Sustainability management

Terenghi, Edison: verso una trasformazione energetica sostenibile insieme a consumatori e imprese

La Chief Sustainability Officer di Edison spiega l’importanza di creare un rapporto di conoscenza e di collaborazione con aziende e cittadini in un percorso di innovazione strettamente legato al territorio. Il caso di energy e sustainability transformation dello stabilimento piemontese di Michelin Italiana

Pubblicato il 20 Feb 2022

Barbara Terenghi, Chief Sustainability Officer di Edison

Parlare di energia in questo periodo significa affrontare un tema particolarmente caldo: le logiche dei mercati internazionali hanno contribuito alla crescita dei costi energetici, hanno generato forti preoccupazioni, in particolare presso le imprese più energivore, ma nello stesso tempo si avverte una maggiore attenzione verso i temi della sostenibilità, dell’efficienza energetica e della responsabilità ambientale e sociale. Il contesto nel quale si colloca il confronto con Barbara Terenghi, Chief Sustainability Officer di Edison ci aiuta a comprendere come il ruolo dei operatori di energia sia sempre più importante, non solo per quanto attiene l’offerta di sustainable energy, ma per quanto riguarda lo sviluppo di un portfolio complessivo di competenze, best practices e soluzioni in grado di supportare le imprese nella doppia sfida della sostenibilità e della competitività.

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Quali sono i principali obiettivi direttamente e indirettamente legati alla sostenibilità per Edison?

Occorre sottolineare che gli operatori del mondo energy sono chiamati a dare un contributo sempre maggiore al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. In quest’ottica il contributo allo sviluppo sostenibile nasce da una relazione molto stretta tra i territori nei quali si opera e le diverse forme di produzione. Il ruolo dei partner energetici, a nostro avviso, deve considerare la capacità produttiva, le necessità specifiche delle comunità in cui operiamo e la capacità di conoscere e indirizzare i comportamenti e le pratiche dei consumatori finali, sia come privati cittadini sia come imprese. Non si può poi trascurare la grande valenza sociale collegata ai temi dell’accesso all’energia e della “sostenibilità economica della bolletta energetica” per tanti soggetti. Come Edison crediamo fortemente che la sostenibilità ambientale sia strettamente legata alla sostenibilità economica e per le imprese clienti significa gestire la competitività in un quadro di riferimento che non può prescindere dalla necessità di garantire la sicurezza e la stabilità del sistema energetico nel suo insieme.

Quali sono dunque le linee guida che ispirano la vostra strategia di sostenibilità?

Il principio fondamentale è quello della conoscenza dettagliata dei bisogni, del contesto in cui si manifestano e della costruzione di percorsi comuni. La nostra politica di sostenibilità si muove su quattro grandi assi: azione sul cambiamento climatico e sulla decarbonizzazione, protezione delle risorse naturali e della biodiversità, valorizzazione del capitale umano anche in termini di sviluppo di nuove competenze e infine creazione di valore per i territori e per i clienti.

Il tutto però si deve confrontare con le dinamiche di un mercato che presenta un numero crescente di variabili, corretto?

Certamente è necessario considerare che il costo del sistema e delle forniture per un paese come l’Italia è anche la bussola all’interno della quale chiunque deve muoversi per decidere la propria strategia energetica e per fissare i propri obiettivi di sostenibilità. Dobbiamo lavorare alla sostenibilità energetica ed economica delle nostre attività in armonia con la dimensione ambientale.  Per questo come Edison abbiamo sviluppato una visione di lungo termine, perché il futuro del sistema energetico non si costruisce solo con le fonti rinnovabili, ma occorre trovare un nuovo equilibrio tra produzione e consumo. Il nostro impegno punta a stimolare e sostenere una domanda che metta in atto processi di trasformazione. La sfida è cambiare il paradigma del consumo sulla base di un esame dettagliato delle necessità energetiche in un percorso di trasformazione che è sia energetico sia industriale e che pone la sostenibilità al centro.

Come avete impostato le vostre azioni?

Edison è un operatore responsabile con un impegno concreto per essere un riferimento nella transizione energetica del Paese. Abbiamo una roadmap al 2030 che fonda la sua strategia sullo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile che raddoppieremo arrivando a 5 Gigawatt di capacità di produzione con i nostri impianti idroelettrici, eolici e fotovoltaici; sul ruolo essenziale del gas per garantire stabilità alla transizione ecologica, sui servizi energetici per la decarbonizzazione delle imprese e della pubblica amministrazione con particolare attenzione alla sanità e alle infrastrutture e soluzioni innovative per i clienti finali. Infine, l’impegno costante di Edison per la transizione ecologica significa anche studiare lo sviluppo di nuove tecnologie e nuove soluzioni come i gas verdi e l’idrogeno.

Come si concretizza questo percorso?

Mettiamo sempre al centro clienti. Nel caso dei clienti residenziali, portando nelle case logiche di consumo più evolute e con un forte supporto in termini di vicinanza e di prossimità, anche attraverso una solida e capillare rete di installatori. Stiamo poi vicini ai clienti anche con soluzioni pensate per risolvere i problemi della quotidianità dei nuclei familiari attarverso forme di coinvolgimento responsabile verso le comunità nelle quali operiamo. Queste azioni sono parte integrante della nostra politica di sostenibilità.

Vediamo il ruolo, le mansioni e le attività del team Edison che ha la responsabilità sui temi della sostenibilità?

