Si avvicina la possibilità di un accordo a COP27 dopo che sul Loss and Damage la conferenza sembrava vicina a un punto di rottura. “Meglio un non accordo che un cattivo accordo” era la sintesi della giornata di ieri. Nella nuova versione del documento finale il tema dei rimborsi e delle perdite è stato affrontato con una proposta che sembra aver trovato un riscontro positivo. Dopo la reazione UE alla proposta egiziana ritenuta troppo debole per garantire il raggiungimento dei target, la nuova proposta parte da una piattaforma nella quale si propone un aggiornamento degli aiuti esistenti in linea con le richiese UE e vicina alla posizione statunitense. Il tutto da completare con la istituzione di un fondo specifico, in questo caso andando incontro alle richieste della Cina e del gruppo dei paesi G77. Sempre questa proposta prevede la istituzione di un Comitato a cui viene affidato di gestire questo progetti e di pilotare la transizione verso COP28 nel 2023 con la presentazione in quell’occasione del fondo con tutte le sue caratteristiche.
Ma l’aspetto che sta cambiando lo scenario rispetto al tema Loss and Damage riguarda la tipologia di paesi che possono beneficiare di questi fondi e dei paesi coinvolti nella raccolta degli investimenti.
Cambierebbe con questo scenario l’elenco e il profilo dei paesi più vulnerabili tra i quali ci sono oggi anche Cina e India che hanno tutte le caratteristiche delle superpotenze. Relativamente ai paesi che devono invece contribuire al fondo anche in questo caso la bozza propone di cambiare lo scenario precedente includendo appunto la Cina e altri paesi emergenti oggi dotati di risorse economiche rilevanti.
In concreto pare che il principio di fondo del Loss and Damage dovrebbe essere rispettato ma con un doppio aggiornamento: da una parte prendendo atto della situazione economica reale, ovvero dei cambiamenti rilevanti rispetto allo stato di salute economico di paesi che ancora rientravano tra le realtà in via di sviluppo e in secondo luogo con un adeguamento in merito agli strumenti finanziari più adeguati.