L’Italia può fare molto di più sul fronte dell’efficienza energetica: questa la sintesi principale che arriva dal Rapporto Cesef 2023, che ha analizzato nel dettaglio policy e strutture del settore nel nostro Paese. La prima considerazione è che il disegno attuale per l’efficienza energetica – impostato per raggiungere gli obiettivi sanciti dal PNIEC a fine 2019 – si basa su tre strumenti principali, pensati per raggiungere altrettanti macro-settori specifici: 1) i Certificati Bianchi per l’industria; 2) le detrazioni fiscali per il settore residenziale; 3) il Conto Termico per le Pubbliche Amministrazioni e per certe tipologie di interventi maggiormente standardizzati tra i privati. Strumenti a cui, dalla fine del 2021 hanno iniziato ad affiancarsi le risorse del PNRR. Ma che per ora hanno fallito gli obiettivi, tanto che i target di efficienza per il periodo 2014-2020 non sono stati raggiunti, a testimonianza secondo il Cesef, di un’inadeguatezza delle politiche di supporto. All’orizzonte c’è poi il previsto innalzamento dei target per il periodo 2021-2030 a seguito del recepimento nuova Energy Efficiency Directive contenuta nel piano Fit for 55 e delle scelte europee in seguito alla crisi energetica.
Il potenziale di risparmio energetico dell’Italia
L’Italia avrebbe però tutto il potenziale, secondo un’analisi costi-benefici elaborata dallo stesso Cesef, di ottenere importanti risparmi energetici in 4 macro-settori (industria, residenziale, trasporti e terziario) attraverso l’implementazione di una serie di interventi e politiche ad hoc.
Più nel dettaglio il settore residenziale avrebbe un potenziale di efficientamento di 9,1 Mtep/anno. Questo è il risultato della somma di tre principali interventi:
i) isolamento termico con sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie acondensazione efficienti;
ii) elettrificazione dei sistemi di riscaldamento e ACS;
iii) estensione dei sistemi di teleriscaldamento
Più limitati sono invece i risparmi previsti per il settore terziario (0,3 Mtep/anno), anche se comunque il dato è il risultato dell’intervento di isolamento termico previsto per tre tipologie di edifici: uffici, alberghi, scuole. Dunque il potenziale così identificato costituisce solo una parte del potenziale complessivo del macro-settore.
Per quanto riguarda il settore industriale la previsione di risparmio è di 3,2 Mtep/anno. Questo è il risultato di un insieme di interventi di efficientamento realizzati nei 12 settori manifatturieri a maggiore intensità di energia, realizzati da tutte le imprese energivore e da una porzione di imprese non energivore.
Infine, nel settore trasporti la stima è di un potenziale di 2,9 Mtep/anno. Questo è il risultato della sostituzione di 4 milioni di auto tradizionali con auto full-electric (BEV), in coerenza con l’obiettivo del PNIEC in materia. Anche in questo caso il potenziale derivante da questa misura è solo parziale rispetto a quello complessivo di tutto il settore.
Complessivamente, dai sei interventi analizzati, emerge un potenziale di riduzione dei consumi su base annua al 2030 pari a 15,5 Mtep. Tale risultato, è superiore all’obiettivo di risparmi da politiche attive del PNIEC di 9,3 Mtep/anno.
Per ottenere questi risultati, la revisione degli strumenti di supporto in vigore per l’efficienza energetica non sarebbe da sufficiente da sola a realizzare il potenziale identificato. Occorrerebbe invece stimolare la domanda tramite incentivi diretti e indiretti, dall’altro valorizzare le tecnologie disponibili che garantiscono migliori performance energetiche in ciascuno ambito specifico di consumo.
Articolo originariamente pubblicato il 06 Mar 2023