Se la notizia della prima giornata di Cop27, almeno ai nostri occhi di italiani, è stata la conferma degli impegni di decarbonizzazione dell’Italia da parte del premier Giorgia Meloni, l’annuncio chiave del Day2 riguarda invece il mondo intero: in apertura, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha annunciato infatti l’Agenda di Sharm el-Sheikh per l’adattamento al cambiamento climatico, il primo piano globale atto a migliorare, entro il 2030, la resilienza di 4 miliardi di persone che vivono nelle comunità più vulnerabili alla crisi climatica. Il programma, strutturato in 30 target, è rivolto ad attori statali e non statali, allo scopo di accelerare le azioni di trasformazione di paesi, regioni, città, imprese, investitori e società civile per adattarsi ai gravi rischi climatici che le comunità vulnerabili devono affrontare.
Parallelamente, torna a farsi sentire la voce dell’Europa: la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, non solo ha ribadito la necessità di affrontare in modo concreto il tema del Loss&Damage, ma ha anche ribadito l’impegno europeo verso gli obiettivi di Parigi. E ha annunciato una decisa spinta alla politica energetica green: ““Non stiamo solo riducendo la nostra dipendenza dai combustibili fossili russi – ha detto – ma stiamo accelerando in modo massiccio l’introduzione delle energie rinnovabili. La capacità rinnovabile aggiuntiva dell’Ue è destinata a più che raddoppiare quest’anno, fino a 50 Gigawatt. E l’anno prossimo potremo stabilire un nuovo record assoluto di oltre 100 Gw, a condizione di accelerare ulteriormente la diffusione”.
Meloni: “Italia pronta a fare la sua parte”
“L’Italia rimane fortemente convinta dell’impegno sulla decarbonizzazione, nel rispetto degli obiettivi Cop Parigi e farà la sua parte”. E’ quanto annunciato dal premier Giorgia Meloni nel suo intervento in conclusione della prima giornata di lavori alla Cop27 di Sharm el-Sheikh.
“Vogliamo sviluppare la nostra strategia di diversificazione energetica – ha aggiunto –, in stretta collaborazione con alcuni Paesi africani, con cui abbiamo rafforzato la nostra cooperazione su sicurezza energetica, rinnovabili e istruzione. Questo stimolerà la crescita verde, la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo di una catena di valori sostenibili. In Europa puntiamo a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, al più tardi” dice ancora la presidente del Consiglio. In questa prospettiva, l’Italia ha recentemente rafforzato la propria capacità installata di energia rinnovabile e accelererà questo trend in linea con gli obiettivi di RepowerEU. Intendiamo perseguire una transizione giusta per sostenere le comunità colpite e non lasciare indietro nessuno”.
E ancora: “Siamo in un momento decisivo nella lotta al cambiamento climatico. Negli ultimi mesi, abbiamo sperimentato i suoi drammatici effetti in tutta Europa, in Pakistan, nel Corno d’Africa e in molte altre regioni del pianeta. Siamo tutti chiamati a compiere sforzi più profondi e rapidi per proteggere il nostro pianeta, la nostra casa comune. Dovremo mantenere le persone al centro e combinare sostenibilità ambientale, economica e sociale” aggiunge la premier italiana.
L’Agenda di adattamento: 30 obiettivi sul tavolo di Sharm-El-Sheikh
Quasi la metà della popolazione mondiale sarà a grave rischio di impatto dei cambiamenti climatici entro il 2030, anche in un mondo a 1,5 gradi. Davanti a questa evidenza, annunciata dall’analisi dell’Ipcc “Impacts, Adaptation and Vulnerability” (SCARICA QUI IL DOCUMENTO ORIGINALE), la presidenza della COP27 ha lanciato l’ agenda di adattamento di Sharm-El-Sheikh in collaborazione con i campioni di alto livello.
L’Agenda delinea 30 risultati di adattamento per migliorare la resilienza di 4 miliardi di persone che vivono nelle comunità più vulnerabili dal punto di vista climatico entro il 2030. Ciascun obiettivo presenta soluzioni globali che possono essere adottate a livello locale per rispondere ai contesti climatici e fornire la trasformazione dei sistemi necessaria per proteggere le comunità vulnerabili da situazioni come caldo estremo, siccità, inondazioni o condizioni meteorologiche estreme.
“Collettivamente – ha spiegato la presidenza egiziana -, questi risultati rappresentano il primo piano globale completo per radunare attori statali e non statali dietro una serie condivisa di azioni di adattamento necessarie entro la fine di questo decennio attraverso cinque sistemi di impatto: cibo e agricoltura, acqua e natura, costiere e oceani, insediamenti umani e infrastrutture, comprese soluzioni abilitanti per la pianificazione e la finanza”.
