Dodici settimane di navigazione e un’equipe di biologi e naturalisti per scoprire come stanno i nostri mari. Nato su iniziativa del Centro Velico Caprera – importante scuola di formazione velica del Mediterraneo – in collaborazione con One Ocean Foundation – iniziativa italiana di rilevanza internazionale per la salvaguardia dell’oceano – M.A.R.E (Marine Adventure for Research & Education), è un progetto di citizen science che unisce una serie di partner accomunati dalla sensibilità verso gli ecosistemi marini in un progetto di studio e divulgazione sullo stato di salute del Mar Mediterraneo.
“Siamo partiti da un’idea semplice – spiega Paolo Bordogna, presidente del Centro Velico Caprera -, utilizzare il sistema di propulsione ecologico per eccellenza, il vento, per un progetto scientifico che mettesse al centro del proprio studio la salute del mare. E che lo facesse con il più basso impatto possibile. Per arrivare all’obiettivo, abbiamo unito la nostra competenza nell’arte marinaresca a quella scientifico-divulgativa di One Ocean Foundation”.
Il risultato è One, un catamarano a vela di 45 piedi, attrezzato come un piccolo laboratorio, che navigherà in tutto il Tirreno toccando 23 Aree Marine protette e 2 zone di interesse, effettuando analisi, misurazioni e monitoraggi. Prenderà il via da La Maddalena il prossimo 30 aprile forte del patrocinio della Marina Militare e con il coinvolgimento del Ministero della Transizione Ecologica.
Accrescere la consapevolezza e creare relazioni costruttive tra tutti gli stakeholder impegnati nella ‘marine preservation’
Con meno dell’1% della superficie totale di mari e oceani del pianeta, il Mediterraneo ospita il 10% delle specie marine conosciute, mostrando una ricchezza di ambienti e di specie che lo rendono un autentico scrigno di biodiversità. Ma il Mediterraneo è un mare piccolo, con uno scarso ricambio d’acqua, condizione che lo rende delicato, un mare che subisce un impatto antropico sempre più esasperato. Inquinamento, cambiamenti climatici, traffico nautico sono solo alcuni dei fattori che stanno inesorabilmente alterando la salute del Mare Nostrum.
La Fondazione One Ocean, in qualità di partner scientifico del progetto M.A.R.E. coordinerà la ricerca scientifica dell’iniziativa per monitorare lo stato di salute del Mar Mediterraneo e incentivare la conoscenza e la protezione dell’ambiente marino, una delle principali sfide del mondo contemporaneo.
“Abbiamo incentrato il nostro protocollo scientifico su alcuni temi portanti – spiega Ginevra Boldrocchi, coordinatrice scientifica di One Ocean Foundation – come la raccolta di campioni di organismi zooplanctonici, bioindicatori naturali di inquinamento ambientale, per valutare la presenza e il bioaccumulo di contaminanti persistenti nel Mar Tirreno, ma anche sul monitoraggio della biodiversità marina, attraverso campionamenti di DNA ambientale”.
Oltre alla ricerca scientifica, la Fondazione si pone come obiettivo quello di diffondere conoscenza e consapevolezza su importanti tematiche ambientali, promuovendo comportamenti corretti, indispensabili per perseguire la conservazione dell’ambiente marino.
A questo proposito, grazie al patrocinio con l’Università degli Studi dell’Insubria, verranno ospitati a bordo studenti del corso di dottorato che realizzeranno lezioni interattive di ecologia marina e dell’ecotossicologia, nonché esercitazioni sul campo. Questo permetterà di divulgare conoscenze ambientali e di approfondire i focus scientifici di questa iniziativa.
Tra i partner del progetto, aziende leader che hanno già da tempo intrapreso percorsi di limitazione dell’impatto ambientale, sia attraverso lo sviluppo di prodotti innovativi a basso impatto che attraverso best practice aziendali. Un commitment che Yamamay, Polaroid, Sorgenia e Synergie hanno voluto mettere al servizio di M.A.R E per consentire al progetto di raggiungere gli obiettivi scientifici prefissati e di diffondere i valori che veicola al più ampio pubblico possibile.
Yamamay, Polaroid, Sorgenia e Synergie “sono realtà con cui condividiamo una visione fatta di precisi valori, che abbiamo voluto mettere nero su bianco in un manifesto di progetto – continua Bordogna – Il loro coinvolgimento sarà attivo, visto che saranno proprio i loro ospiti ad aiutare il team scientifico nelle varie attività che verranno svolte a bordo”.