Intelligenza, flessibilità, payback, redesign dell’intero rapporto con le risorse energetiche. A queste parole chiave, che hanno punteggiato la prima edizione di EnergyUP 360 Summit, evento online organizzato dal Gruppo Digital360 sui temi dell’innovazione digitale per il mondo dell’energia, va aggiunta anche un fortissimo senso di urgenza: per il conto economico di imprese e cittadini da una parte, e per rispondere alle pressanti richieste che arrivano in particolare dal mondo ESG. Le imprese hanno bisogno di intervenire in modo deciso e con risultati concreti sulla gestione delle risorse energetiche. Efficienza energetica significa oggi, prima di tutto, disporre di un risultato che sia di aiuto immediatamente al conto economico e che in non pochi casi può essere determinante per il destino stesso delle aziende, soprattutto per quelle più energivore e più esposte ai costi.
Efficienza energetica: il ruolo del digitale
Il digitale, come appare chiaro da tante e diverse testimonianze, è nella condizione di rispondere in modo molto tempestivo e concreto, anche in tempi molto veloci, ma è anche e forse soprattutto nella condizione di permettere di “alzare lo sguardo” verso scelte strategiche che accanto a un risultato immediato, in termini di ottimizzazione e riduzione degli sprechi, siano anche in grado di creare le condizioni per una vera transizione energetica, per contribuire a ridisegnare il rapporto con le risorse energetiche delle aziende, per diventare nativamente più efficienti a livello di prodotti, processi, operations.
EnergyUP 360 Summit è nato con l’obiettivo di mettere a disposizione una visione completa con indicazioni concrete su come affrontare le esigenze oggi più che mai urgenti legate al caro energia, prestando anche la massima attenzione alla creazione delle migliori condizioni possibili per supportare le imprese nel loro percorso verso il raggiungimento dei target di sostenibilità e decarbonizzazione.
Priorità numero uno: innovazione tecnologica per l’efficienza energetica
Ilaria Bertini, Direttrice del Dipartimento Unità Efficienza Energetica, ENEA
Sul senso, sul ruolo e sull’emergenza di una azione diffusa e decisa sui temi dell’efficienza energetica si è concentrato l’intervento di Ilaria Bertini, Direttrice del Dipartimento Unità Efficienza Energetica di ENEA che ha ricordato come innovazione tecnologica e digitale mettano a disposizione quei dati che permettono oggi di agire in modo estremamente significativo sul livello di ottimizzazione dei consumi energetici. “L’efficienza energetica è oggi al primo posto nelle principali iniziative UE e viene interpretata come una strategia che permette di collegare le misure a breve termine per la riduzione dei consumi immediatamente realizzabili con interventi più strategici e più a lunga scadenza, che sono collegati a innovazione strutturali come possono essere quelle legate all’introduzione di tecnologie come l’idrogeno”.
Bertini sottolinea una sorta di energy efficiency divide in termini di attenzione alle soluzioni per l’efficienza energetica, con le grandi aziende più attive rispetto alle PMI e sottolinea che “c’è molto da fare, anche a livello culturale, per coinvolgere effettivamente in questa sfida le aziende di minori dimensioni. Presso queste realtà i temi energetici hanno in ogni caso vissuto una potente crescita di attenzione negli ultimi due anni ed è oggi estremamente importante rispondere a queste esigenze”.
Il passaggio fondamentale della diagnosi energetica
Davanti a questa maggiore consapevolezza la domanda è come fare? E Ilaria Bertini puntualizza l’importanza della “diagnosi energetica come primo passo per avere un quadro preciso e chiaro su come e dove intervenire, ad esempio a livello di maggiore conoscenza delle esigenze di uno stabilimento produttivo”. E su questo punto la Direttrice del Dipartimento Unità Efficienza Energetica sottolinea il ruolo fondamentale della digitalizzazione: “il controllo, la misura precisa dei consumi, la capacità previsionale in funzione di tutte le variabili che li possono influenzare o condizionare – osserva – necessitano di un’ampia diffusione di strumenti e applicazioni digitali. Gran parte della risposta alla domanda di efficienza energetica arriva e arriverà dalla digitalizzazione”.
