La sostenibilità è un pilastro di qualsiasi azienda moderna. Impegnarsi in pratiche sostenibili a 360 gradi non va letto soltanto come imperativo morale, ma anche come strategia aziendale per garantire la longevità, il successo e la redditività nel lungo termine.
Le azioni attuabili nel concreto assumono diverse forme, tra cui l’ottimizzazione dei processi produttivi, la riduzione dei rifiuti e l’adozione di fonti energetiche rinnovabili, nonché il passaggio ad un modello produttivo e gestionale ispirato ai principi dell’economia circolare. Tra le molteplici soluzioni, l’impiego di tecnologie di ultima generazione ha un ruolo centrale, perché da un lato rende l’azienda più efficiente, agendo così sui parametri economici, dall’altro ha un impatto positivo e dimostrabile sulle varie dimensioni di cui si compone la sostenibilità. La realtà aumentata è una di queste tecnologie.
La realtà aumentata: mercato e casi d’uso
Nonostante l’intelligenza artificiale sia la protagonista assoluta di questi tempi, il mercato dell’Augmented Reality (AR) non conosce rallentamenti. Secondo Statista, che nella sua analisi combina i mercati AR e Virtual Reality (VR), è prevedibile una crescita annua media del 9,64% dal 2024 al 2028, segno della potente trasformazione digitale sottostante e del riconoscimento a queste tecnologie del ruolo di abilitatori chiave.
Per quanto concerne i casi d’uso, ai quali facciamo unicamente un accenno, c’è davvero l’imbarazzo della scelta: per esempio, nel manifatturiero può agevolare il controllo qualità, la manutenzione degli impianti e il training delle risorse; nel mondo delle costruzioni, dell’energia e delle infrastrutture, l’AR può rivoluzionare le fasi di progettazione e tutte le attività sul campo, a contatto con gli impianti e le opere; nell’healthcare, può essere impiegata per migliorare la formazione del personale medico, consentendo la visualizzazione di simulazioni chirurgiche. Si potrebbe dedicare un intero articolo alle applicazioni di una tecnologia che si fonda appositamente sulla versatilità.
AR rende superflua la presenza fisica
Ma qual è la connessione, e quale l’impatto della realtà aumentata sulla sostenibilità ambientale? Premesso che il tema è oggetto di diversi studi, anche autorevoli, e che molto dipende dal caso d’uso concreto, uno degli elementi ricorrenti è quello di rendere superflua la presenza fisica.
Ne abbiamo parlato con Marco Zanella e Valerio Ferrero, rispettivamente sales manager e partner manager di Sourcesense, l’azienda italiana che propone sul mercato Eye4Task, una piattaforma collaborativa finalizzata a massimizzare la produttività e la sicurezza dei field worker attraverso l’impiego di un ecosistema tecnologico che fa leva sulle potenzialità della realtà aumentata. Zanella ci spiega che, come in molti altri ambiti, lo spartiacque è stato il covid: “La pandemia ci ha insegnato a utilizzare la tecnologia per azzerare le distanze logistiche. Non solo nell’ambito dei tradizionali lavori da ufficio, laddove ha dato un forte impulso allo smart working, ma anche per quelli sul campo. Molte aziende hanno attivato o perfezionato servizi di supporto da remoto rendendoli indipendenti, o forse sarebbe meglio dire “meno dipendenti”, dalla presenza fisica”.
Se un tempo era normale inviare squadre di professionisti in loco per un intervento di manutenzione, un aggiornamento o un guasto, oggi l’operatore locale può collaborare in tempo reale con colleghi esperti che si trovano a migliaia di chilometri di distanza, che lo assistono e lo guidano facendo uso di sistemi di comunicazione e tecnologie moderne, tra cui proprio la realtà aumentata e dispositivi come gli smart glass. Superato il covid, permangono situazioni di lavoro sul campo che sconsigliano la presenza fisica: condizioni di lavoro pericolose, che richiedono apposite certificazioni, oppure servizi da erogare in aree del mondo caratterizzate da criticità geopolitiche, come purtroppo accade in questo periodo per Paesi come Ucraina e Israele.
Per quanto concerne il collegamento con la sostenibilità ambientale, “I costi di trasferta – ci spiega Valerio Ferrero – sono in buona parte imputabili ai trasporti, dai voli aerei ai taxi, che ovviamente hanno un impatto diretto e importante sulle emissioni”. L’industria dei trasporti, stando a uno studio di The Independent, occupa la seconda posizione del podio per quanto concerne le emissioni di CO2, con 8,43 miliardi di tonnellate all’anno, buona parte imputabili alle automobili (43%) e l’11% all’aviazione. Una piattaforma come Eye4Task, che può essere personalizzata e declinata sugli specifici casi d’uso, si allinea con le iniziative di sostenibilità ambientale poste in essere dall’azienda poiché riduce le trasferte.
Realtà aumentata e dematerializzazione
L’impatto benefico della realtà aumentata sulla sostenibilità non dipende solo dall’azzeramento delle distanze, ma anche dalla dematerializzazione. Zanella ci spiega che diversi field worker, dovendo compilare report sugli interventi svolti, utilizzano ancora la carta per prendere appunti in corso d’opera e poter poi compilare il report a PC in un secondo momento. La realtà aumentata, unita a device innovativi come gli smart glass, sostituisce qualsiasi form digitale, ma anche i moduli cartacei, con checklist presentate direttamente nel campo visivo all’operatore, firmate in digitale e condivise con chi di dovere, anche tramite integrazione diretta con i sistemi aziendali. Considerando che l’industria della carta è responsabile di circa il 6% del consumo energetico globale e del 2% delle emissioni industriali dirette di CO2, l’impatto può essere significativo.
Sostenibilità sì, ma non solo ambientale
La sostenibilità è un tema ampio e avvolgente, con diverse dimensioni. Quella ambientale è una, ma non bisogna dimenticare che tecnologie come AI incidono fortemente anche sulla sostenibilità economica, permettendo di realizzare il duplice beneficio di cui sopra, ovvero riduzione delle emissioni e aumento del ROI. Anche prendendo in considerazione soltanto i casi citati, la riduzione del consumo di carta e l’abbattimento degli spostamenti hanno un impatto considerevole sull’economia aziendale, poiché a seconda dei punti di vista permettono di abbattere i costi o di erogare più servizi, con incremento dei ricavi.