I dati e le moderne tecnologie digitali hanno la possibilità di incidere significativamente sull’ottimizzazione dei consumi energetici. E Le soluzioni, anche se in parte da affinare, non mancano certo sul mercato e sono già oggi implementabili, con tempi di payback piuttosto rapidi visto il momento di caro energia. Questi alcuni dei messaggi chiave che sono arrivati dall’EnergyUP 360 Summit, l’evento on line organizzato dal Gruppo Digital360 che si è svolto lo scorso mercoledì (qui il racconto di ESG360.it). L’obiettivo dell’evento è stato quello mettere a disposizione conoscenza, indicazioni per rispondere in modo molto concreto alle esigenze oggi più che mai urgenti impellenti delle imprese ma anche dei cittadini, in un momento caratterizzato dal caro energia e dalla necessità per il sistema Paese di raggiungere i target di sostenibilità e decarbonizzazione. Come ha messo in evidenza infatti Ilaria Bertini, Direttrice del Dipartimento Unità Efficienza Energetica, ENEA, “In tutte le iniziative principali dell’Unione europea l’efficienza energetica è al primo posto proprio perché viene considerata un uno strumento ponte che collega quelle che sono le misure a breve termine a breve termine e a medio termine con quelle a lunga scadenza, che sono ovviamente quelle legata all’introduzione di tecnologie più nuove come l’idrogeno”. Una sfida, quella dell’efficienza energetica, che è stata sinora recepita dalle grandi aziende in misura maggiore rispetto alle PMI: “Molto invece dobbiamo fare nell’ambito delle piccole e medie imprese, dove invece questo aspetto dell’energia è entrato proprio prepotentemente in questi ultimi due anni, mentre prima non era invece vissuto come un aspetto impattante. La diagnosi energetica costituisce il primo passo per avere appunto un’idea di dove intervenire nel proprio stabilimento produttivo. Qui ritorna il concetto della digitalizzazione: la misura dei consumi necessita dell’applicazione di sistemi di misura e di monitoraggio continuo che purtroppo non sono affatto diffusi”.
Microsoft: il ruolo di IoT e Cloud nell’energy
Interessanti riflessioni sul contributo del digitale sono arrivate da Roberto Filipelli, Cloud and Enterprise Business Group Director, Microsoft Italy: “Una volta che centriamo l’attenzione banalmente sull’energia, ci rendiamo conto che l’internet delle cose e la sensoristica sono fondamentali per andare a misurare nel modo più semplice e meno costoso possibile quello che stiamo facendo sull’energia, permettendoci di indirizzare i nostri sforzi in maniera molto oculata. Ma secondo me non solo bisogna misurare, ma occorre anche analizzare quello che è uno dei problemi più grandi dell’energia. E questo ha a che fare con gli sforzi immani che stiamo facendo per agevolare l’uso delle energie rinnovabili. Purtroppo la rete elettrica non è in grado di immagazzinare energia. Quante volte oggi capita che potremmo produrre energia green, ma non la produciamo perché non sappiamo dove metterla? Quindi quando parliamo di fare investimenti per agevolare l’energia green ci rendiamo conto che l’internet delle cose potrebbe essere quella tecnologia capace di sincronizzare domanda e offerta di energia”. Microsoft ha già introdotto queste tecnologie nei propri data center (delle vere e proprie “fabbriche che producono Bit”), dotate di gruppi di continuità che consentono l’interazione con la rete elettrica. Secondo Microsoft la combinazione Cloud e AI rappresenta anche la chiave per il successo di nuovi modelli di servizi basati sulla gestione energetica, che possono garantire una reale ottimizzazione dei consumi.
Come Industria 4.0 spinge l’efficienza
Come ha però messo in evidenza Marco Borgarello, Head Energy Efficiency Research Group Energy Systems Development, RSE Ricerca sul Sistema Energetico, specialmente in ambito industriale, “Occorre riuscire a passare da un concetto diciamo di efficienza energetica a un concetto di efficienza di produzione. Uno dei punti emersi dalla nostra ricerca è che non sempre l’efficienza energetica veniva ritenuta dalle imprese come una priorità degli investimenti, per tanti motivi. L’idea, invece, dovrebbe essere quella di considerare l’energia come parte integrante del processo di competitività delle imprese. In altre parole, quindi, l’energia deve essere vista come lo strumento che serve a rendere più competitive le imprese. Sinora il problema è sempre stato che quando l’energy manager di un’impresa andava dall’amministratore delegato dell’impresa proponendo soltanto di fare un intervento di efficientamento, l’amministratore delegato tendeva a procrastinare. Quando invece l’efficientamento è inserito all’interno della transizione 4.0, a questo punto il livello decisionale passa nelle mani del board dell’impresa, perché che si tratta di fare un intervento che incide significativamente sul processo produttivo”. Secondo l’indagine condotta da RSE sulle imprese industriali italiane che hanno effettuato interventi in ambito Transizione 4.0, in più della metà dei casi è stato misurato un risparmio per i consumi elettrici, compreso tra l’1 e il 20%. Inoltre queste stesse imprese, soltanto investendo sulla digitalizzazione dei propri processi, hanno portato a casa una minor produzione di rifiuti e anche un minor consumo di acqua, in piena logica di sostenibilità.
