L’attesa conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici (Cop26) di Glasgow del prossimo mese “probabilmente si concluderà con le nazioni ancora lontane dall’obiettivo dei tagli alle emissioni necessari per scongiurare aumenti delle temperature sempre più devastanti per il pianeta”. E’ quanto l’inviato Usa per il clima John Kerry ha ammesso in una intervista all’Associated Press, durante la quale ha anche riconosciuto gli sforzi di Stati Uniti, Unione europea, Giappone e altri alleati per sensibilizzare il mondo sulla necessità di grandi tagli alle emissioni.
L’emissario del presidente Joe Biden ha espresso la speranza che un numero sufficiente di Paesi si unirà alla mission nei prossimi due anni. “Quando Glasgow sarà finito, sapremo chi sta facendo la sua parte e chi no”, ha detto Kerry all’Ap.
“Il divario dovrà rappresentare una motivazione per il futuro”
Kerry ha respinto l’idea che stia cercando di abbassare le aspettative per il vertice, considerato una scadenza per i Paesi per annunciare i loro impegni per trasformare le loro economie da inquinanti a più pulite. Kerry e altri hanno annunciato il vertice di Glasgow come “l’ultima, migliore possibilità” per dare slancio ai tagli alle emissioni, agli investimenti nelle energie rinnovabili e agli aiuti ai Paesi meno ricchi per limitare il riscaldamento a 1,5 gradi Celsius.
“Speriamo di avvicinarci molto ai nostri obiettivi sulle emissioni, anche se ci sarà un divario e dobbiamo essere onesti sul divario e utilizzarlo come ulteriore motivazione per continuare ad accelerare il più velocemente possibile”, ha detto Kerry.