I siti operativi di Intel in Stati Uniti, Costa Rica e India sono stati ufficialmente dichiarati “net positive” per l’utilizzo di acqua. In questi Paesi, infatti, l’azienda recupera e restituisce più acqua di quanta ne utilizzi. Non si tratta di contabilità creativa o di un trucco di magia, ma è il risultato dell’impegno costante di Intel a preservare le risorse idriche e a minimizzare il proprio impatto ambientale. Questo è un impegno che va ben oltre i confini degli stabilimenti dell’azienda e la sua portata va al di là del semplice risparmio sul consumo di acqua per le proprie operazioni.
“Più di 10 anni fa, abbiamo iniziato a lavorare per comprendere meglio la nostra impronta idrica e ridurre i consumi – spiega Todd Brady, chief sustainability officer e vice president, Global Public Affairs di Intel -. Cinque anni fa, ci siamo pubblicamente posti l’obiettivo di ripristinare il 100% dei nostri consumi e siamo diventati la prima azienda tecnologica a farlo. Due anni fa, abbiamo annunciato il nostro obiettivo di ottenere la net positivity idrica entro il 2030, spinti dal nostro impegno a ridurre l’impatto complessivo sui bacini idrografici locali e sostenere le risorse idriche che servono la popolazione. È con emozione che oggi annunciamo di essere ‘net positive’ in tre Paesi, grazie a solide partnership con organizzazioni non profit ambientali e governi locali e attraverso i nostri investimenti nella gestione dell’acqua. Non ci fermiamo qui, ora intendiamo raggiungere questo risultato in tutte le località in cui operiamo”.
Una delle risorse più importanti per gli impianti aziendali
Lo scorso anno, Intel ha utilizzato oltre 60 miliardi di litri di acqua dolce, bonificata e dissalata, a livello globale, e grazie alle sue pratiche di gestione delle risorse idriche, ha restituito alle comunità locali circa 50 miliardi di acqua, sgorgante dai propri impianti. Grazie a nuovi progetti di ripristino, Intel si sta avvicinando all’obiettivo globale di restituire e ripristinare più acqua di quanta ne usi. Inoltre, i nuovi siti in costruzione sono progettati per sostenere l’impegno dell’azienda di raggiungere la net positivity idrica a livello globale entro il 2030. Servono molte risorse per far funzionare un impianto di Intel e l’acqua è una delle più importanti. Infatti è utilizzata nei processi di produzione, incluso quello degli utensili, nei data center e nelle torri di raffreddamento a evaporazione.
Intel utilizza sia acqua dolce, sia acque reflue, oltre ad approvvigionarsi da altre fonti. In Israele si utilizza acqua marina dissalata, mentre in altri siti si utilizza acqua di pozzo o acqua piovana per integrare l’acqua di falda. Il report CSR di Intel (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO) comprende una tabella con il bilancio delle fonti di approvvigionamento dell’acqua e delle destinazioni dove viene conferita dopo l’uso.
Mantenere in equilibrio il bilancio dei consumi idrici significa lavorare per conservare e riutilizzare l’acqua ovunque sia possibile. Una parte dell’acqua acquistata da Intel viene dispersa tra irrigazione ed evaporazione, ma l’azienda compie enormi sforzi per assicurarsi che tutti prestino la massima attenzione ai consumi.
Massimizzare le proprie risorse
Gli sforzi di conservazione interna hanno consentito a Intel di risparmiare oltre 35 miliardi di litri lo scorso anno, il 114% in più rispetto a due anni prima. Una maggiore efficienza dei processi produttivi significa che Intel è in grado di produrre di più con meno risorse, mentre gli impianti di depurazione interni consentono all’azienda di massimizzare il riuso dell’acqua e ridurre l’utilizzo di acqua dolce da fonti esterne.
Nel 2021 Intel ha fatto importanti progressi nell’implementazione di impianti di depurazione idrica, che consentono di trattare e riutilizzare l’acqua nelle torri di raffreddamento e negli scrubber, a vantaggio della conservazione della risorsa.
Come farà Intel a ottenere un consumo globale “net positive”, soprattutto in presenza di evaporazione e altre perdite che l’azienda non può controllare? Il lavoro di ripristino assicura che l’impatto di Intel sul pianeta vada oltre la semplice “compensazione” del consumo di acqua negli impianti. Infatti l’azienda lavora per ripristinare anche i bacini idrografici nelle vicinanze dei suoi siti. In Arizona, ad esempio, i progetti di Intel hanno restituito circa 3,37 miliardi di litri d’acqua alle falde nel 2021. I progetti sono molteplici: dalle tecniche di conservazione tradizionali fino all’attenzione verso una riqualificazione delle economie locali, secondo modalità che abbiano un impatto a lungo termine.
In Arizona, il fiume Verde ospita uccelli migratori, la nidificazione delle aquile reali, lontre di fiume e pesci. Il fiume è anche una delle principali fonti idriche per la città di Phoenix ed è fondamentale per l’economia agricola della zona. Nei mesi estivi incrementano le temperature e i prelievi dal fiume aumentano per irrigare le colture. Un progetto finanziato da Intel incentiva gli agricoltori a sostituire le colture che richiedono un’irrigazione intensiva nei mesi estivi con l’orzo, che viene raccolto all’inizio dell’anno e richiede meno acqua. Nell’ambito del progetto, un investimento in una malteria locale ha consentito di ridurre i costi di maltatura dell’orzo, che può quindi essere venduto a costi vantaggiosi a birrifici locali che in precedenza dovevano utilizzare fornitori esterni allo stato dell’Arizona.
A Bengaluru, in India, un tempo conosciuta come la “Città dei laghi”, un significativo sviluppo urbanistico ha portato a un estremo stress idrico e all’esaurimento delle acque di falda. Per sostenere le risorse idriche della città, Intel ha finanziato due progetti di ripristino dell’acqua che, una volta completati, ripristineranno circa 380 milioni di litri d’acqua ogni anno tra il lago Dyavasandra e il lago Nanjapura.
I nuovi siti terranno conto del bilancio idrico
Dal 2021 Intel ha annunciato piani ambiziosi per aumentare la produzione con nuove strutture in Arizona, Ohio e in Europa. L’impegno verso un valore di utilizzo “net positive” dell’acqua si baserà su ciò che l’azienda ha imparato negli ultimi 20 anni in modo da ridurre al minimo l’impatto delle nuove strutture sull’ambiente circostante.
Benché i nuovi siti aumenteranno l’impronta idrica dell’azienda, l’obiettivo di Intel di ottenere la net positivity idrica a livello globale entro il 2030 non è cambiato. Dovrà risparmiare circa 227 miliardi di litri d’acqua e ripristinare oltre il 100% del suo consumo globale di acqua dolce. Quanto è vicina l’azienda a raggiungere questo 100%? Intel nel 2021 è arrivata al 99%.