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Immobili Classe A al 37% entro il 2050, grazie a incentivi e green finance



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Nell’analisi della transizione energetica del mondo immobiliare secondo l’ESG Outlook di CRIF un ruolo fondamentale potrà essere svolto dalle banche con forme di incentivazione nella compravendita e nella ristrutturazione di immobili green e più efficienti dal punto di vista energetico. Tre diversi scenari per l’orizzonte 2030 e 2050

Pubblicato il 15 lug 2024

Mauro Bellini

Direttore Responsabile ESG360.it, EnergyUP.Tech e Agrifood.Tech



CRIF IMMOBILI
Fonte: modelli proprietari CRIF

Nel percorso di decarbonizzazione UE la componente relativa all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale. Per raggiungere gli obiettivi prefissati dal Green Deal appare indispensabile accelerare la transizione energetica del mondo immobiliare che nel 2023 ha interessato il 40% degli immobili oggetto di ristrutturazione e che sono stati portati in Classe A. Mentre nel caso delle nuove costruzioni la Classe A supera il 90%.

L’analisi dell’ESG Outlook di CRIF

L’occasione per fare il punto sulla situazione arriva dall’ultimo osservatorio sulla sostenibilità di imprese, individui e immobili CRIF ESG Outlook nel quale si analizza il processo di efficientamento energetico degli immobili italiani in atto e i possibili scenari di sviluppo possibili in base a diversi fattori.

Nell’Outlook vengono analizzati i risultati relativi al Green Asset Ratio (GAR) pubblicati dalle maggiori banche italiane, vale a dire i risultati pubblicati dagli istituti all’interno della segnalazione Pillar 3 a partire da gennaio 2024. È utile precisare che nell’ambito del Green Asset Ratio (GAR), il Pillar 3 richiede alle banche la divulgazione di informazioni sulle esposizioni finanziarie che sono in relazione con la tassonomia dell’Unione Europea (UE) per quanto attiene alla sostenibilità ambientale, al pari di quelle che sono allineate con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Si tratta, in concreto, di un supporto che ha lo scopo di promuovere la disciplina di mercato e la valutazione dei rischi ESG delle banche. Il Pillar 3 rientra in particolare nel framework normativo degli istituti di credito, attiene alle funzioni di disclosure e indica tutte le informazioni necessarie per l’informazione agli stakeholder in particolare per l’ESG.

Il CRIF ESG Outlook propone un’analisi dalla quale arrivano una serie di segnali positivi. I prestiti garantiti da immobili residenziali rappresentano oggi una quota che arriva al 90% del totale utilizzabile dalle banche per l’elaborazione del GAR. La quota di questi prestiti in linea con le regole europee per la green finance arriva a un significativo 66% a testimonianza del fatto che lo strumento finanziario del “mutuo” rappresenta anche la principale voce di sustainabile finance per il mondo bancario e può rappresentare una leva di sviluppo per favorire il raggiungimento degli obiettivi legati all’Energy Performance of Buildings Directive EPBD dell’UE. Questa normativa, meglio nota come Direttiva Case green punta a raggiungere importanti obiettivi in termini di riqualificazione energetica per gli immobili residenziali e non residenziali a partire dal 2030, con una serie di scadenze intermedie tra cui:

  • le nuove costruzioni per immobili residenziali che dovranno essere a emissioni zero a partire dal 1° gennaio 2030;
  • la riduzione del consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035 per gli immobili esistenti a uso residenziale, con la garanzia di raggiungere almeno il 55% della riduzione di consumo medio di energia primaria attraverso la ristrutturazione di edifici a bassa prestazione energetica;
  • e infine la riduzione del consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033 per gli immobili non residenziali.

La situazione degli immobili in Classe A in Italia

Solo il 4% degli immobili residenziali italiani è attualmente in classe energetica A alle criticità di questo dato SIAPE e CRIF aggiungono però che più del 40% degli immobili ristrutturati nel 2023 sono stati portati alla classe energetica A mentre nel nuovo, le costruzioni che vengono realizzate, sono nel 90% dei casi in questa classe energetica.

Fonte: SIAPE e dati CRIF – CRIF ESG Outlook

Il ruolo fondamentale della banche in questo processo di transizione

Guardando alle prospettive per il futuro il CRIF ESG Outlook prevede che grazie agli incentivi governativi da una parte e all’andamento macroeconomico dall’altra si possa disporre di un contributo significativo al raggiungimento degli obiettivi green che sono stati stabiliti con l’EPBD e tra i diversi scenari possibili il più positivo, come vedremo meglio più avanti, ipotizza la possibilità di un aumento importante nella quota di immobili in classe A, che potrebbero raggiungere una quota del 14% nel 2030 e del 37% nel 2050 sul totale degli immobili.

