottenere specifiche garanzie contrattuali da parte dei partner. Operativamente dovranno organizzarsi per migliorare costantemente il piano aziendale e fornire il supporto necessario ai partner commerciali di piccole e medie dimensioni allo scopo di garantire la conformità ai nuovi obblighi.

Il processo verso l’applicazione completa della CSDDD dovrà poi prevedere la definizione e la implementazione di un piano di transizione per allineare il loro modello di business alla soglia di 1,5 °C di riscaldamento globale stabilita dall’accordo di Parigi.

Attenzione alle sanzioni

Gli Stati membri dovranno fornire alle aziende informazioni dettagliate sugli impegni relativi alla CSDDD e sulle diverse forme in cui si concretizza il dovere di diligenza attraverso portali online contenenti le linee guida della Commissione UE.

Un altro impegno importante riguarda la istituzione di un’autorità di controllo incaricata di indagare e sanzionare la violazione delle norme con misure che in alcuni casi possono arrivare anche fino al 5% del fatturato netto mondiale delle aziende. Inoltre le imprese che non rispettano il loro dovere di diligenza saranno tenute a rispondere dei danni causati e a risarcire completamente le vittime.

Una rete europea delle autorità di controllo istituita dalla Commissione Europea sarà dedicata alle attività previste per favorire la cooperazione e la condivisione delle migliori pratiche.

Lara Wolters, relatrice in aula della Direttiva, ha sottolineato in una nota del Parlamento europeo che: “Il voto di oggi rappresenta una svolta in termini di responsabilità aziendale e un importante passo avanti nella lotta alle pratiche da Far West di alcune imprese ai danni delle persone e del pianeta. Queste norme sono il frutto di un compromesso raggiunto faticosamente dopo anni di difficili negoziati.”

CSDDD, i next step: gli Stati Membri avranno due anni di tempo

Il primo next step prevede che la Corporate Sustainability Due Diligence Directive venga formalmente ratificata dal Consiglio, firmata e successivamente pubblicata nella Gazzetta ufficiale UE.

A fronte di questi passaggi la direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione.

Gli Stati membri avranno poi due anni per incorporare le nuove regole nel diritto nazionale.

Ad eccezione degli obblighi di comunicazione, l’applicazione sarà progressiva e riguarderà:

  1. a partire dal 2027: le imprese con più di 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1.500 milioni di EURO
  2. a partire dal 2028: le imprese con più di 3.000 dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di EURO
  3. a partire dal 2029: tutte le altre imprese che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva (ovvero quelle con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 450 milioni di EURO 

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Social
Analisi
Video
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 4