L’Italia sta sperimentando livelli drastici di scarsità d’acqua, con il 2022 che si è rivelato l’anno più caldo e secco degli ultimi 65 anni. Il Piemonte è stato particolarmente colpito, con i rapporti idrologici dell’Arpa che hanno rivelato deficit idrici estremi nelle falde acquifere e nei bacini fluviali a causa delle alte temperature combinate alle precipitazioni insufficienti. Questa situazione richiede l’urgenza di individuare soluzioni per il sistema irriguo con applicazione in ogni ambito della società, per non disperdere l’acqua e raccoglierla. Un esempio lampante è il progetto di riutilizzo delle acque reflue e piovane depurate di Suno (alle porte di Novara), guidato dalla Società Benefit SINTRA, azienda specializzata nell’ideazione e realizzazione di Sistemi Innovativi di Trattamento dell’Aria, che ha realizzato una vera e propria green factory per dimostrare come un edificio possa recuperare e riutilizzare l’acqua, piovana e reflua.
Risale a circa un anno fa, l’investimento di 6 milioni di euro nell’ETC – Expertise & Technology Center, pensato da Sintra per accogliere tutta l’attività di ricerca e sviluppo ed entro il 2025 anche l’attività produttiva, attualmente ospitata a poca distanza, nello stabilimento di Fontaneto D’Agogna. Il nuovo centro ha le sembianze di una green factory in scala reale costruita con tutti gli accorgimenti possibili di risparmio, recupero e autoproduzione di risorse, che include un sistema di gestione virtuosa dell’acqua.
“Con il nostro ETC volevamo dimostrare che produrre senza sprecare risorse è possibile ed è un modello replicabile in gran parte degli edifici industriali e civili – spiega Marco Zambolin, fondatore nel 1995 di SINTRA – L’ETC è stato inaugurato a maggio 2022 e, a distanza di un anno, il nostro stabilimento da 63mila metri cubi ha raggiunto l’obiettivo, mostrandosi indipendente, sia per quanto riguarda l’acqua, sia per l’energia necessaria al riscaldamento”.
Sintra ha scelto un biolago per la fitodepurazione
In sintesi, il procedimento è raccogliere le acque reflue e piovane e, una volta depurate, riutilizzarle. Il biolago che accoglie i visitatori in arrivo nella green factory è la chiave di questo processo: uno specchio d’acqua di fitodepurazione, grande duemila metri cubi, in cui confluiscono acque nere e pioggia, abitato da una grande varietà di pesci, trote ed esemplari di storione in particolare, che necessitano di acque pulite e testimoniano quindi l’ottimo funzionamento della fitodepurazione.
La purificazione dell’acqua avviene attraverso piante appositamente scelte e disposte in sequenza secondo le loro qualità depurative che restituiscono l’acqua pulita allo stabilimento. Inoltre, il biolago serve anche allo stoccaggio dell’acqua per alimentare il sistema antincendio di cui tutti gli stabilimenti produttivi devono essere dotati per legge.
“A differenza della fossa biologica – sottolinea Zambolin – in cui il sistema di smaltimento avviene in corsi d’acqua sotterranei che sono causa di inquinamento, un bacino per la fitodepurazione garantisce l’equilibrio dell’ecosistema ed è più sostenibile per l’ambiente“.
Nella green factory di Sintra, sostenibilità energetica e idrica vanno di pari passo
Le pompe di filtraggio del biolago e del pozzo per la riserva di acqua, utile in caso di persistente siccità, funzionano con l’energia elettrica generata dai pannelli solari. Tutta la green factory è alimentata da un impianto fotovoltaico.
Lo stabilimento si riscalda d’inverno, recuperando l’energia del sole e trasmettendola all’interno con una pompa di calore a basso consumo. Mentre d’estate il raffrescamento avviene con un sistema di superventilazione.
L’uniformità della temperatura e l’assenza di dispersione sono garantite dal sistema di pulsione dell’aria MIXIND®, brevettato da SINTRA, un sistema scelto e applicato presso importanti strutture civili e produttive in tutto il mondo.
“La nostra green factory dimostra che innovazione tecnologica e natura possono e devono giocare insieme, una a favore dell’altra – conclude il presidente Zambolin – I dati ci dicono che oggi la siccità non è più un problema temporaneo, è una condizione sempre più permanente, ed è indispensabile dotarci di soluzioni nuove per una gestione oculata dell’acqua. Abbattere gli sprechi, ridurre i consumi e riuscire ad autoprodurre risorse comporta un minor impatto ambientale e anche un risparmio sui costi di gestione.”