L’appuntamento del 2022 della Conferenza ONU sui cambiamenti climatici, la cosiddetta COP27, è in programma dal 7 al 18 novembre in Egitto, a Sharm el-Sheik. Ma in vista di quel momento il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha approfittato della vetrina internazionale della 77esima assemblea generale dell’ONU, che si è appena svolta a New York, per accendere i fari sul summit.
E’ il momento “di un serio dibattito” e di “azioni significative”, sottolinea il segretario generale dell’ONU, facendo riferimento ai problemi che i cambiamenti climatici stanno provocando in gran parte del pianeta e soprattutto nei paesi già penalizzati, come quelli in via di sviluppo. “E’ una questione di giustizia climatica – sottolinea Guterres – solidarietà internazionale e creazione di fiducia”.
Proprio per affrontare al meglio l’appuntamento in programma tra meno di due mesi, a margine dell’assemblea generale Guterres, insieme al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi ha organizzato un summit a porte chiuse coinvolgendo diversi esponenti dei governi internazionali. Durante l’incontro, secondo le informazioni che sono filtrate, ci sono stati “scambi franchi sull’azione per il clima”.
COP27: i messaggi di Guterres
“I miei messaggi sono stati chiari – spiega Guterres riferendosi gli obiettivi di Parigi – Sull’emergenza climatica l’obiettivo di +1,5°C è sotto respiratore artificiale. E si sta rapidamente indebolendo. Ci stiamo dirigendo verso i +3°C“.
A margine dell’assemblea generale dell’ONU, parlando in apertura dell’evento “SDG moments”, Guterres aveva sottolineato: “Ci incontriamo in un momento di grande pericolo per il mondo e ogni pericolo sta spingendo gli obiettivi di sviluppo sostenibile sempre più fuori portata“.
“Lo sviluppo non può aspettare – proseguiva Guterres – L’educazione dei nostri figli, lavori dignitosi, la piena uguaglianza per donne e ragazze, un’assistenza sanitaria completa non possono aspettare, un’azione per il clima significativa, la protezione della biodiversità, non possono essere lasciati al domani“.
“I giovani chiedono un’azione, non solo per se stessi, ma per le generazioni del futuro – aveva concluso il segretario generale delle Nazioni Unite – Non possiamo deluderli, questo è un momento definitivo. I pericoli che dobbiamo affrontare non possono competere con un mondo unito”.