Grazie alla prima survey sull’agricoltura rigenerativa in Italia, presentata all’Agri Data Green Summit 2024, è arrivato un contributo che mette in luce come il mondo dell’agricoltura possa rappresentare un agente fondamentale del cambiamento verso la sostenibilità permettendo di comprendere lo stato dell’arte in merito all’introduzione di pratiche rigenerative nel settore agricolo italiano e la predisposizione degli agricoltori.
Matteo Peyron, Sustainability Manager di DSS+, ha sottolineato come il settore agrifood sia soggetto alla pressione congiunta del cambiamento climatico e delle nuove normative che, unitamente al contesto geopolitico e alle dinamiche di mercato, stanno esercitando un’influenza importante su tutta la filiera agroalimentare, in particolare con un forte impatto sulla produzione primaria.
Agricoltura rigenerativa: imprese agricole come agenti di cambiamento
Queste sfide sono spesso affrontate senza una piena consapevolezza. L’introduzione di protocolli di sostenibilità è avvenuta spesso tramite un approccio dall’alto verso il basso che si è rivelato inefficace nel lungo termine. Per questo è cruciale riconoscere gli agricoltori come protagonisti del cambiamento, coinvolgendoli attivamente anziché limitarsi a impartire direttive.
L’indagine sull’agricoltura rigenerativa realizzata da xFarm Technologies e DSS+ si è focalizzata su quattro aspetti chiave:
- il livello di tecnologia e processi
- le risorse e competenze degli agricoltori
- la cultura e il mindset
- i processi gestionali.
Per raggiungere questo obiettivo, nell’estate del 2024 DSS+ ha collaborato con XFarm Technologies per distribuire un sondaggio a oltre 1000 agricoltori in tutta Italia.
Il tema dei rischi e dei costi
Relativamente ai rischi percepiti dagli agricoltori il cambiamento climatico e l’aumento dei costi dei fattori produttivi, sono stati considerati come più rilevanti rispetto ai rischi a lungo termine, come la successione aziendale e le restrizioni normative. Tuttavia, anche se la successione aziendale venga percepita come un rischio minore, oltre il 55% degli agricoltori non ha ancora individuato un successore, un dato significativo da considerare quando si implementano protocolli nella filiera.
Sono poi state esaminate anche le barriere al cambiamento che gli agricoltori affrontano nell’adottare pratiche sostenibili e rigenerative. Tra le principali figurano la mancanza di competenze, particolarmente critica per le aziende più piccole e meno strutturate, e la diminuzione della redditività. Inoltre, l’accesso al capitale per gli investimenti iniziali è una barriera significativa, più sentita dalle piccole imprese rispetto a quelle grandi.
Il rapporto tra redditività e pratiche sostenibili
È emersa poi una correlazione tra la redditività attesa dagli agricoltori e la loro volontà di adottare pratiche sostenibili, poiché l’aspetto economico è cruciale. Alcune pratiche significative per la decarbonizzazione, l’agroforestazione, il no-tillage e le consociazioni, sono ancora percepite come poco redditizie o comunque con un ritorno ancora poco chiaro e prevedibile.
La comprensione di questi fenomeni, secondo Peyron, deve avvenire prima di implementare processi di sostenibilità e per questo occorre intervenire su due fronti: affrontare le barriere economiche attraverso incentivi e superare le barriere tecniche e sociali coinvolgendo attivamente gli agricoltori.
In alternativa al tradizionale approccio top-down che appare poco efficace, si deve procedere sulla base di un approccio circolare, che parta con una raccolta solida di dati per comprendere le percezioni degli agricoltori. Questo modello aiuta a identificare aziende modello all’interno delle filiere, dove introdurre e sperimentare nuove pratiche che sono poi in grado di diffondere in tutta la catena.
Questo metodo, utilizzato con XFarm Technologies e altri partner, è essenziale per garantire l’adozione sostenibile delle pratiche, andando oltre gli incentivi iniziali. Non si deve dimenticare infatti che i progetti di trasformazione verso un’agricoltura sostenibile e rigenerativa richiedono tempo e hanno bisogno di anni perché possano essere percepiti come rilevanti e poter così portare risultati concreti.