La sostenibilità è sempre stato un driver importante per la nostra azienda e il 2021 è stato l’anno in cui si è scelto di potenziare questa vocazione. A questo scopo è stata istituita una Direzione sostenibilità sotto la mia guida nella forma di una struttura che riporta direttamente all’AD. Questo modello ci permette di lavorare con grande prossimità e interazione con l’area di strategiche di business, favorendo un dialogo continuo con lo sviluppo che può essere costantemente indirizzato nella traiettoria strategica della sostenibilità. Sempre nel 2021 è nata anche Fondazione d’impresa Eos – Edison Orizzonte Sociale alla quale abbiamo voluto dedicare specifiche risorse per migliorare l’impatto sociale delle nostre attività nei territori in cui l’azienda è presente, con l’obiettivo di rispondere a specifiche necessità soprattutto dei più vulnerabili tra le nuove generazioni, colpiti duramente dalla pandemia nella costruzione delle basi del loro futuro

Come vedete il tema della trasformazione energetica in relazione alla trasformazione industriale?

L’ambito della sostenibilità industriale mi vede direttamente coinvolta in qualità di Chief sustainability officer con un team di 5 persone e un “Network per la sostenibilità” che è progettato per dialogare con tutte le divisioni e con tutte le aree di business. Questa organizzazione ci permette di raccogliere i temi emergenti, i fabbisogni, le criticità anche grazie alla funzione di focal point svolta dai colleghi che sono in presa diretta sul business. Anche da queste fonti di conoscenza si arriva alla definizione della strategia di sostenibilità che viene discussa dal comitato esecutivo dell’azienda e dal Sustainability Advisory board: un comitato, composto da membri che rappresentano le diverse categorie di portatori d’interesse, e che ha l’obiettivo di supportare l’azienda nell’identificazione dei temi di sostenibilità più importanti, mettere a fuoco le sfide e le opportunità per Edison e formulare raccomandazioni e suggerimenti sulle strategie e gli sviluppi.

Possiamo portare un esempio di come lavorate con le imprese del mondo industriale, ovvero di come si articola un piano in cui la trasformazione energetica si intreccia con la trasformazione industriale?

Il caso Michelin è un esempio particolarmente significativo in questo senso. Con Michelin Italiana Edison ha sviluppato un percorso progettuale che unisce obiettivi di efficientamento energetico, di sostenibilità ambientale e di riduzione del carbon footprint. Il focus territoriale è geograficamente sul più grande sito produttivo di Michelin in Europa Occidentale e in particolare sullo stabilimento di Cuneo che vanta una capacità produttiva di 13 milioni di pneumatici per vetture all’anno. Il progetto punta a creare le condizioni per coprire il 97% del fabbisogno energetico degli impianti con la realizzazione e l’installazione di un impianto di trigenerazione ad alta efficienza che mette a disposizione energia elettrica, vapore e acqua per il riscaldamento e il raffrescamento. Accanto a questo impianto è prevista la realizzazione di impianti fotovoltaici e un sistema integrato costituito da caldaie per la fornitura del vapore necessario alla produzione di pneumatici, anche con l’utilizzo di biomassa legnosa a filiera corta.

Si tratta di un piano che unisce il raggiungimento di obiettivi di produzione energetica minimizzando al massimo l’impatto ambientale per arrivare a integrare queste soluzioni e consentire allo stabilimento di disporre fin dal subito di un 16% di energia da fonti rinnovabili con una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 18.000 tonnellate all’anno. In prospettiva le infrastrutture sono pensate per permettere all’azienda di far crescere questa percentuale grazie a una ulteriore integrazione con la trasformazione industriale in corso legata alla flessibilità degli impianti e al maggiore impiego di fonti rinnovabili.

Il progetto prevede infatti la possibilità di implementare soluzioni innovative anche in termini di impiego di biometano e idrogeno come combustibili green. Il percorso si colloca infine all’interno di una roadmap di 15 anni che punta a realizzare un progressivo contenimento delle emissione di CO2, per contribuire alla politica green di sostenibilità di Michelin che ha come obiettivi la riduzione del 50% delle emissioni al 2030 rispetto al 2010 e il raggiungimento di un livello Net Zero al 2050.

L’impianto produttivo Michelin Italiana di Cuneo

Come valutate il ruolo dell’ESG per Edison e per i mercati ai quali si rivolge?

L’ESG è un tema chiave, è uno dei nostri punti di riferimento, in termini di metriche, di indicatori rilevanti e di benchmark anche nei confronti dei nostri stakeholder. Auspichiamo che le nuove direttive sul corporate sustainability reporting tendano a omologare questi criteri. Come Edison abbiamo investito molto sulla matrice di materialità, sulla individuazione corretta dei temi materiali e sostanziali che producono un impatto ESG. Siamo convinti che l’ESG sia assolutamente cruciale per noi, per i clienti e in particolare per le catene di fornitura e siamo altresì convinti che la vera sfida per l’ESG sia nella capacità di coinvolgimento attivo di tutta la filiera. Per questo lavoriamo a soluzioni di sempre maggior coinvolgimento della filiera di fornitura affinché i criteri di materialità siano effettivamente rispettati da tutti, a partire dalla salute e sicurezza sul lavoro. Un altro tema importante è legato alle competenze e per questo stiamo sviluppando percorsi di formazione sui temi ESG per i nostri fornitori, per aiutarli sia nella valutazione di queste opportunità, sia nelle logiche di rendicontazione.

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