Ilaria Bertini insiste molto sul ruolo strategico della diagnosi energetica. “Per le imprese – precisa – questo è un passaggio fondamentale anche per la costituzione di un vero e proprio piano di energy management aziendale. L’obiettivo deve essere quello di comprendere con la massima precisione possibile come viene utilizzata l’energia all’interno dell’azienda e dare vita a una mappa con la quale individuare eventuali inefficienze o aree di miglioramento o creare nuove modalità di utilizzo”. La parola chiave è appunto conoscenza e con la diagnosi energetica si mette a disposizione di molte imprese, oggi più che mai, una opportunità per individuare – grazie all’ottimizzazione delle risorse energetiche – anche nuove forme di competitività.
Efficienza energetica: l’importanza di agire sulla gestione e sul consumo
Secondo Bertini è fondamentale unire e integrare le linee di approccio al risparmio energetico. Si può suddividere l’efficienza energetica in due grandi tipologie di azioni: da una parte una azione che interviene sulla gestione dell’energia e dall’altra sui consumi.
Nell’intervento sulla gestione, gli elementi sui quali agire sono rappresentati dall’analisi delle forniture energetiche e dall’azione sui sistemi per la gestione dell’energia, in questo secondo caso ci sono poi due ambiti di azione che sono rappresentati dall’applicazione dello standard ISO 50001 e dalla formazione.
Per quanto attiene invece al consumo, le azioni percorribili sono rappresentate da una parte dalla riduzione dei consumi stessi e dalle possibilità offerte a livello di autoproduzione. Nel caso della riduzione dei consumi gli spazi sui quali intervenire attengono ai processi di produzione e agli impianti, alla diffusione di buone pratiche e agli interventi sulle performance legate alla componente building. Rimanendo sempre nella componente di riduzione in ambito industriale, all’interno della dimensione legata a processi e impianti trova tante opzioni di intervento a partire dalle performance dei motori, nel recupero di calore, nella qualità degli impianti elettrici, nelle aree destinate alla refrigerazione e ovviamente nell’ottimizzazione dell’illuminazione. Ma l’altro aspetto legato all’autoproduzione apre una ricchissima serie di prospettive che possono essere facilmente codificate nelle attività di cogenerazione e di trigenerazione.
IoT, Cloud, AI per l’efficienza energetica e per la transizione sostenibile
Roberto Filipelli, Cloud and Enterprise Business Group Director, Microsoft Italy
In tutti questi ambiti un ruolo chiave è svolto dal digitale e da Roberto Filipelli, Cloud and Enterprise Business Group Director, Microsoft Italy sono arrivate una serie di indicazioni su come l’innovazione possa nell’immediato risolvere problemi legati all’energia, ma sia anche in grado di aprire nuove strade. “Se concentriamo l’attenzione sul nostro rapporto con le risorse energetiche – osserva – ci rendiamo conto che grazie all’Internet of Things disponiamo già oggi di risorse fondamentali per controllare, misurare e analizzare in modo semplice e poco costoso il nostro attuale rapporto con i consumi e avere preziose indicazioni sulla loro possibile evoluzione. Già oggi queste risorse ci permettono di indirizzare i nostri progetti e la nostra gestione in maniera oculata”.
Ma Filipelli invita ad andare oltre: “A mio avviso – sottolinea – non ci si deve fermare alla misurazione, al controllo e all’ottimizzazione. A mio avviso occorre affrontare quello che è oggi uno dei temi più importanti nel nostro rapporto con l’energia ovvero il rapporto corretto con le energie rinnovabili”. Filipelli si riferisce ai grandi sforzi che si stanno facendo per agevolare l’uso delle rinnovabili partendo dal presupposto e dal grande tema che la rete elettrica non è in grado di immagazzinare energia. “Quante volte – si interroga – si incontrano situazioni in cui sarebbe possibile produrre energia green, ma non si sfrutta questa opportunità solo perché non ci sono le condizioni per immagazzinarla. Ecco che nel momento in cui si parla di investimenti per agevolare l’energia rinnovabile dobbiamo considerare che l’Internet delle cose può già oggi rappresentare quella tecnologia attraverso la quale possiamo creare le condizioni per sincronizzare domanda e offerta di energia”.
