Quali sono le prospettive e le criticità dell’efficienza energetica nel mondo della Pubblica amministrazione? Se n’è parlato in occasione del recente Tavolo di lavoro della Community Energy Manager, organizzato nell’ambito del progetto Cantieri di FPA. Un appuntamento realizzato in collaborazione con FIRE, Renovit e EnergyUp.Tech, che è stato il primo incontro di un percorso con i professionisti dell’energia e che culminerà in un grande evento di lavoro collaborativo pubblico-privato, supportato anche da Edison Next, in programma a FORUM PA 2022 il 16 giugno, che ha l’obiettivo di mettere nero su bianco indicazioni e istanze per il settore, che saranno poi raccolte nel Libro Bianco di FPA.
Perchè la PA deve intervenire
L’incontro ha preso le mosse dal doppio ruolo esercitato dalla PA in ambito efficienza energetica, che da un lato è impegnata nella gestione del proprio patrimonio immobiliare, ma dall’altro esercita anche un ruolo decisivo come ente pianificatore e regolatore con conseguenze importanti anche per il settore privato. Come ha evidenziato Dario Di Santo, Direttore FIRE – Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia, ci sono almeno tre domande cruciali da affrontare intorno alla tematiche efficienza nella PA.
1) Perché gestire meglio i nostri enti da un punto di vista energetico?
2) Come rendere efficace l’energy management ?
3) Cosa fare per trasformare in realtà le nostre idee in tal senso?
Sul perché intervenire, oggi c’è un tema che appare evidente: quello dei costi dell’energia, che sono estremamente aumentati nel giro di appena un anno. Il risultato è che oggi ci troviamo in una situazione in cui è imperativo intervenire perché tutti – cittadini e imprese – stiamo sopportando dei costi energetici molto elevati, peraltro al momento calmierati da interventi governativi, che però non potranno durare in eterno. Dunque efficienza energetica e fonti rinnovabili rappresentano le principali leve a disposizione per affrontare questo problema. Ma non occorre dimenticare il tema del cambiamento climatico, che sta creando danni sempre più rilevanti, come peraltro i puntuali report dell’IPCC fanno emergere puntualmente. Dunque una migliore gestione dell’energia negli enti pubblici può servire ad attenuare le conseguenze negative del fenomeno, che sta facendo già molti danni anche nel nostro Paese. Senza considerare che , ogni volta che si interviene nell’energia si impatta positivamente anche su tutta un’altra serie di aspetti cruciali, quali sicurezza, salute, risorse idriche,ecc.
Come fare efficienza energetica nella PA
Eppure, nonostante questa importanza riconosciuta un po’ da tutti dell’efficienza energetica, la situazione non è delle più rosee, anche in ambito PA, soprattutto a causa dell’assenza di una visione chiara e precisa. Inoltre, nel mondo pubblico mancano anche le persone con le adeguate competenze, ovvero gli energy manager: in buona parte degli enti pubblici italiani, nonostante l’obbligo di legge, la nomina non è mai avvenuta, rendendo così molto più complesso l’avvio e la cura di progetti di efficientamento. Non solo: anche quando viene nominato l’energy manager delle PA riceve raramente un inquadramento adeguato e degli obiettivi chiari.
Eppure la pubblica amministrazione avrebbe la possibilità di giocare un ruolo da protagonista nell’efficienza energetica, facendosi promotrice di progetti complessi, capaci di dialogare ad ampio raggio con cittadini, imprese e altre realtà. Tre esempi di successo di questo tipo (Zagabria, Lione e Londra) sono stati portati nel dibattito da EnergyUP.Tech, evidenziando così come sia possibile anche porsi degli obiettivi che – in partenza – potrebbero apparire ambiziosi. L’Italia, che pure era inizialmente all’avanguardia sull’efficienza, negli ultimi anni ha conosciuto un certo rallentamento della sua capacità di affrontare progetti di questo tipo, frenata dalle norme e anche forse da una certa mancanza di capacità collaborativa.
Criticità e strumenti disponibili
Nel corso della discussione tra addetti ai lavori si è perciò parlato molto degli strumenti che possano supportare concretamente l’efficientamento energetico della pubblica amministrazione. Un generale consenso si è trovato sulla formula dei contratti EPC, in particolare sotto forma di partenariato pubblico-privato, che potrebbe consentire un migliore utilizzo dei fondi e degli incentivi (come quelli stanziati dal PNRR). Le criticità ancora presenti nell’utilizzo di questo strumento potrebbero essere presto risolte tramite la revisione codice degli appalti, prevista dallo stesso Piano di Ripresa e Resilienza. In generale il tema delle tempistiche e delle complessità autorizzative è stato considerato dai partecipanti alla discussione come prioritario, anche in vista del raggiungimento degli sfidanti obiettivi assunti dall’Italia in sede europea. Molto importante è stato valutato il coinvolgimento del territorio (peraltro obbligatorio nel caso delle comunità energetiche), ma anche del monitoraggio, ovvero della capacità di monitorare nel tempo i risultati degli specifici progetti di efficientamento. C’è poi un tema, sinora forse trascurato dal dibattito in materia, ma che rischia di implodere: quello dell’inefficienza energetica del patrimonio edilizio residenziale pubblico, che è annodato a doppio filo alla crescente povertà energetica di una fetta di popolazione, creando un pericoloso circolo vizioso. Da cui si potrà uscire soltanto mettendo in atto adeguate politiche di efficientamento del settore pubblico.