INDAGINE

Città e maturità digitale, “effetto PNRR”: i capoluoghi accelerano



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La ricerca Fpa per Deda Next presentata a Forum PA 2024. A un buon livello 29 centri, mentre si svuota la classifica di quelli all’anno zero. L’Ad Gianni Dominici: “Deciso miglioramento negli indici dei servizi online e delle piattaforme nazionali. Si riducono i gap tra territori”

Pubblicato il 22 mag 2024



ForumPa 2017 – 24 maggio 2017
Foto di Stefano Corso

Cresce la maturità digitale dei Comuni capoluogo italiani, si stringe la forbice del divario digitale tra il nord e il Sud del Paese e tra grandi e piccoli centri, non ci sono più amministrazioni con livello di digitalizzazione “zero”. Sono gli effetti degli investimenti e dei progetti finanziati sul territorio attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilenza per la PA digitale, fotografati dall’ “Indagine sulla maturità digitale dei Comuni Capoluogo” realizzata da Fpa, società del Gruppo Digital360 per Deda Next. Il report, presentato durante la seconda giornata di Forum PA 2024, classifica lo stato di maturità digitale di 110 amministrazioni capoluogo su tre ambiti: l’offerta online di servizi, l’integrazione dei sistemi comunali con le piattaforme nazionali e la maturità su dati e interoperabilità

I risultati dell’indagine

Dall’indagine 2024 emerge che sono ben 81 su 110 i Comuni Capoluogo che si collocano nelle fasce più alte di maturità digitale, con 29 che raggiungono il livello “buono”. Si tratta di Aosta, Arezzo, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Cesena, Cremona, Ferrara, Firenze, Genova, Livorno, Lodi, Massa, Milano, Modena, Nuoro, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pistoia, Reggio Emilia, Rimini, Roma Capitale, Siena e Udine.

Cinquantadue le amministrazioni che si attestano su un livello “medio-alto”, mentre 29 sono ferme al “medio-basso”, con nessuna inchiodata al livello minimo. I risultati migliori sono stati ottenuti per gli indici “Digital Public Services” e “Digital PA”, mentre si registrano difficoltà nell’indice “Digital Data Gov”, un nuovo percorso profondamente rivisto rispetto alle precedenti edizioni dell’Indagine per riflettere i più elevati obiettivi di digitalizzazione a cui sono chiamate oggi le amministrazioni come effetto dei traguardi posti dal Pnrr.

Gap territoriali e demografici in calo

Dall’indagine emerge che tra le 29 città con un buon livello di maturità digitale complessiva compaiono cinque Comuni metropolitani, dodici realtà medio-grandi (tra i 100mila e 250mila abitanti), nove città medie (50mila-100mila abitanti) e 3 piccole (sotto i 50mila abitanti). In crescita decisa le realtà medio-piccole e un recupero del Sud rispetto al Centro-Nord.

La sfida della data governance

“La ricerca evidenzia una crescita nella digitalizzazione dei Comuni italiani, con la novità di nessun capoluogo al livello più basso di maturità – spiega Gianni Dominici, amministratore delegato di FPA – Si nota un deciso miglioramento negli indici dei servizi online e delle piattaforme nazionali, in una generale armonizzazione dei livelli di digitalizzazione e una riduzione dei gap tra territori, un fenomeno evidentemente legato ai primi effetti dei progetti PNRR per la PA digitale. La prossima grande sfida è quella della data governance, anche alla luce della stretta correlazione esistente tra questo tema e l’adozione dell’intelligenza artificiale. Il connubio tra completamento dei processi in atto e introduzione di nuovi paradigmi (come quello dell’IA) – conclude – è infatti alla base per lo sviluppo di un nuovo modello di smart government, fondato proprio sulla capacità di interpretare al meglio i dati prodotti dalle diverse fonti per migliorare i servizi rivolti al territorio”.

Pnrr occasione di innovazione

“Il Pnrr si sta confermando un’occasione unica per innovare il settore pubblico, sia per quanto riguarda gli enti locali, che per la PA centrale, che possono sfruttare la digitalizzazione per operare una rivoluzione della cultura del servizio al cittadino e alle imprese – aggiunge Fabio Meloni, ceo di Deda Next In questo senso, l’adesione alla Pdnd, che promuove la condivisione e l’interoperabilità delle informazioni tra le amministrazioni, è un tassello chiave per modernizzare definitivamente i servizi pubblici e favorire lo sviluppo di soluzioni innovative costruite sulla base di fonti certificate e univoche. I dati, quando sono interoperabili, diventano il motore di un’innovazione che ha al suo centro le persone, perché abilitano una PA puntuale ed efficace, alleata di cittadini e imprese, con un’offerta di servizi efficiente e facilmente accessibile, alla portata di tutti, proattiva nei confronti dell’utente. Una PA più equa. Per raggiungere questo traguardo – conclude – dobbiamo costruire un ecosistema collaborativo in cui pubblico e privato condividono risorse e conoscenze per generare valore e benessere su tutto il territorio”.

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