“È più costoso rimanere inerti piuttosto che agire. Se il nostro obiettivo è realmente eliminare la fame e la povertà, dobbiamo investire per una trasformazione dei sistemi alimentari, non solo fornire assistenza umanitaria“. E’ questo uno dei messaggi chiave che hanno caratterizzato il Summit sui Sistemi Alimentari ONU – UNFSS+2.
Il vertice si è tenuto a Roma dal 24 al 26 luglio 2023 con la partecipazione di nazioni e organizzazioni internazionali, è arrivato due anni dopo il primo summit del 2021 e si è concentrato sul progresso verso la trasformazione dei sistemi alimentari e l’accelerazione nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).
La sicurezza alimentare passa dalla trasformazione dei sistemi di produzione e consumo
Il vertice ha evidenziato che la strada da fare per realizzare gli SDGs è ancora lunga e una delle principali priorità è rappresentata dalla lotta contro l’insicurezza alimentare che può essere raggiunta solo con una forte cooperazione internazionale, con l’integrazione dei percorsi nazionali nelle strategie di sviluppo e con un forte impegno in termini di finanziamento che permetta di accelerare la trasformazione dei sistemi alimentari.
Il vertice ha sottolineato l’importanza della trasformazione dei sistemi alimentari anche per ridurre le emissioni di CO2, in linea con l’obiettivo di 1,5 °C dell’Accordo di Parigi, e ha evidenziato la necessità di sviluppare nuove forme di cooperazione con le grandi aziende alimentari e agricole. Allo stesso tempo, è emersa la consapevolezza degli impatti negativi della crisi climatica sull’agricoltura e sui piccoli agricoltori.
Un ruolo speciale è stato affidato all’innovazione tecnologica, in particolare quelle forme di innovazione che sono di sostegno agli agricoltori, che permettono di ridurre i rischi legati ai cambiamenti climatici e di attuare forme di adattamento per far progredire la trasformazione dei sistemi agroalimentari.
SDG numero 2: perché siamo ancora così lontani
Quattro persone su dieci nel mondo non possono permettersi una dieta equilibrata. Secondo i dati più recenti diffusi dalle Nazioni Unite lo scorso 12 luglio, le persone affette da malnutrizione cronica sono aumentate di 122 milioni rispetto al 2019. Attualmente oltre tre miliardi di persone nel mondo non possono permettersi nemmeno una dieta sana.
Il lavoro per avere un reale e globale impegno sull’SDG numero 2: “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere una agricoltura sostenibile” è purtroppo ancora tantissimo e, come emerso dal vertice, occorre andare tutti nella stessa direzione.
SDG numero 12: perché è ancora così difficile produrre cibo in modo sostenibile
Anche in relazione all’SDG numero 12: “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo” occorre maggior impegno e anche qui la parola chiave è trasformazione. I sistemi alimentari sono responsabili di un terzo delle emissioni globali di gas serra, dell’80% della perdita della biodiversità e del consumo del 70% dell’acqua dolce.
E’ assolutamente doveroso incrementare significativamente gli investimenti nello sviluppo rurale e nei sistemi alimentari per aiutare i piccoli agricoltori a produrre più cibo in modo diversificato, accedere ai mercati e alle tecnologie e adattarsi ai cambiamenti climatici. E’ questo un altro messaggio chiave del vertice. Tutti i governi rappresentati al summit si sono impegnati ad eliminare la povertà e la fame entro il 2030, ma si tratta di un obiettivo che non può essere raggiunto se non si trasformano veramente e radicalmente tutti i sistemi alimentari.
Il costo della trasformazione è inferiore al costo per gestire le emergenze
Il Summit è stato indetto dal Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, che nel suo discorso inaugurale ha denunciato che in un mondo ricco di risorse, è vergognoso che le persone continuino a soffrire e morire di fame. Il rischio più grave è quello che porta verso l’impoverimento dei sistemi alimentari, e per evitarla è necessario creare una nuova struttura finanziaria per gli alimenti coinvolgendo governi, settore privato e partner di sviluppo, al fine di mobilitare fino a 400 miliardi di dollari all’anno fino al 2030.
Questo costo è nettamente inferiore rispetto alle conseguenze dell’inazione, stimate in 12.000 miliardi di dollari all’anno in termini di danni ambientali, sociali ed economici alle comunità, famiglie e individui. Investimenti che devono essere diretti verso politiche rurali favorevoli ai meno abbienti per assicurare l’accesso a una dieta sicura a tutti. Un risultato che gli attuali sistemi alimentari non sono riusciti a raggiungere.
UNFSS+2: l’appello dell’ONU per la mobilitazione tecnologica e l’innovazione
Dalla Vice Segretaria Generale dell’ONU, Amina Mohammed, che ha concluso l’UNFSS+2, è arrivata una esortazione a una mobilitazione, con particolare enfasi sullo sviluppo finanziario, sulla mitigazione del debito, sull’inclusione sociale e sull’accessibilità universale alla scienza, alla tecnologia e all’innovazione.
Mohammed ha tracciato le linee guida per le future iniziative, comprendendo l’elaborazione di strategie alimentari coerenti con tutte le politiche nazionali e la stimolazione di sinergie tra diversi attori.