L’esempio dei green data center come grandi “fabbriche di dati”
Filipelli richiama l’esperienza dei data center che dipinge come delle vere proprie fabbriche di dati e ricorda che Microsoft utilizza queste tecnologie nelle proprie strutture per consentire l’interazione con la rete elettrica. La situazione ideale nella visione di Filipelli è appresentata dalla combinazione di IoT, Cloud e AI che non solo permette di raggiungere nuove forme di efficienza energetica e di sincronizzazione tra domanda e produzione di energie rinnovabili ma apre le porte alla creazione di nuovi modelli di servizio espressamente basati sulle tipologie di gestione energetica.
Internet of Things, Artificial Intelligence e Cloud abilitano infatti un monitoraggio continuo e in realtime indispensabile per indirizzare gli sforzi non solo verso la misurazione e per migliorare l’efficienza energetica ma anche per rispondere alle esigenze di decarbonizzazione. Grazie alla possibilità di indirizzare la realizzazione di reti elettriche intelligenti o per sviluppare smart grid che siano nella condizione di allineare domanda e offerta contando anche sulla capacità fondamentale di immagazzinare energia. Filipelli insiste sul ruolo decisivo dell’IoT e sulla necessità di una sincronizzazione tra produzione e consumo indispensabile come fattore chiave per un uso preciso e consapevole dell’energia. Grazie a questa sincronizzazione e grazie alla possibilità di remotizzare le operations da una parte e di disporre di capacità previsionale dall’altro si possono sperimentare, attuare e consolidare nuovi modelli di utilizzo basati ad esempio sulla servitizzazione.
Efficienza e decarbonizzazione passano anche dalla creazione di comunità energetiche
Nella visione di Filipelli, grazie a queste prospettive basate sui dati, il consumatore può essere messo nella condizione di interagire con altri utenti, sulla base di un modello in cui la rete elettrica assume una diversa dimensione e consente di integrare utenti, oggetti, sistemi di produzione e sistemi di utilizzo dell’energia. Si entra in questo modo nell’ambito delle comunità energetiche e, grazie alla capacità di conoscenza e di scambio del digitale, si aprono nuove possibilità per gestire la produzione e lo scambio di energia pulita. Non solo, ma la capacità di gestione della produzione da parte di cittadini e imprese connesse e della capacità di agire sul consumo da parte di altri soggetti a loro volta connessi alla rete, consente anche di ridurre in modo significativo i costi. Per le aziende, in questo scenario, si aprono nuove possibilità in termini di erogazione di nuovi servizi a fronte di un mercato che non è più solo popolato da consumatori, ma da attori che sono definiti come prosumer, nel senso di consumatori che hanno anche un ruolo di piccoli produttori e che grazie alla rete intelligente sono nella condizione di interagire con il mercato. Il flusso energetico non è dunque più a senso unico ma diventa bidirezionale e ha i suoi presupposti nel passato nella digitalizzazione della rete elettrica.
La nuova Industria 4.0: dall’efficienza energetica all’efficienza industriale
Marco Borgarello, Head Energy Efficiency Research Group Energy Systems Development, RSE Ricerca sul Sistema Energetico
Con Marco Borgarello, Head Energy Efficiency Research Group Energy Systems Development, RSE Ricerca sul Sistema Energetico, si focalizza l’attenzione sul ruolo dell’efficienza energetica nell’ambito industriale, “Dobbiamo fare un passo in avanti: se oggi la priorità è rappresentata dall’efficienza energetica, si deve passare al concetto di efficienza di produzione”. Borgarello richiama i dati di una ricerca di RSE e sottolinea che “uno dei punti emersi dalla analisi è che l’efficienza energetica sino a qualche tempo fa non veniva considerata come una priorità per le imprese. Al contrario – prosegue – l’energia dovrebbe essere considerata come una componente integrante e fondamentale del processo di competitività delle imprese”.
