La ricerca di un accordo sul documento finale ha allungato i tempi della COP26 con una terza bozza del documento che arriva nella mattina di sabato 13 novembre e con discussioni che proseguono oltre il tempo stabilito. Il documento ufficiale dovrebbe arrivare nella giornata di sabato.
Sono diversi i temi sui quali l’accordo non è ancora vicino e diverse fonti parlano di una difficoltà a trovare una intesa sui crediti di carbonio e sulle forme di commercializzazione, sugli impegni e la gestione finanziaria e sul Loss & Damage. Su alcuni altri punti l’intesa è stata raggiunta ma al prezzo di una mancanza di chiarezza sulle misure attraverso le quali esercitare un reale controllo per la verifica degli impegni. Tuttavia questa terza versione mantiene alcuni punti che, al netto delle misure necessarie per renderli effettivi e vincolanti, sono un passo in avanti rispetto alla situazione precedente come l’accordo per limitare l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5°C rispetto all’Era preindustriale e come l’accelerazione del processo di eliminazione graduale delle centrali alimentate a carbone e la cancellazione dei sussidi inefficienti per i combustibili fossili.
Questa terza bozza del documenti finale COP26: Draft CMA decision proposed by the President (documento originale qui) è suddivisa in 8 capitoli:
- Science and urgency
- Adaptation
- Adaptation finance
- Mitigation
- Finance, technology transfer and capacity–building for
mitigation and adaptation - Loss and damage
- Implementation
- Collaboration
Rispetto alla seconda bozza si parla (nella sezione Adaption, punto 11) della creazione di un piano di lavoro di due anni Glasgow – Sharm el-Sheikh, sede della Cop27 dell’anno prossimo, per individuare soluzioni globali all’obiettivo specifico dell’adattamento. Ma ci sono alcuni punti che fanno riferimento al tema della trasparenza e alla necessità di adottare delle misure che permettano di introdurre una più rigorosa regolamentazione nel mercato dei crediti di carbonio. Questo mercato di fatto permette a paesi che non riescono a ridurre le loro emissioni di acquistare dei crediti da paesi più virtuosi (o più bisognosi) per compensare le emissioni. Su questo punto a COP26 è chiesto l’impegno di sollecitare una regolamentazione che imponga un maggiore controllo sui crediti in termini di certificazione e trasparenza, ma si tratta di un punto sul quale non sembra esserci accordo.
Rispetto all’utilizzo del carbone per la produzione di energia la terza bozza parla di un impegno ad accelerare l’eliminazione graduale delle centrali a carbone senza abbattimento di emissioni e della eliminazione dei sussidi inefficienti per i combustibili fossili. Un punto ambiguo che consente la continuazione nell’utilizzo di questo combustibile chiedendo un impegno, al momento non vincolato a controlli e impegni specifici, a ridurre le sue emissioni mentre l’inserimento del termine “inefficiente” in relazione alla eliminazione dei sussidi al carbone rischia a sua volta di limitare la eliminazione dei sussidi solo a quelli che risultano inefficienti.
E l’altro punto che attiene tanto alla terza quanto a tutte le altre bozze riguarda misurabilità, controlli, verifiche e parimenti le misure che dovrebbero essere adottate nel momento in cui fosse accertato che gli impegni non sono rispettati o che gli obiettivi non sono stati raggiunti. Questo è l’altro punto chiave che rischia di indebolire anche i punti sui quali il consenso sembra che si sia consolidato.
La terza bozza sarà discussa dalla plenaria di COP26
Articolo aggiornato al 13/11 ore 15.00
La stesura del documento finale di COP26 è preceduta da una serie di bozze dalle quali emerge sia il confronto tra i tanti interesse presenti alla Conferenza delle Parti sia indicazioni sui possibili contenuti del documento finale. In questo servizio si indicano i punti e i contenuti di riferimento oggetto del documento con alcune interpretazioni e analisi emerse nella giornata e nella notte di venerdì 12. Le ultime notizie ufficiali parlano di una chiusura di COP26 nella giornata di sabato, ma altre fonti parlano di un ulteriore incontro nella giornata di domenica.
I principali punti presenti o in discussione nelle bozze:
1,5° di aumento della temperatura rispetto all’Era Pre-industriale
Tagliare le emissioni di CO2 del 45% entro il 2030 rispetto al 2010 e arrivare a Zero Emissioni entro il 2050
Abbandono delle fonti energetiche fossili
Aggiornamento degli NCDs Nationally Determined Contributions, ovvero degli obiettivi di decarbonizzazione per tutti i paesi e gestione della “contabilità” nella riduzione delle emissioni nazionali
Riconoscimento del ruolo dei giovani, delle donne e delle comunità indigene nella lotta alla crisi climatica
Fondo da 100 Miliardi di $ per finanziare la transizione nei paesi in via di sviluppo
Finanziamenti necessari per l’adattamento alle nuove condizioni climatiche causate dall’aumento della temperatura
Paris Rulebook: regole per attuare l’Accordo di Parigi e in particolare regole per il mercato mondiale delle emissioni
Trasparenza: regole per comunicare i risultati di decarbonizzazione dei singoli stati
Si tratta di un lavoro in progress e vedremo quali punti arriveranno al documento finale e con quali impegni. Al momento l’espressione che forse esprime meglio lo stato del documento è che si tratta di un passo in avanti ma non sufficiente e anche nei punti sui quali l’impegno appare più determinato non sono chiari (ma speriamo che lo siano nel documento finale) gli adempimenti, le azioni e i vincoli per garantire che quegli impegni si possano realmente concretizzare. La volontà di limitare l’aumento della temperatura entro 1,5°C rispetto all’Era Preindustriale sembra aver trovato spazio e consenso in modo più chiaro ma non sembrano essere ci al momento le condizioni e le misure e dunque gli impegni che sono necessari per garantirla. Certamente ci sono alcuni punti come “Paris Rulebook: regole per attuare l’Accordo di Parigi” e “Trasparenza: regole per comunicare i risultati di decarbonizzazione dei singoli stati” che sono importanti perché permettono di misurare, valutare e capire se e come gli impegni possono essere controllati e soprattutto come. Non si può non aggiungere che se la COP26 ha certamente fatto sentire in tutte le sue dimensioni, sociale, politica, economica, il grande senso di urgenza che deve animare stati, organizzazioni imprese per una emergenza che riguarda tutti e per la quale non c’è più tempo, la ricerca di una sintesi e di compromessi tra interessi divergenti nella stesura di questo documento non trasmette lo stesso senso di urgenza. O meglio ancora sarebbe importante che il documento esprimesse in modo chiaro quali devono essere le decisioni e le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi fissati.