Nel 2023 il mercato delle polizze agricole agevolate per le imprese biologiche ha superato la soglia dei 648 milioni di euro in termini di valore assicurato, registrando un aumento superiore al 3% rispetto all’anno precedente. Questo dato conferma la tendenza al rialzo in atto ormai da diversi anni, con l’eccezione del rallentamento avvenuto vissuto nel 2021. L’anno scorso, oltre al valore assicurato, è aumentata anche l’estensione delle superfici coperte da assicurazione, con un incremento di quasi 105 mila ettari (+1,8% rispetto al 2022), mentre il numero di aziende con almeno una polizza è diminuito a meno di 5.200 (-4% circa). Questo trend deve però essere interpretato alla luce di due fattori chiave: l’aumento della dimensione media delle aziende biologiche, che ha superato i 20 ettari, e l’aumento del valore medio assicurato per azienda (oltre 125 mila euro).
ISMEA sullo stato delle coperture assicurative nel comparto del bio
A dichiararlo è il “Rapporto ISMEA sulla Gestione del Rischio nell’agricoltura biologica 2024” che, giunto alla sua quinta edizione, evidenzia un andamento pro-ciclico delle polizze contro i rischi climatici, sviluppatosi in un contesto di crescita costante dell’importanza economica dell’agricoltura biologica nel panorama produttivo agricolo italiano.
Dal Rapporto emerge un comparto assicurato bio che dopo la forte ascesa registrata fino al 2020, nell’ultimo triennio assiste a incrementi medi più contenuti, mostrando una sorta di consolidamento e assestamento della sua crescita. Il mercato, comunque, continua a evidenziare peculiarità interessanti come un ruolo più importante delle regioni centro-meridionali, di alcune produzioni come le uve da vino e le mele, e una maggiore attenzione ad assicurare eventi catastrofali o garanzie innovative. Importanti i margini di crescita, in quanto ad oggi si assicurano soltanto basse percentuali di aziende e superfici bio, con incidenze che nel comparto agricolo in generale sono talvolta molto più alte.
Imprese biologiche assicurate: crescita al 7,4% del totale con raddoppio in sette anni
Un elemento sollevato dal Rapporto ISMEA è la lieve riduzione dell’importo totale dei premi assicurativi – per i quali l’agricoltore riceve un contributo pubblico fino al 70% – sceso a 63,4 milioni di euro (-0,6% rispetto al 2022). Ciò rappresenta un cambiamento rispetto alle dinamiche degli anni precedenti, riflettendo per la prima volta una diminuzione del costo assicurativo, con la tariffa media che è tornata sotto il 10%.
Le aziende assicurate costituiscono il 7,4% del totale delle imprese biologiche, mentre le aree coperte rappresentano un più modesto 4,3% della SAU biologica (Superficie Agricola Utilizzata), che comunque include anche ampie estensioni di prati e pascoli tipicamente non assicurati. Queste percentuali sono raddoppiate rispetto a sette anni fa, confermando i progressi già realizzati e le potenziali evoluzioni entro la fine del decennio.
Disparità territoriale con il Nord che concentra oltre il 68% dei valori assicurati
Il Rapporto pone poi l’accento sul significativo squilibrio nella distribuzione territoriale delle polizze agevolate, con il Nord che detiene oltre il 68% dei valori assicurati, rispetto al 17% circa delle regioni centrali e al 15% del Mezzogiorno. Questo squilibrio è presente anche nel mercato assicurativo agricolo “tradizionale”, ma è meno marcato nel settore biologico.
L’elemento della concentrazione emerge anche a livello di comparti produttivi, con i primi quattro (uva da vino, frutta, cereali e ortaggi) che rappresentano poco meno del 90% del totale dei valori assicurati.
La maggiore attenzione ad assicurare eventi catastrofali o garanzie innovative
Per quanto riguarda le garanzie, nel settore biologico predominano le polizze contro le avversità di frequenza (grandine, vento forte, eccesso di pioggia, eccesso di neve), spesso associate ad avversità accessorie (colpo di sole, sbalzi termici, vento caldo e ondata di calore), mentre i rischi catastrofali (alluvione, siccità, gelo e brina) sono inclusi nelle coperture assicurative in meno del 50% dei contratti.
L’attenzione agli eventi catastrofali (e le relative coperture) è comunque maggiore nel settore biologico rispetto all’intero mercato delle assicurazioni agricole agevolate. È più frequente anche il ricorso a garanzie sperimentali, rappresentate nel 2023 quasi esclusivamente dalle polizze index based, schemi assicurativi che quantificano le perdite di raccolto in relazione agli eventi atmosferici, sulla base di indici prestabiliti.