Energia come componente chiave della competitività delle imprese
Da Marco Borgarello arriva l’invito a considerare l’energia come uno strumento che permette di aumentare la competitività delle imprese, ma anche che è necessario superare qualche vecchio retaggio del passato. “Il problema – afferma – è che se sino a poco tempo fa l’energy manager di un’impresa proponeva un intervento di efficientamento, la tendenza generale era quella di… prendere tempo. Ma nel momento in cui si inserisce l’efficientamento all’interno delle logiche di una Transizione 4.0, a questo punto il livello decisionale passa nelle mani del board dell’impresa, perché si tratta di una decisione che rientra nella fattispecie degli interventi che incidono significativamente sul processo produttivo”.
Secondo l’indagine condotta da RSE sulle imprese industriali italiane che hanno effettuato interventi in ambito Transizione 4.0, più del 50% delle situazioni ha valorizzato un risparmio relativo ai consumi elettrici in una fascia compresa tra l’1 e il 20%. Un altro importantissimo vantaggio che Borgarello attribuisce alla digitalizzazione riguarda poi il fatto che queste imprese, investendo sull’innovazione dei processi, hanno ottenuto importantissimi vantaggi in termini di riduzione dei rifiuti, di ottimizzazione nei consumi di acqua, di riduzione degli sprechi di tutte le risorse necessarie alla produzione.
Efficienza energetica e brownfield
Matteo Faggin, General Manager, SMACT Competence Center
Il ruolo dei dati e della digitalizzazione deve essere quello di aiutare le imprese in ogni situazione, non solo nel momento in cui ci si trova nella condizione di progettare un “nuovo” impianto. Dunque, situazioni di greenfield a parte, lo scenario è quello di come affrontare l’efficienza energetica in contesti di brownfield e dove appare necessario disporre di una corretta e precisa comprensione dei costi e dei vantaggi che derivano dagli interventi sugli impianti.
Matteo Faggin, General Manager, SMACT Competence Center ricorda che il centro ha accompagnato diverse realtà imprenditoriali nella realizzazione di progetti 4.0 con un orientamento a passare da una digitalizzazione indirizzata a un efficientamento produttivo a un miglioramento del prodotto finale e a una gestione più oculata e precisa di tutte le risorse necessarie alla produzione.
Faggin cita in particolare l’esempio di una forneria, con un contesto di processi energy-intensive che è stato affrontato con un percorso di elettrificazione e digitalizzazione e con la prospettiva non solo di migliorare produzione e performance energetiche ma di disporre di dati aggregati per poter effettuare valutazioni più strategiche e precise.
Bosch Rexroth: verso una sostenibilità by design
Stefano Peschiaroli, Sales Product Management Industrial Hydraulics, Bosch Rexroth
Sostenibilità e innovazione come punti cardinali della strategia di sviluppo. Per Bosch Rexroth l’unione tra queste due dimensioni ha permesso di concepire e attuare una strategia di sustainability “by design”, e creare le condizioni per una valutazione delle performance ambientali dei prodotti già nelle fasi della ricerca e sviluppo e della progettazione. Con questo approccio l’azienda ha scelto di sviluppare soluzioni digitali dedicate all’idraulica, che mette a disposizione dei clienti offrendo la possibilità di raggiungere nuove forme di efficienza. Il modello di sviluppo è basato sulla prospettiva che consente di regolare, in modo dinamico e con la massima flessibilità, l’energia necessaria per la gestione dei processi in funzione delle più specifiche necessità.
Stefano Peschiaroli, Sales Product Management Industrial Hydraulics, Bosch Rexroth spiega che la digitalizzazione nell’ambito dell’idraulica ha permesso di portare efficienza in tanti processi nei quali è necessario, ad esempio, movimentare carichi pesanti, situazioni nelle quali il consumo energetico si presenta come molto elevato. Lo sguardo attento alle necessità energetiche e alla tipologia di operations da svolgere ha poi permesso di dare vita a un modello che si può definire di energy on-demand che caratterizza l’offerta dell’azienda da oltre 10 anni.
Peschiaroli mette in evidenza che i prodotti per l’efficientamento energetico Bosch Rexroth sono basati su forme di intelligenza in grado di considerare tutti gli obiettivi di un’azienda, quelli legati alle performance di produzione e quelli legati alla sostenibilità. I sistemi sono progettati per adattare le proprie performance ai processi di produzione nei diversi momenti in cui cambia il fabbisogno energetico. Un motore elettrico, ad esempio, è nella condizione di riconoscere le fasi di lavorazione nelle quali si può risparmiare energia e per raggiungere questo obiettivo abbassa in modo dinamico il numero di giri garantendo un risparmio energetico ed economico.
