Sono oltre 30 mila le tonnellate di rifiuti plastici gestiti nel 2022 da Ecopolietilene, il consorzio per il riciclaggio dei rifiuti dei beni in polietilene riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare. L’anno scorso ha raddoppiato i volumi rispetto al 2021, confermandosi tra i principali attori di una filiera green per un prezioso polimero, quale è il polietilene che dà un grande contributo all’ambiente e attiva un concreto processo di economia circolare.
“Prosegue il cammino di consolidamento del consorzio nel solco di profonda attenzione verso le imprese che, nel rispetto del principio EPR (la responsabilità estesa del produttore), sono chiamate a farsi carico della gestione dei rifiuti che i loro prodotti generano – osserva il direttore generale di Ecopolietilene, Giancarlo Dezio – Ma anche nel segno di una grande attenzione all’ambiente: Ecopolietilene l’anno scorso si è fatto promotore di una serie di progetti e iniziative finalizzate non solamente a incrementare e migliorare la raccolta dei rifiuti da beni in polietilene, ma anche a verificare nuovi utilizzi della materia prima seconda ottenuta dai processi di riciclo”.
Un anno di grandi successi nel riciclo dei beni in polietilene
Guardando ai numeri, Ecopolietilene nel 2022 ha aumentato del 25% le aziende consorziate: tra fabbricanti, importatori, brand owner e distributori, sono 147 le realtà che fanno riferimento al consorzio. Le 30.198 tonnellate di rifiuti da beni in polietilene gestite in collaborazione con Ecolight Servizi rappresentano un importante passo in avanti.
Nel suo secondo anno di attività (il consorzio è stato riconosciuto dal Ministero della Transizione Ecologica nel giugno 2020), Ecopolietilene ha incrementato del 117% le quantità gestite, arrivando a effettuare oltre 8.500 missioni in tutta Italia.
Come spiega il direttore generale il 61% della raccolta ha interessato beni in polietilene flessibili, ovvero rifiuti quali sacchi per la raccolta di rifiuti e i film di copertura e pacciamatura utilizzati in agricoltura e allevamento. Il restante 39% è rappresentato dai beni rigidi come, ad esempio, tubi, reti e cassette usati in edilizia, ma anche sedie e tavoli, casalinghi e oggetti usati nei ristoranti e nella ristorazione collettiva.
“Il sistema di tracciabilità messo in atto dal nostro sistema autonomo – prosegue Dezio – ci consente di affermare che tutte le 30 mila tonnellate sono state avviate a recupero attraverso gli impianti convenzionati, restituendo così nuova vita a un materiale che è prezioso per la sua caratteristica di essere interamente riciclabile“.
Affinare la raccolta per migliorare la qualità dei rifiuti
L’azione di Ecopolietilene nel 2022 si è caratterizzata anche per lo sviluppo di progetti dedicati al miglioramento della raccolta dei rifiuti da beni in polietilene. “In particolare, sono stati condotti due progetti pilota di identificazione di rifiuti di beni in polietilene in ambito urbano, nelle province di Treviso e Salerno, per comprendere quali tipologie di rifiuto vengono conferite alle isole ecologiche comunali e iniziare a sperimentare una loro raccolta differenziata”, aggiunge Dezio. “Il nostro obiettivo è migliorare la raccolta per migliorare la qualità dei rifiuti che vengono inviati agli impianti di recupero e così potenziare la filiera circolare dei beni in polietilene”.