Gli obiettivi globali urgenti
I 30 risultati dell’adattamento includono obiettivi globali urgenti per il 2030 relativi a:
- Passaggio a un’agricoltura sostenibile e resiliente al clima che può aumentare i raccolti del 17% e ridurre le emissioni di gas serra (GHG) a livello di azienda agricola del 21%, senza espandere le frontiere agricole e migliorando al contempo i mezzi di sussistenza, compresi i piccoli agricoltori
- Proteggere e ripristinare circa 400 milioni di ettari in aree critiche (ecosistemi terrestri e d’acqua dolce) sostenendo le comunità indigene e locali con l’uso di soluzioni basate sulla natura per migliorare la sicurezza idrica e i mezzi di sussistenza e trasformare 2 miliardi di ettari di terra in una gestione sostenibile.
- Proteggere 3 miliardi di persone installando sistemi intelligenti e di allerta precoce
- Investire 4 miliardi di dollari per garantire il futuro di 15 milioni di ettari di mangrovie attraverso azioni collettive per fermare la perdita, ripristinare, raddoppiare la protezione e garantire finanziamenti sostenibili per tutte le mangrovie esistenti.
- Ampliare l’accesso alla cucina pulita per 2,4 miliardi di persone attraverso almeno 10 miliardi di dollari all’anno in finanziamenti innovativi.
- Mobilitare dai 140 ai 300 miliardi di dollari necessari attraverso fonti pubbliche e private per l’adattamento e la resilienza e stimolare 2.000 delle più grandi aziende del mondo a integrare il rischio climatico fisico e sviluppare piani di adattamento attuabili
Le trenta azioni di adattamento
Sistema di impatto | Agenda di adattamento di Sharm El-Sheikh |
1. Sicurezza alimentare e sistemi agricoli | Un’agricoltura sostenibile e resiliente al clima aumenta i raccolti del 17% e riduce le emissioni di gas serra (GHG) a livello di azienda agricola del 21%, senza l’espansione della frontiera agricola. |
Dimezzare la quota di produzione alimentare persa e lo spreco alimentare pro capite (rispetto al 2019). | |
Le proteine alternative sane catturano il 15% del mercato globale della carne e dei frutti di mare. | |
Il consumo globale di frutta, verdura, semi, noci e legumi aumenta di 1,5 volte. | |
2. Sistemi idrici e naturali | Protezione di 45 milioni di ettari (terreni e acque interne), 2 miliardi di ettari di gestione sostenibile e 350 milioni di ettari di ripristino della terra assicurando le comunità indigene e locali legali con l’uso di soluzioni basate sulla natura per migliorare la sicurezza idrica e i mezzi di sussistenza. |
Entro il 2025: le istituzioni finanziarie contribuiscono a fermare la conversione dei terreni eliminando la deforestazione causata dalle materie prime dai portafogli e sfruttando le opportunità di investimento di 354 miliardi di dollari all’anno necessarie entro il 2030 in soluzioni basate sulla natura. | |
I sistemi idrici sono intelligenti, efficienti e robusti con una riduzione delle perdite d’acqua dovute a perdite. | |
I sistemi delle acque reflue massimizzano il riciclaggio e il riutilizzo insieme alla filtrazione naturale delle zone umide senza perdite ambientali. | |
Sistemi di irrigazione sostenibili sono implementati nel 20% dei terreni coltivati globali per preservare la disponibilità di acqua e sostenere la crescita dei raccolti. | |
3. Sistemi di insediamenti umani | 1 miliardo di persone ha una migliore progettazione, costruzione e accesso ai finanziamenti per vivere in case dignitose e sicure. |
I sistemi intelligenti e di allerta precoce raggiungono 3 miliardi di persone. | |
1.000 miliardi di dollari investiti in soluzioni basate sulla natura per le comunità nelle aree urbane. | |
Rafforzare l’infrastruttura sociale per garantire l’accesso ai servizi comunitari di base ed essenziali.* | |
Un maggiore utilizzo dei rifiuti come risorsa secondaria aumenta i mezzi di sussistenza dei lavoratori informali e riduce del 60% la combustione di rifiuti aperti, abbassando i livelli di inquinamento e migliorando la salute delle comunità locali. | |
4. Sistemi oceanici e costieri | Investi 4 miliardi di dollari per garantire il futuro di 15 milioni di ettari di mangrovie a livello globale attraverso un’azione collettiva per fermare la perdita di mangrovie, ripristinare la metà delle perdite recenti, raddoppiare la protezione delle mangrovie a livello globale e garantire finanziamenti sostenibili a lungo termine per tutte le mangrovie esistenti. |
Arrestare la perdita, proteggere e ripristinare le barriere coralline per supportare le persone nelle comunità tropicali. | |
Arrestare la perdita, proteggere e ripristinare le foreste di alghe, paludi e alghe per sostenere le persone nelle comunità temperate. | |
La costa urbana è protetta da soluzioni grigie e ibride. | |
5. Sistemi infrastrutturali | Un insieme diversificato di fonti di generazione di energia consente un accesso conveniente all’elettricità per 679 milioni di persone non connesse e un accesso di qualità superiore a 1 miliardo di persone svantaggiate attraverso sistemi energetici resilienti al clima. |