Gestire l’energia in modo dinamico, in funzione delle più specifiche esigenze
Giacomo Gatti, Coordinator and Hydraulic Engineering Dep. di Miramondi
Giacomo Gatti, Coordinator and Hydraulic Engineering Dep. di Miramondi ha portato una testimonianza di una realtà specializzata in impianti per la lavorazione della lamiera per la produzione di elettrodomestici. Miramondi è una realtà che si può collocare nell’ambito delle imprese energivore e Gatti sottolinea subito che la riduzione dei consumi negli stabilimenti produttivi è da tempo un obiettivo strategico. Un obiettivo che ha una doppia valenza, per Miramondi stessa e per le imprese clienti.
Il manager cita il caso di un progetto realizzato in favore di un cliente che specializzato nella produzione di porte di frigoriferi a stampaggio. Una attività da industria pesante nella quale i sistemi produttivi sono impegnati nello spostamento di materiali che arrivano a pesare anche venti tonnellate e devono essere lavorati con presse che esprimono una potenza estremamente elevata.
Gatti cita il caso di un’azienda cliente che ha chiesto a Miramondi di progettare un sistema di produzione in grado di affrontare una serie di esigenze riducendo il consumo di energia e dalla collaborazione con Bosch Rextroth è uscita una soluzione che, grazie all’adozione di gruppi energetici a giri variabili in funzione dell’effettivo carico di lavoro da smaltire, permettono di attuare diverse strategie di gestione del consumo energetico. L’altro grande vantaggio di questa soluzione, nel racconto di Giacomo Gatti è legato alla possibilità offerta dai sistemi di idraulica connessa di monitorare tutte le fasi del ciclo produttivo con attività di diagnostica e di sviluppo ed erogazione di servizi da remoto, come la manutenzione predittiva.
Energy efficiency: una sfida per facility manager, architetti, installatori e costruttori
Michele Masulli, direttore Area energia di I-Com
La prospettiva dell’efficienza energetica va vista in quadro molto ampio dove si deve prestare grande attenzione a una serie di funzioni e di professionalità che possono incidere in modo diretto sul risultato. Michele Masulli, direttore Area energia di I-Com, invita a guardare con attenzione ai settori civile e residenziale, che per inciso nel periodo compreso tra il 2005 e il 2019 hanno registrato un significativo aumento della loro incidenza a livello di consumi energetici nazionali.
L’innovazione digitale può portare un grande aiuto, ma è purtroppo ancora limitata anche se in significativo aumento. La diffusione delle soluzioni dedicate alla Smart Home è dell’ordine del 12,4%, mentre se si guarda all’energy management a livello domestico supera di poco il 4%. È un segnale di come ci siano ampi spazi di miglioramento e per Masulli il comparto del building deve chiamare in causa una serie di professionalità che sono nella condizione di contribuire alla costruzione di un nuovo rapporto con le risorse energetiche. Figure che vanno dagli architetti che progettano gli spazi e il loro utilizzo ai facility manager, dai costruttori che devono essere sempre più sensibili al valore sostenibile di un immobile sino agli installatori.
Gli oggetti connessi sono una realtà, tutta da sfruttare anche per l’efficienza energetica
Giulio Salvadori, Direttore Osservatorio Internet of Things, Politecnico di Milano
Per Giulio Salvadori, Direttore Osservatorio Internet of Things, Politecnico di Milano c’è un tema di cultura dell’efficienza che si può e si deve poi collegare con i temi della servitization e naturalmente con quelli della digitalizzazione. La realtà che ci circonda è pronta: il mercato degli oggetti connessi è in grande sviluppo nel nostro paese. I dati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano ci dicono che il mercato dell’Internet delle cose è arrivato nel 2021 a 7,3 miliardi di euro, con 111 milioni di connessioni.
