Gli alberghi si distinguono nel panorama europeo come l’unica tipologia – nel settore immobiliare commerciale – che vede aumentare i propri consumi energetici, probabilmente a causa della ripresa del comparto dopo il periodo di crisi dovuto all’epidemia globale di Covid-19. A dover affrontare la sfida di trovare nuove soluzioni a minor consumo energetico, mantenendo lo stesso livello di comfort, sono soprattutto gli hotel di lusso. Ad affiancare gli hotel tra le categorie che hanno i consumi energetici più alti c’è anche il mondo della sanità: entrambi infatti si caratterizzano per emissioni di carbonio a 39 kgCO₂eq/m², mentre i consumi più bassi nella cornice europea sono quelli del settore logistico. A mettere in evidenza questi dati è l’aggiornamento annuale dell’indice ESG di Deepki, società che ha messo a punto una piattaforma di intelligence di dati ESG completamente popolata per il settore immobiliare commerciale.
L’indice ESG di Deepki
La pubblicazione, giunta alla sua seconda edizione annuale, si propone come il benchmark europeo che misura le prestazioni ambientali del settore immobiliare utilizzando dati reali: una sorta di quadro comune per il mercato di riferimento per monitorare il rispetto delle normative sull’ambiente nel settore immobiliare di Regno Unito, Francia, Germania, Benelux, Italia e Spagna, nonché dell’Europa nel suo complesso, fornendo un quadro di quali investimenti siano sostenibili secondo la tassonomia UE.
L’indice messo a punto da Deepki evidenzia che l’evoluzione della performance ESG del settore immobiliare commerciale europeo varia di anno in anno a seconda della tipologia, con abitazioni, uffici, sanità e commercio al dettaglio che hanno registrato un calo del consumo finale di energia, a differenza degli hotel, che sono aumentati, mentre la logistica è rimasta stabile.
Dalle rilevazioni di Deepki emerge che il Regno Unito si distingue, probabilmente a causa delle proprie peculiarità climatiche, il Paese in cui il consumo energetico è relativamente più alto, con il mix energetico basato sul gas comporta maggiori emissioni di carbonio. In UK gli hotel hanno registrato il maggiore aumento dei consumi energetici, con un +9%, anche a causa della ripresa del settore. Il commercio al dettaglio ha invece registrato un calo dei consumi del 13%, passando da 250 kWhFE/m² a 217 kWhFE/m² rispetto all’anno precedente, seguito dal settore abitativo con il suo -10%.
Gli edifici adibiti a uffici presentano consumi simili a quelli delle abitazioni, con 216 kWhFE/m². Il settore con i consumi e le emissioni di carbonio più elevati è quello sanitario (rispettivamente 299 kWhFE/m² e 56 kgCO2eq/m²), in quanto le strutture mediche richiedono una maggiore quantità di energia per la natura stessa delle loro attività.
La tassonomia UE
Con l’obiettivo di reindirizzare il flusso degli investimenti in linea con l’obiettivo 2050 net zero, la Commissione europea ha messo nero su bianco una serie di criteri di performance, la cosiddetta tassonomia, secondo i quali gli edifici che si trovano nel primo 15% del patrimonio edilizio nazionale o regionale in termini di intensità di energia primaria saranno considerati investimenti sostenibili e serviranno da riferimento per l’intero settore.
L’impatto ambientale dell’immobiliare
“L’indice ESG di Deepki fornisce ai proprietari e ai gestori di portafogli immobiliari una visione unica dell’impatto ambientale del settore e un riferimento rispetto al quale misurare la performance dei propri asset – afferma Vincent Bryant, Ceo e co-fondatore di Deepki – I progressi sono in atto, ma devono essere accelerati se vogliamo arrestare l’impatto devastante del cambiamento climatico e proteggere il valore degli asset”.
“Il nostro indice Esg annuale rappresenta l’ultima pietra miliare nella missione di Deepki di realizzare un futuro più sostenibile per il settore immobiliare – aggiunge Emmanuel Blanchet, Coo e co-fondatore di Deepki – Essendo l’unica pubblicazione di questo tipo, ci auguriamo che l’Indice fornisca chiarezza e dia la possibilità all’industria immobiliare europea di intraprendere i passi necessari per raggiungere i propri obiettivi net zero e produzione sostenibile”.