2,4 miliardi di persone hanno accesso a una cucina pulita attraverso almeno 10 miliardi di dollari l’anno in finanziamenti innovativi per azioni di cucina pulita in tutto il mondo. | |
585 GW di capacità di accumulo delle batterie e l’estensione delle reti di trasmissione e distribuzione consentono la produzione e il consumo decentralizzati. | |
2,2 miliardi di persone accedono a veicoli e soluzioni di mobilità a basso costo e puliti grazie all’espansione dei servizi di trasporto pubblico e privato a prezzi accessibili. | |
Le infrastrutture di trasporto sono resistenti ai rischi climatici grazie all’adozione di nuove tecnologie, design e materiali. | |
6. Trasversale: pianificazione | 10.000 città e 100 governi regionali hanno piani di adattamento attuabili basati su prove. |
2.000 delle più grandi aziende del mondo hanno sviluppato piani di adattamento attuabili. | |
Accesso universale agli strumenti e alle informazioni necessari per integrare i rischi climatici nel processo decisionale dal livello locale a quello globale. | |
Realizzazione di piani nazionali di adattamento e principi guidati a livello locale, consentendo l’adattamento in modo localizzato e consultivo guidato dal paese. | |
7. Traversa: finanza | Il settore privato integra i rischi per il clima fisico nelle decisioni di investimento e continua a innovare i meccanismi per finanziare l’adattamento e la resilienza in modo da consentire la mobilitazione dei 140-300 miliardi di USD che saranno necessari sia da fonti pubbliche che private. |
Gli attori della finanza pubblica aumentano la fornitura di finanziamenti per il clima e destinano il 50% dei fondi per il clima all’adattamento e alla resilienza. | |
Il settore assicurativo globale contro gli infortuni e la proprietà dispone di un quadro delle capacità del settore, sostiene attivamente l’attuazione dei progetti e istituzionalizza un approccio industriale a lungo termine all’adattamento climatico. |
Von Der Leyen: “L’Europa non sta a guardare: entro il 2030 -55% di CO2”
L’Europa, intanto, non sta a guardare. Nel corso del suo intervento, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha ribadito che “dobbiamo raggiungere l’obiettivo di Parigi. E l’Europa mantiene la rotta. Ridurremo le nostre emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030. Con il nostro pacchetto Fit for 55, stiamo mettendo in atto il quadro legislativo più ambizioso al mondo”.
“Il clima sta cambiando più velocemente della nostra capacità di adattamento – ha affermato -. Il mondo deve quindi fare meglio e più in fretta. La crisi globale dei combustibili fossili deve cambiare le carte in tavola. Non prendiamo l’autostrada per l’inferno, ma guadagniamoci un biglietto pulito per il paradiso. Per l’Europa la risposta è il RePowerEu. Per il secondo anno consecutivo abbiamo superato i 23 miliardi di euro, nonostante la pandemia e nonostante la guerra in Ucraina. Una grossa parte dei nostri finanziamenti per il clima va già all’adattamento. Invitiamo anche gli altri a farsi avanti”.
Rinnovabili: Ue verso l’indipendenza di approvvigionamento
“Chiediamo a tutti i principali emettitori di aumentare le proprie ambizioni. Inoltre, abbiamo bisogno di progressi tangibili nel nostro obiettivo globale di adattamento. I più bisognosi, nei Paesi in via di sviluppo, devono essere aiutati ad adattarsi a un clima più rigido”, ha aggiunto la presidente della Commissione. “Questa Cop deve fare progressi sulla prevenzione, la minimizzazione e la gestione delle perdite e dei danni causati dai cambiamenti climatici. È giunto il momento di mettere questo punto all’ordine del giorno. Infine, esortiamo i nostri partner del Nord Globale a incrementare i loro finanziamenti per il clima al Sud globale”, ha concluso.
E poi l’annuncio: “Non stiamo solo riducendo la nostra dipendenza dai combustibili fossili russi, ma stiamo accelerando in modo massiccio l’introduzione delle energie rinnovabili – ha detto Von Del Leyen -. La capacità rinnovabile aggiuntiva dell’Ue è destinata a più che raddoppiare quest’anno, fino a 50 Gigawatt. E l’anno prossimo potremo stabilire un nuovo record assoluto di oltre 100 Gw, a condizione di accelerare ulteriormente la diffusione delle energie rinnovabili. Ogni chilowattora di elettricità che generiamo dall’energia solare, eolica, dall’idrogeno verde o da altre fonti rinnovabili non è solo un bene per il clima, ma ci dà indipendenza e sicurezza di approvvigionamento. Il Sud globale ha risorse in abbondanza. Facciamo squadra. Ecco perché l’Unione europea sta firmando nuovi partenariati per l’idrogeno con Egitto, Namibia e Kazakistan. Per questo sostiene partner come il Vietnam e il Sudafrica nella decarbonizzazione delle loro economie”.