Enel rilancia sull’ESG con la presentazione di un nuovo KPI, concepito appositamente per misurare il grado di circolarità del gruppo. La utility italiana ha presentato ufficialmente a Davos “Economic CirculAbility©â”, un indice di circolarità che confronta la performance economica rispetto alle risorse complessivamente consumate. Enel, inoltre, si è assunta l’impegno di raddoppiare questo indice entro il 2030 rispetto al 2020. Più nel dettaglio, Economic CirculAbility© metterà in relazione l’EBITDA del gruppo con la quantità di risorse consumate sia combustibili sia materie prime, lungo tutta la catena del valore dalle diverse attività di business (espressa in tonnellate).
In realtà, già in passato, Enel aveva fatto della misurazione della circolarità uno degli elementi chiave nell’implementazione della sua strategia circular. A partire dal 2015, ha infatti individuato e adottato KPI quantitativi a livello di Gruppo che potessero rappresentare in maniera chiara il processo di transizione verso la circolarità in termini di disaccoppiamento tra le sue attività di business e il relativo consumo di risorse.
Enel e l’indice di circolarità, Ciorra spiega perché
“Abbiamo deciso di misurare la nostra circolarità e di raddoppiarla al 2030, perché la riteniamo parte integrante della nostra strategia industriale e competitiva, oltre che della nostra sostenibilità. Vogliamo infatti essere leader della transizione energetica – ha detto Ernesto Ciorra, Chief Innovability© Officer di Enel – Per poterlo essere in maniera sostenibile, dobbiamo impegnarci affinché le materie prime non vengano consumate, ma utilizzate e rese nuovamente disponibili per futuri cicli produttivi. In questo modo, potremo garantire, a noi e ai Paesi in cui operiamo, libertà da futuri approvvigionamenti e indipendenza dalle dinamiche geopolitiche. Dobbiamo farlo ora, perché oggi le materie prime sono disponibili ma la loro domanda mondiale sta aumentando a dismisura, parallelamente agli sforzi per decarbonizzare la generazione di energia e in generale la produzione industriale. Prendiamo questo impegno per primi e ne siamo fieri, perché i primi avranno un vantaggio competitivo dalla circolarità, mentre gli ultimi rischieranno di rincorrere disponibilità di materiali sempre più esigue”.