In questo processo di transizione un ruolo fondamentale può essere svolto dalle banche proprio per le forme di sostegno e facilitazione nella compravendita e nella ristrutturazione di immobili green e più efficienti dal punto di vista energetico. Un ruolo questo che si concretizza nella capacità di premiare con le decisioni legate ai flussi di credito i progetti e gli investimenti sostenibili.

Tre possibili scenari per gli immobili residenziali secondo l’analisi CRIF

E proprio alle banche si rivolgono le diverse proiezioni realizzate da CRIF su diversi scenari determinati dallo sviluppo economico e dall’evoluzione della normativa per i quali è possibile impostare le politiche di finanziamento e di ottimizzazione del Green Asset Ratio. Nello specifico si prendono in esame tre diversi scenari relativi alla distribuzione degli immobili residenziali per classe energetica

Scenario favorevole: 37% degli immobili in Classe A al 2050

Nella prospettiva più favorevole gli immobili in Classe A raggiungono il 14% sul totale degli immobili entro il 2030 e quota 37% nel 2050. Contemporaneamente questo scenario registra una contrazione della Classe G che scende al 26% entro il 2030 e che oltrepassa la barriera del 10% entro il 2050 per arrivare al 7%.

Scenario critico: la Classe G non si sblocca e resta a quota 20)% nel 2050

All’estremo opposto lo scenario sfavorevole incontra delle resistenze nella riduzione della quota di immobili attualmente in Classe G che restano sopra il 30% (34%) nel 2030 e scendono di poco sotto questa quota al 2050 con il 29%. La Classe A a sua volta migliora, ma lentamente e arriva solo al 6% entro il 2030 e a un limitatissimo 14% nel 2050.

Scenario intermedio: Classe A in movimento, Classe G lenta

Tra queste due ipotesi si colloca un terzo scenario intermedio nel quale si prevede un impegno moderato sul piano dell’efficienza energetica, in una sorta di continuità con le tendenze in corso, con qualche miglioramento sostenuto da incentivi allineabili a quelli attualmente in vigore grazie ai quali si ottiene un miglioramento delle classi energetiche degli immobili, la riduzione degli immobili di classe G al 13% e la quota di quelli in classe A al 31% nel 2050.

Il ruolo chiave dei mutui green

Nel caso si concretizzassero le condizioni per lo scenario più ottimistico, ovvero venisse attuato un forte impegno governativo, con importanti incentivi fiscali e con il sostegno di un andamento macroeconomico favorevole, per la finanza verde ci sarebbero tutti i presupposti per una crescita del proprio ruolo.

In questo scenario gli istituti di credito, potranno accelerare nella promozione di prodotti finanziari sostenibili. L’analisi del CRIF ESG Outlook ipotizza che in questo orizzonte per i mutui green si potrebbe parlare di una quota tra il 24% e il 30% del mercato nel 2030 che crescerebbe ad oltre il 50% nel 2050. L’altra grande leva bancario relativa ai finanziamenti ristrutturazioni green e per l’efficientamento energetico delle abitazioni, beneficerebbe di un ampio margine di crescita che la potre portare a pesare dal 30% al 40% nel 2030 per arrivare vicina al 70% nel 2050.

Marco Macellari, Director & Head of Risk Management di CRIF in una nota dell’azienda sottolinea come “il processo di efficientamento degli immobili sia già in atto in Italia mentre il ruolo delle banche sia a sua volta fondamentale per incanalare i flussi finanziari verso progetti e immobili sostenibili e verso la riqualificazione energetica. Un intervento statale incisivo con politiche e incentivi mirati, allineato con il sistema bancario, permetterebbe di raggiungere gli obiettivi tracciati dall’Unione Europea nella direttiva Case Green“.

Macellari si sofferma poi sulle prospettive per le banche nel momento in cui scelgono di agevolare e sostenere questo processo di transizione con un “aumento dell’erogazione di mutui Green e di prodotti finanziari per la riqualificazione energetica che permetterebbero di ottenere nello stesso tempo un allineamento agli obiettivi di sostenibilità dell’Unione Europea, riducendo i requisiti di capitale grazie a un minor rischio del proprio portafoglio e grazie alla rivalutazione del valore degli immobili su cui è stata fatta un’azione di riqualificazione della classe energetica“.

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