Iniziative

Nella Bassa Lombardia i territori uniscono le forze per lo sviluppo delle Comunità energetiche

Il progetto C.E.R. Chiamo Energia”, promosso da tre GAL locali, punta a favorire la nascita e la gestione di comunità energetiche nel territorio

Aggiornato il 27 Lug 2023

impianto fotovoltaico

Le Comunità energetiche rinnovabili (CER), come abbiamo raccontato in questo recente servizio, rappresentano un’opportunità per la decarbonizzazione e la transizione energetica. Ma farle nascere e, soprattutto, gestirle non è semplice, a causa della notevole complessità che questo nuovo modello si porta con sé. Unire le forze, perciò, non è certo una cattiva idea: in questo senso va inquadrato il Progetto di Cooperazione fra GAL Terre del Po, GAL Risorsa Lomellina e GAL Oltrepò Pavese, denominato “C.E.R. Chiamo Energia”.

Il contesto in cui nasce l’iniziativa è chiaro: il tema energetico è sempre più importante, con l’aumento delle fonti rinnovabili che risulta fondamentale per limitare l’impiego delle risorse fossili e contenere il cambiamento climatico. Ma siamo anche nell’epoca del caro energia, con i prezzi che non sono certo tornati ai livelli pre crisi. In questo quadro la CER è uno degli strumenti che può contribuire a risolvere questo duplice problema: in sintesi, si tratta mettere insieme, aziende, cittadini, istituzioni perché possano condividere energia generata da fonti rinnovabili, foto ma non solo, come biomasse. Così da dare vita piccole comunità locali, che producano e consumano energia.

Il ruolo dei territori nelle CER

Qui si inserisce il progetto C.E.R. Chiamo Energia”, che innanzitutto si propone di dare ai GAL (Gruppi d’azione locali, ossia partenariati pubblico – privati che elaborano e realizzano strategie di sviluppo locale) degli strumenti pratici perché possano incentivare sui loro territori la nascita di nuove CER, con modelli di business innovativi. Il secondo obiettivo è quello di immaginare un ruolo dei GAL non solo di spinta, ma anche per comprendere se queste realtà possano occuparsi anche della vera e propria gestione delle CER. Un affare quest’ultimo, che non è affatto semplice, dal momento che comporta – ad esempio – anche la necessità di padroneggiare degli strumenti digitali evoluti, ma che potrebbe consentire che la buona parte del valore aggiunto prodotto dalle comunità energetiche rimanga sul territorio.

Come ha messo in evidenza Sergio Olivero, componente del Comitato Tecnico Scientifico di C.E.R. Chiamo Energia e del Comitato Scientifico di IFEC (Forum Italiano delle Comunità Energetiche), “Le CER devono essere costituite, ma la chiave è gestirle nel medio lungo periodo, con ritorni positivi per cittadini. La nuova normativa italiana prevede che il limite fisico sia cabina primaria di alta tensione, dunque bisogna costituire delle CER grandi, sovraccomunali. Ma questo è possibile solo con realtà che assicurino questo coordinamento, come i GAL che possono dare luogo – come nel progetto – a una comunità di comunità energetiche” . Secondo l’esperto, quello lombardo costituisce un progetto unico nel suo genere nel nostro Paese “che è in grado di creare una capacità di aggregazione e gestione sovracomunale delle CER, partendo dalla cooperazione fra tre GAL che rappresentano un nucleo di 238.000 abitanti per 110 comuni e sono in grado di attivare nuove forme di “democrazia energetica” mettendo al centro cittadini e imprese nella catena di redistribuzione del valore creato dalla Transizione Energetica”.

Gli step del progetto

Spiega Francesco Meneghetti: “Il progetto genera di per sé energia culturale ma è estremamente concreto e sarà articolato in tre workshop nelle tre rispettive aree di territorio presidiate dai GAL lombardi, prevede uno studio approfondito sulle aggregazioni di possibili CER e che ci fornirà i dati utili per capire il valore e il risparmio economico delle Comunità energetiche. I risultati dello studio saranno presentati il 15 dicembre 2023, a Milano, in un convegno internazionale sul tema”.

Più nel dettaglio, nella sua fase di avvio il progetto prevede di coinvolgere tra agosto e settembre i comuni appartenenti ai tre GAL e altri soggetti privati interessati (soprattutto PMI) affinché possano partecipare alla raccolta di informazioni per rendere il progetto strumento utile ed esecutivo. “L’evento di dicembre – conclude Meneghetti – porterà i risultati di uno studio di fattibilità sovracomunale che affida potenzialmente ai GAL una responsabilità innovativa di governance, in tema energetico: i GAL possono puntare a divenire attori della Transizione Energetica, cooperando in modo virtuoso per coordinare tanti piccoli comuni dalla preponderante natura rurale, comuni che hanno bisogno di strumenti e di una guida nei percorsi verso la decarbonizzazione”.

Articolo originariamente pubblicato il 27 Lug 2023

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Gianluigi Torchiani

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