I protocolli di comunicazione su cui si basa il funzionamento dei nostri smartphone e altri dispositivi connessi può essere inefficiente da un punto di vista energetico. Lo rivela uno studio dell’Università di Pisa e dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR recentemente pubblicato sulla rivista Pervasive and Mobile Computing. In particolare, l’obiettivo dei ricercatori era di valutare il consumo energetico di smartphone e dispositivi di Internet of Things (IoT) rispetto ai diversi protocolli HTTP che sono alla base della trasmissione dati sul Web. In effetti il protocollo HTTP è tra i protocolli di comunicazione più usati nelle reti informatiche, basti pensare che il Web si basa su di esso. Anche la comunicazione tra dispositivi IoT, quali sensori o sistemi per la domotica, è spesso basata su tale protocollo. Il nocciolo del problema è che le tre versioni principali sono HTTP/1.1, HTTP/2, e il più recente HTTP/3, che differiscono in modo sostanziale tra di loro, anche relativamente alle prestazioni energetiche.
Secondo lo studio, in alcuni scenari HTTP/3, che generalmente è più efficiente delle altre versioni, può consumare in alcuni casi fino al 30% in più. In particolare questo scenario inefficiente accade quando i dati da trasferire sono molti, mentre consuma meno degli altri quando i dati sono pochi.
Le conseguenze per il mondo IoT
Le implicazioni sono molto rilevanti nel contesto dell’Internet delle Cose (Internet of Things): in questo ambito risparmiare energia consente di allungare significativamente il tempo di vita del dispositivo, evitando la sostituzione o la ricarica delle batterie con conseguenze positive in termini di sostenibilità e usabilità”. Alessio Vecchio autore dello studio e docente al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano, ha evidenziato come i risultati possano aprire le porte a dei miglioramenti, in particolare dal punto di vista della digitalizzazione.
“Il nostro studio è importante per due motivi, uno di carattere pratico e uno di carattere scientifico. Dal punto di vista pratico, grazie ai risultati ottenuti, è possibile, per chi sia interessato a costruire sistemi che facciano uso di smartphone e dispositivi IoT, fare delle scelte che tengano conto degli aspetti di natura energetica. Dal punto di vista scientifico, si aprono nuovi scenari di ricerca. Ad esempio, lo studio di algoritmi intelligenti che siano in grado di scegliere dinamicamente la versione del protocollo HTTP più efficiente dal punto di vista energetico a seconda dello schema di comunicazione, della quantità di dati da trasferire e delle condizioni della rete”.
La ricerca è stata svolta nel contesto di Future-Oriented REsearch LABoratory (FoReLab), un progetto del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) con il programma Dipartimenti di Eccellenza.
Articolo originariamente pubblicato il 30 Gen 2024