Un vero e proprio allarme è quello lanciato dall’analisi trimestrale del sistema energetico nazionale dell’ENEA: il 2021 si chiuderà con numeri negativi per il Sistema Paese per quanto riguarda emissioni e consumi energetici. Più nel dettaglio, la ricerca evidenzia come nel periodo gennaio-settembre 2021, le emissioni siano cresciute di quasi l’8% per effetto, in prevalenza, della ripresa dei consumi nel settore dei trasporti, mentre minore è stato il peso di civile e industria e marginale quello della generazione elettrica. Tanto che nei primi nove mesi dell’anno è stato “recuperato” il 50% delle emissioni evitate nello stesso periodo 2020, anche se rispetto al 2019 i livelli di CO2 restano comunque del 7% inferiori.
L’ENEA evidenzia anche come nei primi nove mesi del 2021 i consumi di energia siano cresciuti del 9% (+10 Mtep) prevalentemente per la crescita della domanda di petrolio (+10%, pari a +3,5 Mtep) legata alla ripresa del traffico stradale (+9%) e aereo (+22%). In particolare, iconsumi di gas naturale sono aumentati del 7% (+3 Mtep circa), quelli di carbone del 10% (+0,4 Mtep), le rinnovabili dell’1,5% (+0,3 Mtep), mentre le importazioni di energia elettrica hanno registrato un balzo del 66% (+3 Mtep).
Stupiscono i dati che arrivano dalla generazione elettrica, dove si registra una notevole ripresa dell’utilizzo del carbone, il sistema elettrico vi ha fatto maggiore ricorso sia nel III trimestre (+25%) che nei primi nove mesi dell’anno (+10%), mentre il gas naturale ha registrato un +2% sui nove mesi ma un brusco calo nel terzo trimestre (-8%) penalizzato dal forte incremento dei prezzi.
Complessivamente Enea evidenzia un netto peggioramento dell’indice ISPRED (-35%), il parametro che misura l’andamento della transizione energetica nel nostro Paese sulla base di sicurezza del sistema, prezzi dell’energia e decarbonizzazione.