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Africa Climate Summit: il ruolo della finanza e degli USA

L’importanza di far partire e sostenere processi di transizione energetica in Africa potrebbe entrare in una nuova fase e una speciale attenzione va rivolta alle iniziative degli Stati Uniti per i volumi degli investimenti previsti e, soprattutto, per gli stimoli che possono portare alla finanza privata

Pubblicato il 07 Set 2023

Africa Climate Summit 2023 2

I temi legati al ruolo della finanza stanno occupando uno spazio molto rilevante all’Africa Climate Summit 2023 come già osservato nel servizio Africa Climate Summit: Green Bond e Carbon Credit per finanziare la transizione energetica. Il fatto che questo evento rappresenti un punto di riferimento e di passaggio importante per COP28 alza ulteriormente il livello di attenzione verso quelle iniziative che hanno anche lo scopo di preparare il terreno diplomatico-economico per la Conferenza delle Parti di Dubai. In questo senso, una attenzione ancora più speciale va rivolta a come si stanno muovendo gli Stati Uniti in occasione dell’ACS23 per tre ragioni.

  • Perché Oltreoceano si sono messe in moto tante progettualità grazie agli effetti dell’Inflation Reduction Act (che vede arrivare su territori e imprese oltre 300 miliardi di dollari)
  • In ragione dell’effetto che le decisioni degli USA possono avere nei confronti della finanza privata fornendo, anche grazie alle proprie decisioni, maggiori garanzie o maggiore visibilità sulla gestione di possibili rischi.
  • Per capire quanto stia crescendo Oltreoceano l’attenzione verso le potenzialità di sviluppo in termini di transizione energetica del continente africano.

Un ripensamento della catena del valore delle tecnologie e soluzioni per la sostenibilità

Rispetto al primo punto è forse opportuno ricordare che l’IRA è a tutti gli effetti un grande pacchetto che unisce una normativa per il clima con un piano di politica industriale. Con questo grande intervento si creano le premesse e le condizioni sia per un processo di innovazione destinato a ridurre le emissioni dell’economia statunitense ma soprattutto – e questo è forse l’obiettivo primario – per trasformare la catena del valore del mondo produttivo legato all’innovazione sostenibile, per ridurre su questi temi la dipendenza dalla Cina. In questo contesto il piano prevede, di fatto, una concentrazione di investimenti produttivi sul territorio USA e una specifica competizione sui fattori abilitanti per lo sviluppo sostenibile con la Cina come già evidenziato ma anche, per ragioni diverse, con l’Europa. In questo senso l’Africa può assumere, secondo diverse chiavi di lettura, un ruolo differente e più importante rispetto al passato.

E proprio a confermare questa chiave di lettura all’Africa Climate Summit 2023 gli impegni legati alla finanza statunitense sono più importanti del passato. All’ACS23 erano presenti John Kerry, inviato Presidenziale Speciale per il Clima, insieme a rappresentanti dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), del Dipartimento dell’Energia e della U.S. International Development Finance Corporation (DFC). Nel corso del vertice sono arrivati una serie di annunci tra cui investimenti per 30 milioni di dollari a sostegno del Piano di emergenza del Presidente per l’adattamento e la resilienza (PREPARE) in Africa, 20 milioni di dollari per l’Africa Adaptation Initiative (AAI) Food Security Accelerator, anche allo scopo di fare da leva per investimenti del settore privato sui temi della sicurezza alimentare e della creazione di una agricoltura resiliente resistente al clima.
L’Africa Adaptation Initiative (AAI) Food Security Accelerator è impostato per ridurre i fattori di rischio degli investimenti indirizzati a obiettivi trasformazione dei sistemi alimentari, per garantire una maggiore food safety e condizioni di adattamento ai cambiamenti climatici. Un modello che punta a sbloccare il capitale privato per portare soluzioni innovative, dalla creazione di una catena del freddo per la logistica alla rivisitazione e innovazione di tutti i processi di post raccolta. In prospettiva le aspettative sono di mettere in campo 45 milioni di dollari.

Sicurezza alimentare, sostenibilità e adattamento

Sui temi della sicurezza alimentare e della sostenibilità, gli Stati Uniti hanno scelto di investire 10 milioni di dollari sul CRAFT TA Facility, il programma finalizzato a dimostrare la riduzione dei rischi di mercato per le nuove tecnologie progettate per essere resistenti al clima e per la sicurezza alimentare. Un impegno che va a rafforzare l’annuncio recente del valore di 100 milioni di dollari fatto attraverso la Vision for Adapted Crops and Soils (VACS), un piano che in questo caso punta a migliorare la produttività agricola sviluppando varietà di colture diverse, maggiormente resistenti al clima unitamente a un maggiore livello di attenzione alla salute del suolo.

Gli investimenti annunciati dagli Stati Uniti comprendono un impegno in equity che arriva a 25 milioni di dollari in Novastar Africa People + Planet, un fondo di venture capital con una capitalizzazione di 250 milioni di dollari che ha la missione di sostenere finanziariamente aziende che puntano sulle nuove tecnologie per contrastare il cambiamento climatico e per sviluppare una agricoltura più resiliente nell’Africa Subsahariana.

Un altro punto è rappresentato dal Fondo USAID per lo Sviluppo, la Crescita e l’Empowerment per cui gli Stati Uniti hanno scelto di investire 2,5 milioni di dollari nel Cooperative Carbon Finance Fund di Acorn per ridurre i rischi di investimento nel finanziamento del carbonio, e come supporto al fondo per raggiungere l’obiettivo di arrivare ad aggregare 110 milioni dollari a sostegno dei piccoli agricoltori.

Un impegno specifico per la transizione energetica

Accanto a questo c’è poi il tema della transizione energetica dove, con 200 milioni di dollari di finanziamento, gli USA intendono contribuire all’accesso all’energia rinnovabile in Africa. Da una parte si tratta di un prestito diretto di 100 milioni di dollari al Mirova SunFunder per il Mirova Gigaton Fund, un fondo con la missione di finanziare progetti di energia pulita nei paesi in via di sviluppo. Nell’ambito di un altro programma sono previsti 50 milioni di dollari in forma di copertura assicurativa per gestire i rischi legati alle attività di distribuzione e di finanziamento di soluzioni solari in Nigeria. Un ulteriore investimento di 40 milioni di dollari in equity va al Fondo per le Energie Rinnovabili dell’Africa II (AREF II), un investimento di focalizzato sullo sviluppo, la costruzione e l’operatività di attività di energia pulita nell’Africa Subsahariana.

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Mauro Bellini
Mauro Bellini

Ha seguito la ideazione e il lancio di ESG360 e Agrifood.Tech di cui è attualmente Direttore Responsabile. Si occupa di innovazione digitale, di sostenibilità, ESG e agrifood e dei temi legati alla trasformazione industriale, energetica e sociale.

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