Cinque proposte concrete da sottoporre ai tavoli della COP27 di Sharm el Sheikh, con l’auspicio di dare una svolta decisiva alle negoziazioni globali, ormai decennali e spesso inconcludenti, sul climate change. E’ racchiuso qui il cuore del Manifesto che rappresenta l’esito finale della prima Conferenza delle Dolomiti, evento organizzato nei giorni scorsi da Think tank Vision, la compagnia assicurativa Axa e Autostrada per il Brennero, in collaborazione con l’Università Bocconi e il Politecnico di Milano.
L’evento, che ha preso l’emblematico nome di ‘La fine del gioco a somma zero’, ha voluto mettere in luce l’inconsistenza di una logica – quella per ogni persona che vince, ce n’è una che perde – che non sembra più funzionare nella gestione della crisi ambientale. E al contempo ha lavorato per offrire spunti d’azione pratici alla Conferenza dell’Onu, grazie al contributo di professori universitari, ricercatori, politici e imprenditori. All’incontro hanno partecipato personalità provenienti da Cina, Stati Uniti, India, Sud America: tra gli altri Bill Emmott, Ali Al-Sadiq, Bill de Blasio e Phoebe Koundouri.
Il Manifesto indirizzato alla Cop27: le 5 proposte
Ma entriamo nel dettaglio delle 5 proposte avanzate dal Manifesto e destinate ai negoziatori della COP27.
Semplificare i processi decisionali
La prima proposta riguarda la necessità di semplificare il funzionamento degli organismi decisionali, a cominciare dalla stessa Cop, che vede la partecipazione dei 196 Stati aderenti all’Onu e può prendere decisioni solo all’unanimità.
Coinvolgere le città
Sono tante le voci che parlano alla conferenza Onu, ma c’è una componente essenziale che manca, quella delle città, che sono il baricentro della vita per la maggior parte delle persone nel mondo. Secondo i partecipanti alla Conferenza delle DOlomiti, accogliere a Cop un loro rappresentante aiuterebbe ad avere una percezione più completa dei problemi comuni.
Imporre target annuali
Il Manifesto evidenzia poi la necessità, per l’Unione europea, di non limitare gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti al solo medio-lungo periodo, indicando piuttosto i target da centrare anno per anno nei singoli Paesi.
Avviare progetti pilota
Sempre in ambito di pragmatismo delle decisioni c’è anche la proposta di metter in campo progetti pilota, nei territori cittadini di piccole dimensioni dove è più facile agire, in modo da creare l’effetto emulazione.
Abbandonare il mercato Ttf olandese
L’ultimo punto è strettamente legato all’emergenza energetica, con il suggerimento di abbandonare da subito l’indicizzazione delle bollette al mercato Ttf olandese, i cui prezzi sono fortemente influenzati dal peso del produttore russo.
“Agire tutti nella stessa direzione”
“Fermare il surriscaldamento globale non è utopia, se tutti agiamo nella stessa direzione dopo esserci confrontati alla ricerca delle migliori soluzioni da mettere in campo”, dichiara Giacomo Gigantiello, Ceo di Axa Italia.
“Al momento attuale stiamo perdendo la sfida contro il cambiamento climatico”, aggiunge Francesco Grillo, direttore del think tank Vision e Visiting Fellow all’European University Institute. “Pensiamo a questa estate, caratterizzata da una siccità senza precedenti. Stiamo perdendo perché usiamo ancora dei meccanismi decisionali inventati nel Novecento, mentre questo secolo ha bisogno di soluzioni nuove. Ma anche perché affrontiamo il problema dividendolo in piccole nicchie, ciascuna con il suo esperto di riferimento. Invece è necessario sviluppare un approccio interdisciplinare. La conferenza sulle Dolomiti è andata proprio in questa direzione”.