Road to Cop27

COP27, call to action di Act2025 ai governi per l’adattamento: “Ecco le tre azioni da mettere in atto”

Agire sui Goal globali, promuovere i Piani nazionali e mettere sul piatto finanziamenti ad hoc: sono le tre linee operative suggerite ai partecipanti alla Conferenza di Sharm dal consorzio globale che lavora per fornire risultati “ambiziosi, equilibrati, giusti ed equi” ai negoziati sul clima delle Nazioni Unite. “La situazione è sempre più drammatica: necessario attuare impegni concreti”

Pubblicato il 21 Ott 2022

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Sono tre le azioni più urgenti che è necessario mettere in atto al più presto per migliorare l’azione sull’adattamento climatico: agire sui Goal globali, promuovere i Piani nazionali e mettere sul piatto finanziamenti ad hoc. E data la crucialità di tutte e tre le mosse, parlarne nel corso della Cop27 per arrivare ad impegni concreti sarà assolutamente fondamentale.

E’ racchiuso qui il senso della call to action “Alleati per la trasformazione del clima entro il 2025: invito a una maggiore attuazione dell’azione di adattamento” (SCARICA QUI IL DOCUMENTO ORIGINALE), documento che fa parte di una serie a sostegno della Dichiarazione dell’Alleanza ACT2025, serie di raccomandazioni destinate alla COP27 e finalizzate a mantenere il pianeta sulla strada per il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi,

Invito a mettere in atto azioni concrete alla Cop27

Il documento è frutto delle attività dell’Allied for Climate Transformation 2025 (ACT2025), consorzio di gruppi di riflessione ed esperti che lavorano per fornire risultati ambiziosi, equilibrati, giusti ed equi ai negoziati sul clima delle Nazioni Unite, elevare e amplificare i bisogni e le priorità dei paesi in via di sviluppo vulnerabili e tracciare un percorso verso una maggiore solidarietà globale.

Con questi presupposti, la call to action invita i governi che prenderanno parte alla Cop27 a porre in essere azioni concrete,  proponendo una serie di raccomandazioni per migliorare l’azione sull’adattamento climatico.  L’adattamento, infatti, viene considerato “fondamentale per ridurre i rischi del cambiamento climatico in modo da poter evitare o ridurre al minimo il maggior numero possibile di perdite e danni irreversibili”. “Ciò che serve ora – scrive l’ACT2025 – sono sia più finanziamenti, sia più fondi alle comunità vulnerabili, in modo che i paesi e le comunità possano passare dalla pianificazione all’attuazione di misure di adattamento”.

Vulnerabilità, perdite e mortalità in crescita

“Siccità, caldo estremo, inondazioni e incendi stanno cambiando irreversibilmente i paesaggi, minacciando la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza di diversi milioni di persone e ponendo rischi per la salute fisica e mentale – scrivono gli esperti nell’introduzione al documento -. Gli estremi climatici stanno accelerando i cambiamenti sulla terraferma e negli oceani, causando impatti negativi diffusi e, in alcuni casi in cui l’adattamento non è possibile, relative perdite e danni alla natura e alle persone. Solo nel 2020 sono stati registrati oltre 1.770 eventi meteorologici, che hanno portato a oltre 30 milioni di nuovi spostamenti. Questo è il numero più alto dal 2010, quando sono stati registrati 15,5 milioni di spostamenti in Cina a causa delle inondazioni. Il 2022 è già visto una maggiore incidenza di siccità, inondazioni, innalzamento del livello del mare, incendi, cicloni e altri eventi climatici estremi in tutto il mondo, esacerbando gli impatti devastanti della pandemia di Covid-19. La gravità, la frequenza e la ricorrenza dei loro impatti stanno aggravando le vulnerabilità esistenti, la povertà e le difficoltà in aree altamente vulnerabili, causando alti livelli di mortalità, sfollamenti, perdite e un aumento di una serie diversificata di minacce alla sicurezza umana in tutto il mondo. L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) stima che tra 3,3 e 3,6 miliardi di persone vivano già in contesti altamente vulnerabili ai cambiamenti climatici, mentre la Word Bank suggerisce che i cambiamenti climatici porteranno 32-132 milioni di persone in più all’estremo povertà entro il 2030″.

Il documento conclude affermando che, con l’avvicinarsi della Cop27 e l’aumento della minaccia climatica, è fondamentale garantire che gli sforzi per intensificare l’azione sull’adattamento tengano il passo con le discussioni sulla riduzione del divario di ambizione.

Tre aree di azione urgente

Più nel dettaglio, il documento spiega che, con la Cop27, i paesi devono compiere progressi in tre aree chiave:

  • Fare progressi sostanziali nell’ambito del programma di lavoro Glasgow–Sharm el-Sheikh sull’Obiettivo globale sull’adattamento (GGA);
  • Preparare rapidamente i piani nazionali di adattamento (NAP) e le comunicazioni di adattamento (AC);
  • Fornire finanziamenti prevedibili e basati su sovvenzioni per la preparazione e l’attuazione di piani di adattamento.

I tre punti, chiarisce l’ACT2025, sono intrinsecamente legati. L’articolazione dell’obiettivo globale sull’adattamento fornirà le metriche e i limiti accettabili per monitorare i nostri progressi collettivi e le lacune nella costruzione della capacità di adattamento e della resilienza, riducendo al contempo la vulnerabilità. Il GGA a sua volta troverà articolazione a livello nazionale attraverso NAP e AC, sottolineando al contempo le esigenze di finanziamento di un paese in via di sviluppo. Questi tre insieme saranno anche componenti essenziali per il bilancio globale periodico dei progressi, come concordato nell’accordo di Parigi.

Un tema da affrontare in tutte le sedi deputate

“Con il continuo aumento delle emissioni globali e l’aumento dei rischi climatici, in particolare per le comunità vulnerabili e i paesi di tutto il mondo, un’azione rafforzata in materia di adattamento è diventata una priorità urgente. Secondo il rapporto dell’IPCC, ogni incremento di riscaldamento aggiuntivo aumenta la probabile frequenza e intensità di eventi estremi e intensifica le minacce per persone, specie ed ecosistemi, aumentando così anche il riscaldamento di 1,5°C, l’obiettivo della temperatura globale nell’accordo di Parigi —non sicuro per tutti. Pertanto, l’urgenza di rafforzare l’azione sull’adattamento climatico deve riflettersi nell’attenzione, nelle discussioni e nelle decisioni dei governi non solo nella Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) del 2022, ma anche in altre piattaforme globali governance del clima, inclusi l’IPCC, il G7, il G20 e l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, solo per citarne alcuni”.

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