Le politiche di incentivazione hanno spinto l‘efficienza energetica nel nostro Paese: questa la principale evidenza che arriva dal rapporto annuale sull’efficienza energetica di Enea, rilasciato nei giorni scorsi. Concentrandoci sull’era pre pandemia, il report evidenzia come nel 2019 i consumi finali di energia italiani siano stati pari a 120,2 Mtep, in calo di 1,1% rispetto al 2018: negli ultimi 3 anni il consumo si è assestato intorno ai 120 Mtep. Il settore civile assorbe il 41,1% dei consumi finali, seguito dal settore trasporti 29,8% e dall’industria, 20,7%. L’Italia, soprattutto, è ormai tornata ai livelli di consumo della metà degli anni Novanta: dopo una crescita costante, dal 2005 per tutti i settori, anche se con modalità diverse, si sono registrate riduzioni dei consumi energetici, in particolare per l’industria che dal 2005 ha ridotto i suoi consumi del 33% (-2,6% medio annuo, – 1,1% medio annuo nel periodo 1990- 2019). Per trasporti e settore civile, invece, i consumi del trentennio sono in aumento, ma gli ultimi 15 anni sono stati comunque caratterizzati da un’inversione di rotta: i rasporti hanno registrato un tasso positivo di 9,6% nel periodo 1990- 2019 che diventa negativo nel periodo 2007-2019: -15,3% ad un tasso medio annuo di -1,4%. Il settore civilenel periodo 1990-2019 ha mostrato un andamento dei consumi crescente nonostante un periodo di contrazione negli anni 2006-2014: +44,1% nel periodo 1990-2019 a un tasso medio annuo di 1,3%.
Obiettivi quasi raggiunti
Il merito della svolta. come si accennava in precedenza è delle misure prese negli ultimi 15 anni: per effetto dei meccanismi di detrazione fiscale, nel nostro Paese sono stati investiti oltre 53 miliardi di euro, dei quali circa 45 miliardi al 2020 con l’ecobonus 65% e più di 8 miliardi per interventi già realizzati con il superecobonus 110%.
Sul fronte dell’ecobonus del 65%, il meccanismo per incentivare l’efficienza energetica negli usi finali introdotto nel 2007, i rapporti ENEA evidenziano un risparmio complessivo di circa 19.000 GWh/anno, derivanti essenzialmente da interventi parziali su singole unità immobiliare. Lo scorso anno sono stati completati oltre 486 mila interventi di riqualificazione energetica che hanno consentito di risparmiare 1.362 GWh/anno. La maggior parte riguarda l’installazione di impianti di riscaldamento più efficienti (1,1 miliardi di euro) e la sostituzione delle finestre (1,1 miliardi di euro) mentre oltre 500 milioni sono stati investiti per l’isolamento termico degli edifici, 270 milioni per le schermature solari e 175 milioni per la riqualificazione globale degli immobili.
Sul fronte del risparmio obbligatorio 2014-2020 stabilito dalla Direttiva sull’Efficienza Energetica, l’obiettivo di 297.300 GWh/anno è stato raggiunto per circa il 91% arrivando a quota 270.300 GWh/anno; i maggiori contributi sono venuti dai certificati bianchi (97.600 GWh/anno, che interessano soprattutto il settore industriale) e dal sistema di detrazioni fiscali (120.900 GWh/anno).
Obiettivo 2030
“Le incentivazioni hanno consentito di riqualificare una parte importante del parco abitativo, di ridurre i consumi e di rilanciare un settore in difficoltà come quello dell’edilizia – ha commentato il Presidente dell’ENEA Gilberto Dialuce – I prossimi dieci anni saranno decisivi per rispettare il limite di 1,5 °C entro il 2030 e per centrare questo obiettivo servirà, ad esempio, almeno raddoppiare il tasso di riqualificazione energetica degli edifici, in linea con quanto evidenziato dalla Renovation Wave lanciata dalla Commissione europea”, ha aggiunto Dialuce, sottolineando che “la transizione energetica è una delle sfide più impegnative da affrontare e dobbiamo contribuire, anche con un mutamento dei comportamenti, ai grandi cambiamenti socio-economici che comporterà”.
“Durante i primi dieci anni della transizione ecologica si tratta di effettuare una transizione energetica epocale – ha aggiunto il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani – L’ENEA ha tutte le competenze tecniche per poter seguire questo processo – ha aggiunto – e diventerà centrale per capire le diverse direzioni da prendere. Il piano che prevede il 55% di decarbonizzazione al 2030 è quello che si può fare a tecnologia vigente, ma sappiamo che non basta. Proprio per questo il ruolo dell’ENEA sarà centrale: parliamo di un’enorme opportunità perché ora il comparto energetico diventa il cuore di un grande cambiamento globale”.