La sostenibilità secondo Bosch Rexroth
Un tema che un operatore Bosch Rextroth conosce bene: l’azienda, infatti, ha fatto della sostenibilità uno dei punti guida della sua strategia di sviluppo e del modo. Una sostenibilità che nell’azienda è concepita “by design”, con le valutazioni delle performance ambientali del prodotto che avviene già in fase di progettazione. L’approccio che ha permesso all’azienda di sviluppare soluzioni digitali per l’idraulica, permettendo così ai clienti di raggiungere nuovi livelli di efficienza, grazie alla possibilità di regolare, in modo dinamico, l’energia utilizzata nel processo in base ai bisogni effettivi. I progressi nel campo di digitalizzazione dell’idraulica consentono di efficientare tanti dei processi che coinvolgono movimentazioni di carichi pesanti, dove il consumo energetico è tradizionalmente molto elevato. “Da oltre 10 anni offriamo prodotti basati sul principio energy on-demand”, spiega Stefano Peschiaroli, Sales Product Management Industrial Hydraulics, Bosch Rexroth. “Vuol dire che i nostri prodotti per l’efficientamento energetico seguono i processi di macchina e di produzione nei diversi momenti dove cambia il fabbisogno energetico. Nei nostri sistemi di efficientamento energetico avremo un motore elettrico che riconosce le fasi dove è richiesta meno energia, vengono abbassati i giri del motore e in quella fase vi è quindi un risparmio energetico ed economico”.
Le tecnologie digitali nel settore civile
L’intervento di Michele Masulli, direttore Area energia di I-Com, ha invece spostato l’attenzione sui settori civile e residenziale, che nel periodo compreso tra 2005 e 2019 hanno aumentato la propria incidenza sui consumi energetici nazionali, al contrario dell’industria. A testimonianza di come si possa e debba fare molto su questi comparti in una logica di efficienza. I nuovi strumenti digitali potrebbero aiutare, ma sono però tutto sommato limitati: in Italia la diffusione degli strumenti per la Smart Home è del 12,4%, quella delle soluzioni di energy management domestico al 4,3%, a testimonianza di come l’Italia presenti ampi margini di miglioramento. Un comparto, quello del building (facility manager, di architetti, di installatori, di costruttori), ha messo in evidenza Giulio Salvadori, Direttore Osservatorio Internet of Things, Politecnico di Milano, che è forse ancora più indietro rispetto ad altri nella cultura dell’efficienza, della servitizzazione e della digitalizzazione.
Proprio sul settore civile (in particolare in ambito scolastico) insistevano alcuni dei casi presentati da Jacopo Ferro, Business Development Analyst, A2A Smart City, che hanno previsto anche l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale: “Non prevediamo interventi a livello infrastrutturale che poi necessitano di un ritorno nel giro di diversi anni. Quello che noi invece abbiamo adottato è più un approccio più da azienda tecnologica. Andando cioè andare a individuare delle soluzioni non invasive che non richiedono alcun cambiamento infrastrutturale e che, attraverso delle tecnologie avanzate, permettono di ottenere fin dall’inizio un miglioramento del proprio profilo di consumi. Un miglioramento che deve essere naturalmente misurabile e a parità di comfort”.
Marianna Benetti, EGE, CEO e CTO, Veil Energy Bcorp, ha posto l’accento sull’importanza di utilizzare al meglio i dati: “Grazie all’Internet of Things e a tutti i big Data diventa possibile fare cose che erano impensabili fino a poco tempo fa. Però occorre evitare anche il fastidioso rumore di dati. E noi ci siamo proprio concentrati proprio su questo, ovvero nel trasformare il dato grezzo e in grande quantità che arriva dal campo. Dobbiamo invece arrivare a possedere informazioni veramente intelligenti e che diano effettivamente il via a delle azioni di risparmio”.