Dalla programmazione europea passa una gran parte degli obiettivi di decarbonizzazione del Vecchio Continente, con finanziamenti e investimenti importanti. Ma quanto effettivamente questi programmi stanno incidendo sugli obiettivi di riduzione delle emissioni? Una risposta utile in tal senso arriva da un nuovo software realizzato da ENEA per calcolare le emissioni evitate di CO2 equivalenti dai programmi europei. Il software, denominato CO2MPARE v.2.0, è stato messo a punto nell’ambito del progetto CO2MPARE Evolution per supportare le attività dei vari progetti per la sostenibilità, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Più nel dettaglio, il modello CO2MPARE v. 2.0 consente di fare valutazioni ex ante, in itinere ed ex post su piani e programmi. Questo significa che diventa possibile stimare in anticipo gli effetti di scenari alternativi legati alla programmazione degli interventi previsti, per poi verificare l’allineamento delle attività con gli obiettivi iniziali e, infine, analizzare i risultati raggiunti.
I risparmi complessivi
Grazie a questo approccio, il nuovo modello di calcolo ha stimato un risparmio cumulativo di oltre 170 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti per i progetti FESR (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) e JTF (Just transition fund), previsti dal documento di orientamento strategico per la programmazione dei fondi europei (Accordo di partenariato 2021-2027).
Il software è stato presentato da ENEA a Roma in occasione di un evento al quale sono intervenuti esponenti della Commissione europea, del Dipartimento per le Politiche di coesione, della Presidenza del Consiglio e della Ragioneria dello Stato. Nel corso del convegno sono stati illustrati i risultati dell’applicazione della nuova versione all’Accordo di partenariato 2021-2027 (FESR e JTF), che prevede 45 milioni di euro per la riduzione dei divari territoriali, e al PNRR.
Le caratteristiche del software
Proprio l’applicazione del modello al PNRR ha consentito di stimare una riduzione di circa 560 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti nell’arco totale di vita degli interventi, ovvero dall’avvio alla loro conclusione. “Il modello fornisce le emissioni cumulate di CO2 equivalenti di un piano o programma partendo dall’allocazione finanziaria totale ripartita, in base alle scelte delle amministrazioni nazionali o regionali, per settore di intervento. Consente di distinguere tra emissioni dirette ed emissioni indirette, sia nella fase di cantiere sia nella fase operativa. Grazie alla sua flessibilità, può essere applicato a piani e programmi ricostruendo un’architettura ad hoc, utilizzando la libreria dei progetti-tipo standardizzati di cui il modello dispone e che, nell’ambito del progetto CO2MPARE Evolution, è stata aggiornata.
Inoltre, permette di confrontare scenari alternativi relativamente a uno stesso programma. È, dunque, uno strumento significativo per orientare le scelte di investimento, in special modo quelle di coesione dell’Unione europea, verso una crescita sostenibile e un’economia a basso contenuto carbonico”, ha messo in evidenza Cecilia Camporeale, ricercatrice del Dipartimento ENEA Sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei sistemi produttivi e territoriali.