Quando si tratta di acquistare apparecchiature elettriche ed elettroniche, il 52% della popolazione italiana fa spesso attenzione alla sostenibilità e dichiara di preferire prodotti più “green”, a fronte di un 39% che arriva a fare della sostenibilità un elemento totalmente determinante. Anche le etichette che dichiarano il livello di efficienza energetica di uno specifico device costituiscono un elemento cruciale, sia per gli acquisti nei negozi fisici che online: il 59% degli italiani, infatti, consulta sempre le informazioni presenti sulle etichette.
In collaborazione con l’Istituto di ricerca OnePoll, Reichelt elektronik, distributore europeo online di elettronica e tecnologie IT, ha esaminato un campione di 1.000 rispondenti italiani durante il mese di agosto 2021 per valutare in che misura la sostenibilità incide nel processo di acquisto di device e apparecchiature elettriche ed elettroniche.
A quanto pare, in media gli italiani sono disposti a pagare circa il 10% in più pur di scegliere un prodotto sostenibile, soprattutto quando si tratta di elettrodomestici e di grandi apparecchiature per la casa. Percentuale che scende di un punto nel caso dell’acquisto di un device di piccole dimensioni, come uno smartphone. I più sensibili alla tematica sono i giovani tra i 18 ed i 24 anni, pari al 31% della popolazione intervistata, disposti ad acquistare prodotti più cari purché sostenibili (fino al +9,3% rispetto al costo iniziale), seguiti dalla fascia d’età 25-34 anni (28%) che invece è disposta a pagare in media il +9,6%. Soltanto l’11% della popolazione over 55 spenderebbe invece il +6,7% per un prodotto più sostenibile.
Nuovo, usato o riparato? Ogni quanto gli italiani cambiano un apparecchio elettronico?
L’analisi evidenzia che quasi la metà degli intervistati (45%) ha sperimentato l’acquisto di prodotti elettronici usati, una scelta dettata principalmente dalla possibilità di risparmiare denaro (67%), poiché soltanto il 23% dei rispondenti ha acquistato prodotti usati per motivi legati alla sostenibilità. Parallelamente, il 78% della popolazione intervistata ha provato a far riparare un prodotto elettronico da un professionista. Tuttavia, seppur il 52% abbia dichiarato che riparare un dispositivo elettronico sia utile, il 65% di essi ritiene tale scelta talvolta più costosa rispetto alla possibilità di acquistare un dispositivo nuovo. Il 33% non considera questa alternativa in quanto preferisce possedere un device di nuova generazione e tecnologicamente all’avanguardia.
La maggior parte delle persone (55%) ha affermato che tende a sostituire un device o un prodotto elettronico soltanto quando non più funzionante o in caso di smarrimento. Per quanto riguarda la durata media, invece, varia in base alla categoria merceologica: i grandi elettrodomestici, come lavatrici o frigoriferi, hanno la durata media più alta, pari a circa 7,6 anni; i piccoli dispositivi, come gli smartphone, vengono invece utilizzati in media per circa quattro anni e tre mesi. Il 71%, è concorde nell’affermare che i produttori di apparecchiature elettroniche limitino “forzatamente” il loro utilizzo oltre un determinato asso di tempo per incentivare le vendite.
C’è ancora molto da imparare circa le modalità di riciclaggio
La vecchia credenza che gli acquisti nei negozi fisici siano più rispettosi dell’ambiente rispetto a quelli online è stata scardinata dallo scoppio della pandemia. Il 43% dei rispondenti al sondaggio ritiene che gli acquisti online siano “amici dell’ambiente” poiché consegnati in lotti: una pianificazione intelligente dei percorsi di consegna può infatti far risparmiare fino al 60% di CO2. Per il 41%, il processo d’acquisto online, e il conseguente deposito in grandi magazzini, permette un risparmio in termini di elettricità. Il 40% sottolinea invece che lo shopping nei negozi fisici è sostenibile soltanto se effettuato con mezzi non inquinanti, come bicicletta, e-car, mezzi di trasporto pubblico o a piedi.
Nonostante il 77% degli italiani sia consapevole delle sostanze pericolose presenti negli apparecchi elettrici più datati, meno della metà (45%) ha riciclato tali prodotti in appositi centri per lo smaltimento, soltanto il 40% ha restituito un device nel negozio fisico e il 26% ad un retailer online. Inoltre, soltanto il 52% degli italiani è a conoscenza dell’obbligo – come stabilito dal D. Lgs. 49/2014 – in capo ai rivenditori di apparecchiature elettriche ed elettroniche con almeno 400 m2 di spazio di vendita (fissi) o di stoccaggio e spedizione (online) di accettare gli apparecchi secondo il principio del ritiro 0:1 e del ritiro gratuito dei RAEE di piccole dimensioni anche quando non si effettua un acquisto. Il 79% degli italiani è convinto che l’unica alternativa valida sia smaltire tali dispositivi presso un apposito centro di smaltimento.
Sono molti i passi da gigante che si stanno facendo in tal senso, ma le sfide imposte dal cambiamento climatico sono sempre più impellenti ed esigono interventi a 360 gradi.