Cosa sono le analisi Pest e Pestle e come aiutano le aziende ad avere successo? Per misurare con attenzione quali sono i fattori che possono contribuire al successo o che possono creare difficoltà a un’azienda si devono considerare una serie di fattori, che possono essere inscritti essenzialmente in tre aree: i fattori interni all’organizzazione, quelli esterni ma direttamente collegati alla sua attività e quelli “di scenario”. Le analisi Pest e Pestle sono state ideate proprio per misurare questi ultimi, e per fornire alle società tutti gli elementi di cui hanno bisogno per valutare rischi e opportunità delle proprie scelte.
Cosa si intende con analisi Pest?
L’acronimo “Pest” sta per political, economic, social e technological. Si tratta dei quattro principali fattori esterni – quelli politici, economici, sociali e tecnologici – in grado di influenzare la competitività di un’organizzazione quando si insedia su uno specifico territorio o decide di espandere in una nuova area la propria attività. Oltre all’acronimo Pest, per lo stesso scopo viene usato anche il “Step”, che semplicemente cambia l’ordine delle parole ma non la sostanza dell’analisi.
Chi ha inventato l’analisi Pest?
La prima versione dell’analisi Pest venne formulata ormai più 55 anni fa, nel 1967, da Francis J. Aguilar, ricercatore statunitense che insegnava alla Harvard Business School, nel suo volume “Scanning the business environment”, che costò allo studioso tra anni di ricerche. Il primo nome era “Etps”, che venne in seguito modificato in Step (Strategic Trend Evaluation Process) da Arnold Brown, che faceva parte dell’American Institute of Life Insurance. Dopo pochi anni l’acronimo assunse il significato che ha ancora oggi, anche con l’aggiunta di una “e” finale: per misurare i fattori sociali, tecnologici, economici e politici in grado di influenzare un’organizzazione. La “e” sta per environmental, quindi i fattori ambientali. Infine l’acronimo Pest venne coniato nel 1980.
A cosa serve l’analisi Pest?
Come accennavamo all’inizio, l’analisi Pest serve per dare alle organizzazioni l’opportunità di identificare i fattori esterni che potrebbero avere un impatto sulla loro attività, in particolare quelli su cui non si ha un controllo diretto. Si tratta quindi in sintesi di unno strumento per capire a fondo l’ambiente esterno all’organizzazione, e che prende in considerazione i fattori politici chiave, i fattori economici più rilevanti, gli aspetti culturali, le innovazioni tecnologiche. Effettuare l’analisi Pest è particolarmente indicato quando un’azienda deve prendere una decisione o sta pianificando attività come il lancio di un nuovo prodotto o servizio, quando sta prendendo in considerazione di implementare nuove strategie di mercato o quando sta pianificando la propria presenza in aree geografiche nuove. In questi frangenti, infatti, valutare il potenziale impatto di fattori esterni rispetto alle decisioni che si stanno per prendere può aiutare a indirizzare al meglio le proprie strategie, prevedendo eventuali rischi e minimizzandone l’impatto. Ovviamente la scala delle priorità è diversa a seconda del segmento di mercato a sui si rivolge l’organizzazione che effettua l’analisi: si va dal dare la priorità agli aspetti sociali per il B2C, quindi per le aziende che si rivolgono direttamente con la propria offerta agli utenti finali, al darla agli aspetti politici nel caso delle organizzazioni che lavorano a più stretto contatto con le pubbliche amministrazioni.
Come si esegue un’analisi Pest?
L’obiettivo principale dell’analisi pest è quello di arrivare a identificare i possibili problemi esterni all’organizzazione che potrebbero però avere un impatto su di essa. Per effettuare l’analisi Pest i primi passi sono quelli del brainstorming, che servirà a identificare le questioni più rilevanti e a sviscerarne le implicazioni. Poi sarà importante mettere in ordine i fattori, evidenziando quali sono quelli che potrebbero causare più difficoltà e quali sia più probabile che si verifichino, basandosi anche su esperienze pregresse. Una volta identificato questo quadro generale sarà più semplice andare in profondità prendendo in considerazioni i fattori uno per uno in modo più approfondito.
Che tipo di analisi è Pest?
L’analisi PEST rientra nell’ambito delle cosiddette analisi quantitative, e si basa sulle variabili del contesto esterno alle organizzazioni, con l’obiettivo di individuare quelle che possono essere rilevanti per le scelte di business.
Perché è importante un’analisi Pest?
L’analisi Pest è importante perché è in grado di fornire un quadro sostanzialmente completo dell’impatto che circostanze esterne all’azienda possono avere sul suo business. Allo stesso tempo, è un metodo di analisi che è in grado di contribuire a chiarire – all’interno di un approccio strategico – quali sono i macrofattori che possono avere influenza sulle azioni e sulle decisioni di un’azienda, offrendo una chiave in più per interpretare le dinamiche di mercato e il potenziale delle scelte del management.
Quali sono le similarità tra analisi Swot e analisi Pest?
