Ambiente

COP16 in Colombia: un nuovo capitolo per la biodiversità globale



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La sedicesima Conferenza delle Parti sulla biodiversità ha inizio a Cali, Colombia, con l’obiettivo di rafforzare gli impegni internazionali per la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse della natura

Pubblicato il 21 ott 2024



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Ha aperto oggi le danze a Cali, in Colombia, la sedicesima Conferenza delle Parti (COP16) sulla biodiversità, organo decisionale della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD). Questa è la prima volta che un paese del Sud America ospita l’evento. La CBD è un trattato internazionale che fu ratificato durante il Summit della Terra a Rio de Janeiro nel 1992 allo scopo di definire agende, impegni e piani d’azione per la conservazione della biodiversità e il suo utilizzo sostenibile, oltre a garantire una distribuzione equa e giusta dei benefici derivanti dall’uso delle risorse genetiche.

La COP si tiene ogni due anni e l’edizione 2024 arriva in un momento di rapido declino degli ecosistemi a livello globale, che sta creando un “domani pericoloso e incerto”. Per questo, il motto della COP16 “Pace con la Natura” invita, con una fitta agenda spalmata su 12 giorni, a una riflessione profonda sul nostro rapporto con l’ambiente e sulla necessità di ridefinire un modello economico di sviluppo sostenibile che non favorisca l’estrazione, lo sfruttamento eccessivo e l’inquinamento della natura. 196 nazioni discuteranno quindi sulle modalità in grado di fermare e invertire il declino del mondo naturale.

A Cali per discutere dell’attuazione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework

La COP16 rappresenta la prima Conferenza sulla Biodiversità dopo l’adozione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, che ha avuto luogo durante la COP15 a Montreal, in Canada, nel dicembre 2022. Durante quella conferenza, si è raggiunto un accordo storico che prevede la protezione del 30% della biodiversità terrestre e marina entro il 2030, rispettando i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali.

A due anni di distanza, i vari paesi (le Parti della Convenzione) dovranno dimostrare come le loro strategie nazionali per la biodiversità e i piani d’azione (NBSAP) siano in linea con il Quadro. Inoltre, la COP16 lavorerà per sviluppare ulteriormente il sistema di monitoraggio e promuoverà la mobilitazione delle risorse verso i paesi in via di sviluppo per preservare e gestire in modo sostenibile la biodiversità. Tra le altre responsabilità, la COP16 dovrà anche finalizzare e attivare il meccanismo multilaterale per una giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’uso delle informazioni sulle sequenze digitali delle risorse genetiche.

La Colombia invita il mondo a fare pace con la natura

Nei prossimi 12 giorni, in qualità di ospite della Conferenza delle Parti, la Colombia accoglierà oltre 190 paesi per affrontare le sfide globali più urgenti nella salvaguardia della biodiversità. Con un numero record di oltre 21.000 delegati pre-registrati, la COP16 si configura come l’incontro più grande nella storia di questo vertice sulla biodiversità, attirando rappresentanti da quasi ogni angolo del pianeta.

“Non si può consolidare la pace in un territorio senza includere la diversità, senza includere i saperi specifici, senza fare anche pace con la natura. E per questo, da questa esperienza, da questa ricerca vitale, che come ha detto il presidente Petro è anche oggi al centro del mondo, la Colombia è ospite di questa COP16 per invitare il mondo a cercare quella pace con la natura”, ha affermato Susana Muhamad, presidente entrante della COP16 e ministra dell’Ambiente della Colombia.

Muhamad ha dichiarato che durante questa COP16 si deve fare un passo verso l’implementazione del Quadro Globale Kunming-Montreal. “Si tratta in sostanza di ricomporre il modo in cui viviamo, di ricomporre il modello di sviluppo, di ricomporre, ripensare, riscoprire come vivere insieme nella diversità, in un sistema che non renda permanentemente la natura una vittima dello sviluppo, ma che al contrario la nostra stessa riproduzione come società riproduca la vita”, ha affermato.

La presidente entrante della COP16 ha assicurato che la conservazione della biodiversità è profondamente legata all’azione climatica e che a causa dell’uso estrattivo delle risorse naturali si genera oggi il 50% delle emissioni di gas serra, ma allo stesso tempo ciò costituisce anche la causa del 90% della perdita di biodiversità. “Ripristinare gli ecosistemi e la natura può contribuire quasi per il 40% alla soluzione della stabilizzazione del clima e del ciclo del carbonio”, ha sottolineato.

“Spero che la COP16 a Cali sia quel primo obiettivo, quel primo luogo dove le formiche, senza parlare, si uniscono per mobilitare la vita e mobilitare la pace con la natura”, ha concluso Muhamad.

Il piano d’azione per la biodiversità al 2030

La COP16 si è aperta con il lancio del Piano d’Azione per la Biodiversità al 2030, uno strumento di politica pubblica ambientale che consolida 6 obiettivi nazionali per contribuire al raggiungimento dei 23 obiettivi del Quadro Globale della Biodiversità che comprendono 191 azioni per contrastare la perdita di biodiversità nel paese entro il 2030.

Tra le principali iniziative, vi sono lo sviluppo di 50 progetti socioecologici, la riconversione produttiva di 3 milioni di ettari, il miglioramento del trattamento delle acque reflue, e l’implementazione di piani decennali di biodiversità per le comunità locali.

Il piano coinvolge 15 ministeri, il settore imprenditoriale e finanziario, e rappresentanti delle comunità indigene. Inoltre, include 269 ulteriori azioni definite dalle rappresentanze di vari gruppi sociali. La sfida principale è la mobilitazione di risorse, stimata in 76,5 miliardi di pesos entro il 2030, con il supporto di fonti pubbliche, private e internazionali. Il piano incoraggia il dialogo tra governi e società attraverso 23 patti regionali e 8 patti differenziali, per favorire l’implementazione delle iniziative secondo le esigenze territoriali.

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