Sono tante le aziende italiane che elevano l’impegno verso la neutralità climatica a finalità d’impresa al pari della generazione di utili e lo proteggono nello statuto societario per creare le condizioni necessarie ad affrontare la crisi climatica e a raggiungere gli obiettivi europei di neutralità climatica e quelli nazionali di transizione ecologica. È il caso della appena nata CO2alizione Italia, l’iniziativa a cui SIAV ha aderito unitamente a oltre sessanta aziende italiane per aumentare il livello di impegno verso la neutralità climatica attraverso l’adozione di una governance innovativa che vede lo statuto societario come formalizzazione dell’ingaggio.
Le aziende aderenti si impegnano ad evolvere progressivamente il proprio modello di business e il modello operativo verso un’economia a zero emissioni di gas climalteranti, obiettivo che viene integrato all’interno dello statuto societario in modo che diventi una vera e propria finalità dell’impresa (oltre a quella di generare profitto) protetta nel tempo anche in caso di aumenti di capitale e cambi di management, di passaggi generazionali o di quotazione in borsa. Per aderire a CO2alizione Italia è richiesta la modifica dello statuto entro 6 mesi dalla sottoscrizione dell’impegno con l’inserimento della neutralità climatica tra le finalità d’impresa. A seguire, ogni azienda deve stabilire e rendicontare annualmente azioni e obiettivi concreti rispetto all’impegno preso.
La neutralità climatica tra le finalità statutarie accanto al profitto
CO2alizione Italia si propone di diffondere questa pratica affinché venga adottata da un numero più ampio possibile di aziende, così da contribuire al raggiungimento del target di neutralità climatica fissato dall’Unione Europea al 2050, contrastare il riscaldamento globale e concorrere al raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi sul Clima. Con la recente integrazione della tutela dell’ambiente in Costituzione, l’Italia ha formalizzato il suo impegno a contribuire a questo obiettivo vitale e può, a sua volta, assumere una posizione di leadership stimolando gli altri Paesi europei e il mondo intero ad apportare il proprio contributo.
“In assenza di leggi e piani regolatori coraggiosi – afferma Paolo Di Cesare, co-founder di NATIVA, fra i promotori di CO2alizione – è essenziale adottare strumenti innovativi capaci di liberare le energie creative dei singoli e dare vita a processi collaborativi mai sperimentati prima. Per questo è necessaria una condizione abilitante in grado di rendere permanente e istituzionalizzare, come parte integrante della governance aziendale, l’azione verso il raggiungimento della finalità di neutralità climatica, affiancandola alla finalità di profitto. È giunto al termine il tempo delle promesse generiche. Comincia il tempo dell’impegno elevato a finalità stessa dell’impresa”.
Hanno aderito a CO2alizione Italia: Aboca, Acetificio de Nigris, ADR Center, Antica Erboristeria, Arkage, Beste, CEF Publishing, Chiesi Group, Damiano, Danone Italia, Davines, E’Ambiente, E80, Emsibeth, Enetec, Engine, Erbolario, Erbolario Franchising, Eurotherm, Evogy, Fedabo, Feudi San Gregorio, Fileni, Florim, Garc Ambiente, Garc, Gelit, Grassi, Green Future Project, Gruppo Hera, Gustibus Alimentari, Herbatint, Intexo, Irritec, Jonix, Kerakoll, Lazzerini, Lenet Group, Lundbeck Italia, Mine Studio, Mutti, NATIVA, Nespresso Italiana, NWG Energia, NWG Italia, Onde Alte, Palm, Panino Giusto, Pattern, Perlage Winery, Fratelli Piacenza, POLIMI Graduate School of Management, Redo, Renovit, Reti, Sales, Save The Duck, Siav, Slowear, SNAM, The ID Factory, ViCook, Way2Global.
Assunzione di responsabilità e impegno a rendicontare per attenuare la crisi climatica
Come sottolineato dal Sesto Rapporto di valutazione dell’IPCC, le concentrazioni atmosferiche di CO2 e degli altri principali gas serra sono causa di un’alterazione climatica potenzialmente irreversibile per il pianeta e per la nostra specie. L’attività umana è la causa principale di questi stravolgimenti, e gli esperti segnalano l’urgenza di agire in maniera sinergica tra tutte le parti sociali per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Ne conseguirà, nei prossimi decenni, un’evoluzione radicale delle nostre abitudini e uno shift netto dagli attuali modelli di produzione e consumo verso un modello che elimini il contributo alla crisi climatica, che per essere attuato richiede in primis un’assunzione di responsabilità da parte delle aziende e l’impegno a rendicontare annualmente, con trasparenza, le azioni e le politiche messe in atto per la protezione del clima.
“Innovare al fine di eliminare il proprio contributo alla crisi climatica è un imperativo per qualsiasi impresa e per tutte le attività umane. Queste prime 60 aziende hanno scelto di innovare la propria governance in maniera innovativa e confidiamo che la leadership che esprimono dia inizio alla diffusione di questa pratica su scala nazionale, continentale e planetaria”, commenta Eric Ezechieli, co-founder di NATIVA.
SIAV è tra le 60 aziende di CO2alizione Italia
Fondata nel 1990 a Rubàno (Padova) e presente con proprie sedi a Padova, Milano, Genova, Bologna e Roma, SIAV è un’azienda italiana nel settore dell’ECM (Enterprise Content Management), con soluzioni software e servizi di Outsourcing per la Gestione Elettronica dei Documenti, il Workflow Management e la Conservazione Digitale. L’inquadramento del modello di business in un’ottica che tra gli obiettivi prioritari pone la sostenibilità ambientale e sociale è tra le linee guida della vision di SIAV. Da gennaio 2022, l’azienda è diventata Società Benefit, passaggio chiave per la propria mission che persegue la certificazione B corporation.
“Aderiamo con entusiasmo a CO2alizione Italia, sentendoci parte di un sistema di aziende orientate da una visione che ancora lo sviluppo del proprio modello di business, alla concretezza dell’impegno devoluto alla sostenibilità, intesa come insieme ambientale e sociale e reputata tanto importante quanto la redditività. La nostra creazione di innovazione digitale è sempre pensata in quest’ottica e siamo al fianco dei nostri clienti per fa sì che la dematerializzazione e la gestione documentale digitale siano risorse capaci di far evolvere la cultura aziendale, orientandola fattivamente verso la riduzione dei consumi e delle conseguenti emissioni di CO2, così come verso un miglioramento della qualità dei contesti lavorativi”, commenta Nicola Voltan, CEO di Siav.