L’analisi Swot e l’analisi Pest sono due tipi di analisi che hanno dei punti in comune, ma una differenza fondamentale: mentre l’analisi Swot prende in considerazione sia i fattori esterni sia quelli esterni a un’organizzazione, l’analisi Pest prende esclusivamente in considerazione quelli esterni. L’acronimo Swat sta per “Strenght, Weakness, Opportunity e Treaths”: punta cioè a individuare I punti di forza, di debolezza, le opportunità e le minacce, da applicare all’intera azienda o su singoli progetti. Come nel caso della Pest, l’analisi Swot è utile per valutare i possibili impatti di una nuova iniziativa o di un nuovo progetto.
Quali sono i 4 elementi necessari dell’analisi Pest?
Come dicevano, i quattro elementi dell’analisi pest sono i fattori politici, economici, sociali e tecnologici esterni all’azienda.
Rispetto ai fattori politici, sarà importante essere al corrente su leggi sulla tutela dei consumatori, norme ambientali, normativa fiscale, restrizioni o riforme commerciali, requisiti di salute e sicurezza. Da considerare anche le eventuali difficoltà che si potrebbero incontrare nel fare ingresso in territori nuovi, dovute a cause geopolitiche. Tra i criteri da tenere in considerazione dal punto di vista politico ci sono inoltre la stabilità politica dei paesi vicini, il livello di libertà di stampa e l’atteggiamento generale del paese nei confronti degli investimenti esteri.
L’analisi dei fattori economici dovrà prendere in considerazione il tasso di inflazione, le tasse, i tassi di interesse, i tassi di cambio, i regolamenti commerciali e le accise. Ma sarà importante anche essere informati dei tassi di disoccupazione, del livello medio di skill, e delle dinamiche del costo del lavoro. Poi il costo della vita per il mercato di riferimento e la disponibilità di credito o finanziamenti. Per avere un quadro più completo, infine, si dovrà avere chiaro il Pil del Paese in cui si va a operare, il prodotto nazionale lordo e gli indici basati sui consumatori.
Per avere un quadro dei fattori sociali che potrebbero avere impatti sul business sarà fondamentale avere chiaro il quadro della distribuzione dell’età, il tasso di crescita della popolazione, i livelli di occupazione, le statistiche sul reddito, le tendenze su istruzione e carriere, le credenze religiose e le convenzioni culturali e sociali.
Quanto infine ai fattori tecnologici, sarà opportuno dividere il campo in quelli che riguardano la produzione e quelli più legati alle infrastrutture. Del primo fanno parte il livello di automazione, la possibile qualità delle parti del prodotto finale, gli incentivi, il risparmio sui costi che si potrà realizzare e l’eventualità di ricorrere all’outsourcing per spingere sulla flessibilità. Quanto alla qualità delle infrastrutture, sarà decisiva per semplificare le operations.
L’analisi Pest è interna o esterna?
L’analisi Pest prende in cosiderazione esclusivamente fattori politici, economici, sociali e tecnologici esterni all’azienda, su cui l’’organizzazione non ha nessun controllo, ma che deve conoscere a fondo prima di lanciare un nuovo progetto o prima di aprire una nuova sede.
A cosa serve un’analisi Pestle?
L’analisi Pestle è uno sviluppo dell’analisi Pest, che ai quattro fattori di quest’ultima ne aggiunge altri due: quelli ambientali e quelli legali.
I fattori ambientali sono diventati progressivamente più importanti negli ultimi anni, e comprendono – per fare qualche esempio – l’analisi delle informazioni sul meteo, sul clima e sulla posizione geografica dei mercati a cui si fa riferimento. Dello stesso contesto fanno parte anche le norme a protezione dell’ambiente in vigore nei diversi Paesi, e i costi dell’impatto ambientale che si andrebbe a produrre con le proprie iniziative.
Quanto ai fattori legali, sarà importante avere ben chiaro il quadro della la legislazione del paese a cui si fa riferimento, in ogni settore, fino alle regole sulla protezione dei consumatori, sul benessere dei dipendenti, sullo smaltimento dei rifiuti e le normative fiscali.
Chi ha inventato l’analisi Pestle?
Non c’è un vero e proprio “inventore” per l’analisi Pestle, che deve essere considerata semplicemente come un’estensione dell’analisi Pest, che aggiunge due settori che nel corso del tempo hanno acquisito importanza tra i fattori esterni in grado di influenzare le prestazioni di mercato di un’organizzazione: quelli ambientali e quelli legali.
Quali sono i 6 elementi dell’analisi Pestle?
I sei fattori che vengono presi in considerazione effettuando un’analisi Pestle sono i quattro propri del Pest (politici, economici, legali, sociali e tecnologici), con l’aggiunta dei fattori ambientali e di quelli legali.
Come fare un’analisi Pestle
Il principio e la metodologia sono gli stessi dell’analisi Pest (vedi sopra), soltanto con una suddivisione diversa dei fattori da prendere in considerazione e l’aggiunta di due ambiti che nell’analisi Pest non erano considerati autonomamente: l’aspetto ambientale e l’aspetto legale.
In che modo un’analisi Pestle aiuta un’azienda ad avere successo?
Il principio Su cui si basano le analisi Pest e Pestle è quello di mettere le organizzazioni nelle condizioni di valutare al meglio i rischi e le opportunità delle loro scelte, riuscendo a prevenire eventuali difficoltà e prendendo decisioni nel modo il più possibile consapevole e informato, senza tralasciare dettagli che apparentemente potrebbero apparire di secondo piano, ma che invece potrebbero rivelarsi decisivi per il successo di una nuova iniziativa di business.