Il mercato si muove nel segno dei tempi e proprio in quest’ultimo anno le soluzioni dedicate all’efficienza energetica hanno registrato una significativa crescita su tutti gli ambiti: imprese e mondo civile. Salvadori sottolinea tuttavia la necessità per il mondo IoT di una evoluzione che lo porti dalle soluzioni primariamente costituite da hardware connesso destinate al monitoraggio dei processi di produzione o degli ambienti alla creazione di nuove forme di valore.
Per Salvadori la prospettiva è quella dei servizi, del passaggio da prodotto a servizio, ma non più solo nella modalità che prevedeva di aggiungere un servizio a un prodotto bensì trasformando la logica stessa di un prodotto in una forma di servitizzazione. I dati, secondo Salvadori sono di conforto per chi sta andando in questa direzione. I consumatori hanno attivato ancora pochi servizi e cita una indagine dalla quale emerge che nel 2021 il 64% dei consumatori esprimeva una disponibilità ad attivare e pagare servizi in futuro. L’anno precedente questa disponibilità era limitata alla metà dei consumatori intervistati con un trend che appare decisamente in crescita.
L’efficienza ha bisogno di Intelligenza, non solo artificiale
Jacopo Ferro, Business Development Analyst, A2A Smart City
La capacità di erogare servizi sulla base di prodotti e la possibilità di farlo raggiungendo nuove forme di efficienza energetica e di sostenibilità implica l’utilizzo massivo di dati e di Intelligenza Artificiale. In particolare, l’AI si sviluppa sulla base di tre dimensioni:
- l’Intelligenza del prodotto che grazie ai dati e all’AI sa adattarsi alle nostre necessità;
- l’Intelligenza come nuova modalità di interazione con altri dispositivi per ottimizzare qualsiasi risorsa necessaria alle nostre attività
- l’AI come modalità di governance di tutti gli strumenti e gli apparati per permettere una interazione intelligente con tutti i dispositivi.
Ma perché tutto questo possa avvenire c’è un imperativo che deve essere rispettato e riguarda l’interoperabilità a livello di piattaforme e di soluzioni.
Jacopo Ferro, Business Development Analyst, A2A Smart City porta alcuni casi legati sl settore civile e al mondo della scuola dove grazie all’adozione di soluzioni di AI si è superata la necessità di interventi infrastrutturali “pesanti” per i quali il ritorno rischia di essere su tempi lunghi. Il focus ha privilegiato la individuazione di soluzioni tecnologiche non invasive che non impongono interventi strutturali e che consentono di ottenere già nel breve un miglioramento a livello di consumi. Ferro sottolinea con grande enfasi il lavoro che A2A ha svolto a questo proposito per garantire una misurabilità dettagliata e precisa dei risultati raggiunti, sia in termini di performance energetiche, sia in termini di garanzia dei livelli di comfort definiti.
Con i dati verso nuove forme di energy management
Marianna Benetti, EGE, CEO e CTO di VEIL Energy Bcorp
I dati sono il cuore del percorso verso nuove forme di energy management e verso un nuovo rapporto tra persone e ambienti. Un rapporto più intelligente che non lascia nulla al caso, ma prevede un rigoroso rispetto del senso di responsabilità anche a livello di evoluzione dei nostri stili di vita. Marianna Benetti, EGE, CEO e CTO di VEIL Energy Bcorp ha mandato un messaggio forte sull’importanza di utilizzare tutti i dati perché grazie alle fonti di conoscenza che arrivano dall’Internet of things e alla possibilità offerte dai Big data si può aumentare in modo esponenziale la conoscenza degli ambienti e si può instaurare un rapporto più intelligente e consapevole con qualsiasi forma di risorsa. Ma Marianna Benetti sottolinea anche che è necessario scegliere con attenzione. Quando i dati sono tanti occorre selezionarli accuratamente e disporre di un approccio che permetta di trasformare i dati grezzi in informazioni realmente intelligenti e utili che permettano di migliorare la qualità del rapporto con le risorse portando un concreto vantaggio in termini di efficienza.
EnergyUP 360 Summit: i servizi realizzati
Verso una gestione intelligente dell’energia grazie alle tecnologie digitali
EnergyUP 360 Summit: l’efficienza energetica passa anche dalla digitalizzazione dei processi